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Approvato il reddito di inclusione

Cgil: un primo passo avanti per contrastare la povertà, ma insufficiente


Approvato il Reddito di Inclusione. Si tratta di una misura che consisterà in un sussidio mensile tra i 190 e i 485 euro per un massimo di 18 mesi, rinnovabili dopo sei mesi di pausa e si stima che potranno richiederlo circa 400 mila famiglie.
Per ottenere il REI bisogna avere un valore dell’ISEE non superiore a 6 mila euro. Inoltre, non può riceverlo chi ha un patrimonio oltre i 20 mila euro, esclusa l’eventuale prima casa. Il reddito di inclusione sarà assegnato prioritariamente alle famiglie con figli minorenni o disabili, a donne in gravidanza e ai disoccupati ultra-cinquantenni.

“Un primo atto concreto nella costruzione di una strategia nazionale di contrasto alla povertà, ma ancora insufficiente”. Così la Cgil nazionale commenta l'approvazione da parte del Consiglio dei ministri della misura, e aggiunge: “con le risorse sin qui stanziate, il decreto limita l’intervento ad una platea ristretta, meno di un terzo delle persone in povertà assoluta”.

Per la Confederazione serve quindi “adeguare progressivamente il finanziamento, già con le prossime manovre finanziarie, per rendere il Reddito di inclusione una misura effettivamente universale che copra l’intera platea delle persone aventi diritto, senza alcuna discriminazione”.

"Inoltre - prosegue la Cgil - bisogna fare in modo che il Rei non si riduca a mero trasferimento monetario, ma sia effettivamente accompagnato da un Progetto personalizzato per le persone e i nuclei familiari con un percorso di reinserimento socio-lavorativo a cura dei servizi del welfare locale. Solo così - conclude - si potrà realmente favorire l'uscita dalla condizione di povertà”.

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