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Fiaccole, candele, musica e poesie per Giulio Regeni

L'iniziativa giovedì sera in piazza Loggia a due anni dalla scomparasa. A promuoverla Amnesty eRsu della Statale


Candele, fiaccole, letture di poesie. Ieri sera sotto la Loggia - per iniziativa di Amnesty International, dei lavoratori dell'Università  e l'adesione della Cgil - per continuare a chiedere verità per Giulio Regeni, il ricercatore universitario ucciso due anni fa in Egitto mentre stava facendo ricerca sulle libertà sindacali in quel Paese. Regeni non era un eroe, come è stato ricordato ieri, ma un ricercatore appassionato del suo lavoro e della verità. Il rapresentante Rsu della Statale Enrico Fornoni ha proposto una giornata di studio sulle condizioni di lavoro e le libertà sindacali nell'area mediterranea, «un modo per tenere vivo Regeni e i suoi studi». Il sindaco del Bono, in fascia tricolore e un passato in Amnesty negli anni del servizio civile, ha sottolineato che «è dovere dello Stato chiedere verità», è dovere di tutti «non piegarsi al processo storico in atto che sembra ridurre gli spazi di democrazia». Ed è necessario, come fa Amnesty, «accendere la luce, perché non c'è cosa peggiore che essere dimenticati». Vale per Regeni e per i tanti soprusi. Tra gli intervenuti anche il rettore Maurizio Tira. Alle 19.41 il minuto di silenzio: a quell'ora, due anni fa, il cellulare di Regeni smise di dare segnali.

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