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Assistenti ad personam, protesta sotto la Loggia

«Siamo trattate da lavoratrici di serie B, da precarie, invece il nostro compito è delicatissimo, a contatto con bambini e ragazzi con mille problemi. Lo facciamo con passione, ci aggiorniamo, ma siamo viste come fossimo delle volontarie e non come lavoratrici».


Si chiamano assistenti ad personam, seguono i disabili gravi a scuola oltre all'insegnante di sostegno, dalle materne alle superiori. Sono lavoratrici delle cooperative, diplomate o laureate; nella quasi totalità donne, ma c'è anche qualche maschio, magari studenti che si stanno specializzando nel sostegno. Hanno un curioso contratto a tempo indeterminato «ciclico» che vuol dire essere pagate a ore e restare a spasso d'estate. Se arrivano a scuola e l'alunno seguito non c'è, perdono quelle ore e i relativi contributi; e non sanno di preciso quante ore faranno, sia da un anno con l'altro, sia nel medesimo anno scolastico, perché il loro lavoro è legato alla presenza dell'utente che, data la fragilità, spesso si assenta e l'orario ha pause buche come accade ai docenti, ma non retribuite. Non agiscono isolate, concordano l'intervento con gli insegnanti, però non hanno diritto di partecipare ai consigli di classe. La paga oraria è bassa e girano cud da 7-8mila euro lordi annui.

«Siamo trattate da lavoratrici di serie B, da precarie, invece il nostro compito è delicatissimo, a contatto con bambini e ragazzi con mille problemi. Lo facciamo con passione, ci aggiorniamo, ma siamo viste come fossimo delle volontarie e non come lavoratrici. Quando non ci siamo scatta l'allarme, quando ci siamo non contiamo niente. Inoltre i disabili aumentano, e la Regione annuncia tagli» dicono. Per questo ieri mattina (lunedì 12) si sono ritrovate in presidio, in rappresentanza delle 250 che fanno capo alla Loggia tramite Il Gabbiano e Tempo libero, ma anche delle altre nel territorio, per protestare e chiedere un intervento dell'amministrazione. Con loro Mauro Scaroni e Gianmarco Pollini della Fp Cisl, Giuseppe Vocale della Fp Cgil che hanno incontrato il direttore generale Giandomenico Brambilla e l'assessore Marco Fenaroli al posto del competente Felice Scalvini. Entrambi hanno preso l'impegno di approfondire le questioni che afferiscono al Comune, non quelle della contrattazione, nodo nazionale. Per esempio si è parlato di coinvolgere l'Ust e il suo dirigente Mario Maviglia, di studiare la possibilità di utilizzo nei centri estivi e, durante l'anno, in altre attività scolastiche, visto che conoscono bene le classi dove operano. Come da piattaforma di richieste presentata, si è proposta da parte sindacale la creazione della figura dell'educatore di plesso, con una banca del tempo.

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