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cgil CGIL - Camera del Lavoro di Brescia

Il futuro delle pensioni

A MIlano l'attivo regionale Cgil sul sistema previdenziale. Al centro il confronto con il Governo. I nodi aperti, a partire dal sistema contributivo puro che non è più compatibile con l'attuale mercato del lavoro, sempre più discontinuo


«Il confronto con il governo sulla previdenza, tra fase 1 e fase 2». È il tema dell'attivo dei delegati e della delegate lombardi della Cgil di oggi, martedì 30 maggio, nella sede della Camera del Lavoro di Milano.

Il sistema previdenziale è ormai da oltre trent’anni l’ambito ricorrente di riforme orientate al controllo delle dinamiche della spesa e al bilanciamento rispetto ai mutamenti nelle dinamiche demografiche. L’ultima riforma, quella realizzata dalla norma Monti-Fornero nel dicembre del 2011, rappresenta per le lavoratrici e i lavoratori, le pensionate e i pensionati italiani una ferita ancora non ricomposta.

Lo scorso settembre Cgil Cisl Uil hanno sottoscritto con il Governo un Verbale di Sintesi che per la prima volta da molti anni contiene elementi restitutivi. Tra questi citiamo gli interventi a sostegno dei redditi da pensione medio-bassi, l’eliminazione della penalizzazione prima dei 62 anni, la possibilità del cumulo gratuito, gli elementi di flessibilità in uscita per alcune tipologie di lavoratrici e  lavoratori precoci e la sperimentazione dell’APE sociale.

Il confronto ci ha consentito inoltre di individuare alcuni elementi di riforma non più rinviabile del sistema contributivo, come la garanzia per le carriere discontinue, la revisione del concetto indifferenziato di speranza di vita, la flessibilità in uscita nel sistema interamene contributivo e  la diffusione della previdenza complementare. Senza questi interventi il sistema pensionistico prefigura uno scenario di prestazioni insufficienti: il sistema previdenziale contributivo puro, infatti, non è compatibile con l’attuale mercato del lavoro, sempre più discontinuo.

Il confronto con il Governo in questi mesi è continuato (Fase 1) per rendere operative le misure concordate, ma il rallentamento della fase attuativa è evidente e la traduzione di alcune misure lascia comunque aperte situazioni problematiche per alcuni settori: edilizia e appalti scolastici sono solo due esempi.

Altrettanto problematico è l’avvio della Fase 2, su cui pure sono riposte le aspettative di modifica di un sistema previdenziale che non parla ai più giovani.

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