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Cemento, per un futuro sostenibile

A Roma il convegno «4.0 Time for Change. Un nuovo ciclo del cemento è possibile?» promosso dai sindacati delle costruzioni


Cambiare il cemento è necessario: occorre rilanciare il settore, attraverso un nuovo modello basato sul rispetto dell’ambiente e sulla valorizzazione del territorio. Innovazione, sostenibilità ed economia circolare possono essere i perni di questa nuova fase. Sono i temi al centro del convegno dal titolo "4.0 Time for Change. Un nuovo ciclo del cemento è possibile?", organizzato dai sindacati delle costruzioni di Cgil, Cisl e Uil giovedì 11 maggio a Roma, al centro congressi Frentani.

Cambiare è una necessità improrogabile, dopo la lunga crisi che il settore ha subito con il crollo dell’edilizia, che ancora non ha smaltito i suoi effetti negativi. Così il segretario nazionale della Fillea, Gianni Fiorucci, introduce la giornata. “Il settore è in piena tempesta da otto anni - dice -, ora occorre tracciare una nuova rotta, dove tutti gli attori, istituzioni e parti sociali, condividano proposte concrete per portare il settore fuori dalla crisi dando vita ad nuovo ciclo del cemento”. Fase, come detto, che sia all'insegna “dell’innovazione e della sostenibilità, attraverso un modello di economia circolare, non solo come soluzione al problema, ma anche come opportunità di sviluppo generale”.

Lo scenario del comparto è desolante: continua a calare la produzione nel mondo, anche se in Europa nel 2015 per la prima volta si è tornati al segno positivo, con un debole +0,9%, mentre in Italia si conferma un calo superiore alla media mondiale. La situazione attuale non è più sostenibile, secondo i sindacati.

Per programmare il futuro del cemento occorre seguire tre linee di intervento: il rilancio delle costruzioni come leva di sviluppo del settore e dell’economia in generale; una politica industriale a difesa del sistema produttivo cementiero italiano che spinga le imprese ad investire in ricerca e innovazione; la definizione per il settore dello stato di “crisi complessa”, con l’attivazione di politiche del lavoro attive e passive che accompagnino meglio i processi di rilancio, riconversione,  riorganizzazione e gestione degli esuberi. Creare nuova domanda e nuovo mercato è possibile: “Dopo l’acqua, il cemento è il secondo materiale più usato al mondo, è una componente fondamentale delle opere pubbliche, un anello importante della filiera delle costruzioni e settore strategico per il paese. Nei prossimi anni avremo ancora bisogno di questo materiale e avremo sicuramente bisogno di costruire” ma non di “divorare suolo e alimentare speculazione fine a se stessa”.

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