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Sicurezza sul lavoro, «bisogna investire»

I dati Inail 2016. La maggior parte delle morti sul lavoro in Lombardia si registrano, secondo i dati Inail, nelle attività manifatturiere (27,27%), nel trasporto e magazzinaggio (18,18%), nelle costruzioni (13,64%). A Brescia 18 morti


«La cultura della sicurezza è un tema su cui c’è ancora bisogno di investire. Se è vero che c’è stato un lievissimo miglioramento sul fronte degli infortuni mortali, è anche vero che i numeri restano preoccupanti». Così il segretario della Cgil Lombardia Massimo Balzarini commenta i dati diffusi dall’Inail sull’andamento degli incidenti sul lavoro e delle malattie professionali.

A livello nazionale sono 1.104 le morti sul lavoro nel 2016 (1.286 nel 2015). Aumentano invece le denunce di malattia, che nel 2016 si attestano a circa 60mila (1.300 in più rispetto al 2015). A livello lombardo le denunce d’infortunio con esito mortale, nel 2016, sono state 132. Erano 176 nel 2015.

«Più della metà delle vittime – sottolinea Balzarini - supera i 50 anni, in 4 avevano addirittura più di 75 anni. Si ripetono le solite cause: caduta dall’alto, interazione con mezzi in movimento e ribaltamento di mezzi agricoli. Da inizio 2017 ad oggi le Ats hanno già registrato ben 20 incidenti mortali».

La maggior parte delle morti sul lavoro in Lombardia si registrano, secondo i dati Inail, nelle attività manifatturiere (27,27%), nel trasporto e magazzinaggio (18,18%), nelle costruzioni (13,64%). Milano, con 37 morti nel 2016, è la città maglia nera, seguita da Brescia (18 morti) e Bergamo (14).

Quanto alle denunce di incidenti sul lavoro senza esito mortale, non sono diminuite rispetto al 2015: erano 116.685 nel 2016, contro i 116.593 dell’anno precedente.

«Le imprese devono capire che sulla sicurezza bisogna investire - conclude Balzarini -. Lo sviluppo, l’occupazione, la competitività sul mercato non si operano con la riduzione dei diritti, ma col miglioramento a tutto campo delle condizioni di lavoro. Solo così riusciremo a superare la crisi».

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