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Legalità nelle costruzioni, unica via per lo sviluppo

Lo scorso 26 settembre, nel corso di un convegno tenutosi a Roma, presentate le «14 proposte» di Fillea Cgil, Feneal Uil e Filca Cisl. Dalla trasparenza ai tavoli provinciali di monitoraggio fino all'emersione del lavoro irregolare attraverso appositi strumenti cosa si potrebbe fare (e non si fa) nell'edilizia


"Senza il controllo della legalità si ostacola la vita della democrazia, si rinuncia a un’economia legale, fatta in primo luogo da una competizione corretta e sana tra le imprese. Senza il controllo della legalità si ledono i diritti del lavoro, si mina la coesione sociale del paese e i lavoratori, in particolare quelli delle costruzioni, sono più deboli e meno garantiti”. Ad affermarlo Graziano Gorla, segretario nazionale della Fillea Cgil, introducendo il convegno “Legalità. Una priorità per il settore delle costruzioni e per l’intero sistema Paese. Le proposte di Feneal Uil, Filca Cisl e Fillea Cgil”, che si si è svolto a Roma lo scorso 26 settembre.

“La legalità nel nostro settore non sempre è rispettata” ha continuato Gorla, sottolineando come non lo sia, in particolare,  “in tema di appalti e subappalti, con il forte rischio di collusione e corruzione da parte dei mafiosi e della criminalità organizzata”. Vi sono poi altri fenomeni, come “il ricorso al caporalato, il riciclaggio del denaro ‘sporco’ proveniente dal malaffare attraverso l’attività d’impresa e in altre forme, il lavoro sommerso, la sicurezza, il mancato rispetto delle leggi del lavoro, del contratto di lavoro e delle leggi sulla sicurezza”.

Per il segretario nazionale Fillea “servono maggiori controlli, anche da parte dell’Ispettorato nazionale del lavoro, sulla regolarità nelle aziende e nei cantieri”. E serve “adeguare gli organici ispettivi che risultano carenti anche dopo i processi di riforma recentemente avvenuti, come il sindacato richiede da tempo, migliorando nel contempo la sinergia fra organi ispettivi pubblici e quelli bilaterali, come recenti accordi stanno a dimostrare”.

L’introduzione di Graziano Gorla ha toccato numerosi temi, di cui è opportuno segnalare, in particolare, quello delle imprese sequestrate e confiscate. “I dati forniti dall’Agenzia nazionale evidenziano la crescita delle imprese sequestrate e confiscate in via definitiva” ha detto il segretario Fillea. Ma aumentano anche i problemi legati alla gestione di queste imprese: “Decine di migliaia sono le aziende confiscate, con un valore stimato delle stesse pari a circa 30 miliardi di euro. Ebbene, finora il 90 per cento di queste chiude o fallisce. Il risultato è quello di disperdere valore e lavoro per la collettività”.

È necessario “un impegno robusto e comune” di parti sociali, governo, istituzioni locali e Agenzia “per non fare passare la logica che le imprese mafiose devono chiudere e i lavoratori essere licenziati”. Sarebbe questa, ha aggiunto Gorla, una sconfitta “per il cattivo esempio che diamo a tutta la collettività, che invece va conquistata al contrasto dell’illegalità e delle mafie”.

Il segretario Fillea ha anche invitato tutti a “una riflessione sugli strumenti di legge e sul ruolo delle parti sociali già decisivo per il futuro delle imprese, dalla fase del sequestro alla confisca definitiva, con una conduzione manageriale dell’impresa”. Una riflessione ancor più necessaria, ha concluso, se non vogliamo continuare “ad assistere a un destino che, nella maggior parte dei casi, è già scritto: un destino di fallimenti giudiziari, processi di chiusura delle imprese, deperimento del vasto patrimonio immobiliare, con la conseguente perdita di valore, e numerosi posti di lavoro cancellati in un settore già in crisi”.

LE PROPOSTE DI FENEAL UIL, FILCA CISL E FILLEA CGIL
Sono 14 le proposte contenute nel documento unitario che i sindacati degli edili hanno presentato al convegno sulla legalità. Feneal, Filca e Fillea chiedono “massimo livello di trasparenza delle informazioni relative alle misure di prevenzione sin dal momento successivo al sequestro” (da realizzarsi con la nascita di una banca dati presso l’Agenzia nazionale beni sequestrati e confiscati), la costituzione di “un tavolo istituzionale nazionale di monitoraggio, quale rilevante atto partecipativo del sindacato, sui protocolli di legalità sottoscritti”, l’istituzione sia “dell’Ufficio Attività produttive e sindacali presso l’Agenzia” (allo scopo di affrontare le criticità relative alle aziende sequestrate e confiscate), sia dei “tavoli provinciali permanenti di monitoraggio sulle aziende sequestrate e confiscate presso le Prefetture”.

Per i sindacati occorre mettere in campo azioni “per l’emersione del lavoro irregolare e per la tutela della salute e sicurezza dei lavoratori”, istituire il “credito d’imposta per favorire la regolarizzazione dei rapporti di lavoro in nero o irregolari”, dare vita a un “Fondo per le aziende sequestrate e confiscate per garantire il credito bancario”. Occorre poi stabilire un “rating di legalità come strumento di agevolazione e premialità nell’accesso agli appalti pubblici” e sollecitare la pubblica amministrazione a stipulare “convenzioni con le aziende per la realizzazione di opere, gestione dei servizi e forniture”.

Ai lavoratori è necessario garantire “opportune misure di ammortizzatori sociali nella fase di sequestro/confisca delle imprese” e corsi di formazione (mediante collaborazioni tra le istituzioni e i fondi interprofessionali). E “incentivi” vanno assicurati a quei lavoratori “che, costituendosi in cooperativa, sono disposti a rilevare l’azienda”. Bisogna, inoltre, rafforzare “gli interventi sui flussi di manodopera a partire dalle esperienze esistenti, incrociando i dati con il sistema bilaterale contrattuale”.

Tra le altre misure, i sindacati edili chiedono “l’allargamento dei protocolli di legalità a tutte le opere pubbliche a prescindere dalla loro entità” e la “fissazione dell’udienza di verifica dei crediti e saldo dei creditori”, misura da accompagnare con il “congelamento dei debiti per saldarli dopo l’esaurimento della procedura giudiziaria, quindi dopo la confisca definitiva”. Feneal, Filca e Fillea, infine, sollecitano la “costituzione di una specifica ‘white list’ di manager per la gestione industriale ed economica dell’impresa sequestrata e confiscata, finalizzata a un’efficace e coerente applicazione delle specifiche norme legislative esistenti, dando continuità produttiva e occupazionale alla stessa”.

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