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Neet, Italia maglia nera secondo l'Ocse. Il Governo pensa agli sgravi ma servono investimenti pubblici e privati

Nel rapporto il numero di persone che vivono in condizioni di povertà estrema (11,9%) in Italia è aumentato fra 2015 e 2016, e siamo l’unico caso in Ue con Estonia e Romania.


In Italia i giovani che non hanno un lavoro e non lo cercano sono più del doppio della media europea. È poco lusinghiero il record affibbiato al nostro paese dall'indagine 2017 sull'occupazione e sugli sviluppi sociali in Europa (Esde).

La fotografia dell'Italia offerta e pubblicata ieri, 17 luglio, dalla Commissione europea delinea infatti un Paese dove il numero di  lavoratori autonomi è fra i più alti d'Europa (più del 22,6%), e i giovani fra 15 e 24 anni che non hanno e non cercano lavoro (i cosiddetti neet) toccano il record Ue del 19,9% (la media europea è 11,5%).

Ma c’è di più. La differenza fra uomini e donne che lavorano è al 20,1%, il numero di persone che vivono in condizioni di povertà estrema (11,9%) è aumentato fra 2015 e 2016, e siamo l’unico caso in Ue con Estonia e Romania.

Chi riesce a trovare un lavoro in Italia, tra l’atro, in più del 15% dei casi ha contratti atipici (fra i 25 e i 39 anni, nel Regno Unito è meno del 5%, dati 2014), è «considerevolmente più a rischio precarietà», e se ha meno di 30 anni guadagna in media meno del 60% di un lavoratore ultrasessantenne. Ne consegue che i giovani italiani escono dal nido familiare e fanno figli fra i 31 e i 32 anni, più tardi rispetto a una decina di anni fa e molto dopo la media Ue, che si arresta intorno ai 26 anni.

Il governo italiano ha detto che per incentivare nuova occupazione giovanile ridurrà il cosiddetto cuneo fiscale, un'operazione che viene criticata dalla Cgil. «Il mercato del lavoro italiano vive una condizione di debolezza strutturale. Servono interventi alternativi alle politiche di soli sgravi, decontribuzioni e deregolamentazione, che sono state sempre accompagnate a continui tagli alla spesa pubblica e alla riduzione degli investimenti». É quanto dichiara la segretaria confederale della Cgil, Tania Scacchetti, in merito ai dati diffusi ieri da Ocse e Commissione europea. Per la segretaria confederale, la fotografia scattata da Ocse e Commissione Ue dimostra come «l'incremento di investimenti pubblici e privati, così come indichiamo nel nostro Piano del Lavoro, debba essere al primo posto nell'agenda politica italiana. Solo così si può generare nuova occupazione. Bisogna poi scommettere sulla qualità del lavoro e dei suoi diritti sia come elemento di dignità, tutela e protezione sociale, che come precondizione indispensabile per crescita e sviluppo».

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