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cgil CGIL - Camera del Lavoro di Brescia

Studio D&D, 140 posti di lavoro a rischio. Sabato sciopero nei punti vendita bresciani

Il marchio di abbigliamento in cattive acque. Le organizzazioni sindacali nazionali hanno sollecitato da tempo un serio confronto con l’azienda che però non c’è stato. Di qui la mobilitazione


L’azienda Studio D&D Srl di Cuneo, 41 Punti Vendita sul territorio Nazionale e 140 dipendenti che operano sotto i marchi “VIA MAESTRA” e “AMOUR by VIA MAESTRA”, che si occupa di calzature e abbigliamento, da alcuni mesi naviga in cattive acque.
Ai dipendenti non sono state pagate le ultime competenze, nei negozi non arriva merce e l’impressione che si ha è quella di una dismissione totale.
Le organizzazioni sindacali nazionali hanno sollecitato da tempo un serio confronto con l’azienda che non c’è stato, per questo motivo hanno indetto, per la giornata di venerdì 21 luglio lo sciopero dei dipendenti della sede di Cuneo e per il sabato 22 luglio sciopero in tutti i negozi.
Per quanto attiene la provincia di Brescia si tratta di 4 negozi siti in:

Desenzano del Garda – Centro Via Roma
C/O Centro Commerciale Il Leone di Lonato (Via Maestra)
C/O Freccia Rossa Shopping Center (2 negozi - Via Maestra e Desigual)

e di 10 dipendenti che sciopereranno per la preoccupazione di perdere il proprio lavoro e l’incertezza di ricevere stipendi e competenze per i periodi lavorati.
«Questo non è il primo caso del settore - spiega Luca Di Natale della Filcams CGIL di Brescia -. L’alto turnover di negozi presenti nei centri commerciali o negli outlet, quasi sempre la chiusura di un’insegna di un punto vendita, e l’apertura di un nuovo marchio, vengono interpretati come segnali positivi per il mercato. La realtà è che spesso dietro all’apertura di un nuovo negozio si nascondono lavoratori, come in questo caso, che si trovano senza certezze per il futuro (quasi sempre perdono il lavoro e non vengono riassunti dalla nuova azienda), ma anche con l’obbligo di dover ricorrere alle vie legali per recuperare quanto dovuto per il periodo lavorato, in una spirale che genera lavoro sempre più precario, con poche, se non nessuna tutela, e senza certezze per il proprio futuro».

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