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Donne, la rete anti violenza funziona ma può migliorare

Il resoconto dell'attivo dei delegati promosso da Cgil, Cisl, Uil nel Ridotto della Camera di Commercio


* «Oggi a Milano le prefetture lombarde sigleranno un accordo con la Regione che prevede risorse per le strutture di accoglienza momentanea della polizia e per la formazione degli agenti impegnati nella battaglia contro la violenza di genere». L'annuncio è stato dato ieri dalla Capo di Gabinetto della prefettura Giovanna Longhi durante l'assemblea dei delegati di Cgil, Cisl, Uil nel ridotto della Camera di commercio focalizzato sul tema. Obiettivo: dare informazioni sulla rete con capofila il Comune di Brescia, che parte dalla chiamata al numero unico, passa dal Pronto soccorso degli Spedali Civili - dove si presenta una donna maltrattata ogni due giorni - tocca la Questura, la Casa delle Donne e i consultori fino ad arrivare ai rifugi per le situazioni più estreme. Una rete che funziona, anche se non è sufficiente dato il numero dei casi che riempiono le cronache. Claudio Mare, responsabile del Nue, il 112 europeo per le emergenze, ha ricordato l'app scaricabile sul cellulare, prodotta da Regione Lombardia e ceduta al ministero, che consente una geolocalizzazione automatica della persona che lancia un sos, anche se questa non può parlare.In funzione 24 ore su 24 anche il numero ministeriale 1522 e i centralini della Casa delle Donne: rispondono dal lunedì al venerdì allo 030-2400636 e allo 030 2807198. C'è poi il canale del Ps del Civile descritto dalla dottoressa Maria Grazia Fontana: codice giallo, ambulatorio dedicato, mediazione culturale se serve (i dati dicono di 60 italiane e 40 straniere su cento). Lì infermieri e medici sono obbligati a dare conto alle forze dell'ordine nei casi gravi, e scatta l'accompagnamento, fino alla collocazione in abitazione protetta della donna e degli eventuali figli nei casi più a rischio.Nel 2016 si sono contati 226 arrivi, compresi parecchi tentativi di omicidio. Piera Stretti ha illustrato il ruolo della Casa delle donne, nata nel 1989, tuttora unico centro antiviolenza. La sua storia è stata raccontata in un libro da poco uscito sui centri presenti in Italia dal titolo «Altre stelle» di Luca Martini, edizioni Mimesis. La rete è attiva dal 2014, come vuole la legge. Ne hanno trattato anche Donatella Albini, delegata dal sindaco alla Sanità, Diletta Scaglia delle Pari Opportunità della Provincia, Adele Ferrari dell'Ats, le sindacaliste Laura Marini della Uil, Silvia Spera della Cgil, mentre Laura Valgiovio della Cisl ha coordinato. Le relatrici hanno rammentato anche la circolare dell'Inps che riconosce il congedo retribuito alle vittime. Non sono mancate le richieste di miglioramento: più posti per coloro che devono lasciare il tetto familiare, fondi non da bando bensì strutturali, più attenzione alle mutilazioni genitali che non vengono mai segnalate. «Un solo caso sinora» ha riferito Alfonso Iadeviaia, dirigente della Polizia di Stato, rivolgendo un appello ai pediatri.

* articolo Bresciaoggi

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