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cgil CGIL - Camera del Lavoro di Brescia

Tragedia sul lavoro a Milano, scioperi in tutta la Lombardia

“Sugli infortuni sul lavoro è possibile invertire la tendenza, ma servono più investimenti e più ispettori del lavoro” afferma il segretario confederale Cgil Maurizio Landini.


Dopo l’infortunio mortale che ha riguardato 3 dipendenti della ditta Lamina di Milano, è stato indetto ieri uno sciopero con un corteo a Milano che si è concluso davanti alla Prefettura della città. Dobbiamo purtroppo segnalare un ulteriore infortunio mortale avvenuto a Torino in un cantiere edile nella stessa giornata e l’infortunio avvenuto in questa settimana a Calvisano e quello odierno a Rovato.

Per quanto riguarda le aziende metalmeccaniche della regione Fim Fiom Uilm hanno indetto uno sciopero da tenersi nella giornata di venerdì 19 gennaio 2018.

Alcune aziende sciopereranno già nella giornata di giovedì 18, mentre altre Rsu hanno ampliato lo sciopero portandolo a due ore.

Riteniamo molto importante che ci sia stata nelle aziende una immediata reazione dei lavoratori e dei delegati sindacali rispetto a quanto accaduto a Milano, ma più in generale per quanto da tempo sta accadendo in merito alla tutela e alla salute dei lavoratori e i dati sugli infortuni mortali e sugli infortuni purtroppo lo dimostrano ampiamente.

Fiom Brescia

Landini: non si può continuare a morire

“Non si può continuare a morire. Gli ispettori sono sotto organico e depotenziati. Bisogna cambiare logica e pensare alla prevenzione degli incidenti. Su questo dovrebbero interrogarsi tutti, anche la politica”. Così il segretario confederale Cgil Maurizio Landini, commentando stamani (mercoledì 17 gennaio) il terribile incidente sul lavoro che si è verificato nel pomeriggio di martedì 17 a Milano, presso l’azienda di acciaio e materiali ferrosi “Lamina” (in via Rho). Tre operai hanno perso la vita in seguito a esalazioni tossiche durante le operazioni di pulizia di un forno interrato a due metri di profondità. Altri tre lavoratori sono rimasti intossicati, e uno di questi versa in gravissime condizioni.

“Sugli infortuni sul lavoro è possibile invertire la tendenza, ma servono più investimenti e più ispettori del lavoro” spiega Landini. “La salute e la sicurezza dei lavoratori non devono più essere considerate un costo, ma un investimento sulla qualità del lavoro” aggiunge il segretario confederale Cgil: “Ci si riempie la bocca sulle potenzialità delle innovazioni tecnologiche, mentre in realtà siamo in presenza di una cultura inadeguata”. Landini, infine, ha anche sottolineato che “in questi anni, nonostante il calo delle ore lavorate, gli incidenti e le morti sul lavoro sono aumentate. Bisogna evitare che questo avvenga ancora”.

Sull’incidente la Procura di Milano ha aperto un'inchiesta per omicidio colposo plurimo, anche se per ora “non ci sono ancora evidenze investigative – hanno spiegato procuratore e pm – tali da poter dire cosa non abbia funzionato”. L’azienda, specializzata nella produzione per la laminazione a freddo di nastri di alta precisione di acciaio e titanio, è stata posta sotto sequestro. A morire per le esalazioni sono stati Marco Santamaria (43 anni), Giuseppe Setzu (59 anni) e Arrigo Barbieri (58 anni), mentre in condizioni critiche è Giancarlo Barbieri (62 anni), fratello maggiore di Arrigo. Ricoverati in codice giallo, ma in via di miglioramento, sono i due colleghi che hanno dato l’allarme: Alfonso Giocondo (48 anni) e Giampiero Costantino (45 anni).

“Conosciamo bene quest’azienda che, a quanto ci dicono i lavoratori, è attenta alla prevenzione. Ma quello che è successo è ancora tutto da capire e lo accerterà la giustizia”. Lo dice la segretaria generale della Fiom Cgil di Milano, Roberta Turi, ai microfoni di RadioArticolo1. “Se saranno accertate responsabilità, noi ci costituiremo subito parte civile nel processo” riprende Turi: “Il problema vero di questa tragedia, però, è che rappresenta una situazione generalizzata. C'è stato ed è in corso un aumento degli incidenti e dei morti sul lavoro in questo Paese. Noi vogliamo che la politica agisca su questo tema, perché oltre le solite dichiarazioni di facciata e le lacrime di coccodrillo, servono fatti concreti”.

Roberta Turi rimarca come “troppo spesso si tagli sulla salute e sulla sicurezza dei lavoratori. Ma se si continua a tagliare e le produzioni ripartono, l'aumento degli infortuni è inevitabile. Sono passati dieci anni e mancano ancora i decreti attuativi del Testo unico sulla sicurezza, che viene generalmente considerato un buon testo”. La segretaria generale della Fiom milanese conclude evidenziando la “necessità di investimenti maggiori su questo capitolo, perché c'è un problema di competizione spietata tra aziende che per risparmiare tagliano sulla sicurezza. Ma la sicurezza è un costo che va necessariamente affrontato”.

“Ci auguriamo che gli organi competenti possano, nel più breve tempo possibile, ricostruire la dinamica di quanto accaduto e individuare eventuali responsabilità. Ma è indubbio che la tragicità dell’evento non può non porre grandi interrogativi sul rispetto delle misure di sicurezza previste per il tipo di lavorazione”. A dirlo è una nota della Cgil e della Fiom Cgil nazionale: “Un altro gravissimo infortunio sul lavoro ripropone la drammaticità del fenomeno nel nostro Paese, che in questo ultimo anno ha registrato una pericolosa inversione di tendenza”. Per Confederazione e categoria “il tema della sicurezza deve essere prioritario anche nella contrattazione, nel confronto con le associazioni datoriali e nell’attività istituzionale. Come sindacati continueremo a sostenere l’impegno dei rappresentanti dei lavoratori alla sicurezza, per imporre il pieno rispetto di tutte le norme in materia sui luoghi di lavoro. Non può esistere crescita economica e sociale senza difendere e valorizzare il lavoro”.

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