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Sanità, carenze di organico «non più sopportabili»

Venerdì 24 marzo c'è stato l'incontro al Pirellino con i consiglieri regionali bresciani. Ronchi (Cgil): malessere diffuso in tutti gli ospedali


Non è solo l’ospedale Civile ad avere problemi. È tutta la sanità bresciana a soffrire di carenze che le forze sindacali ritengono non più sopportabili. Il quotidiano di infermieri, operatori socio-sanitari e tecnici sanitari è fatto di riposi saltati e ferie non godute per far fronte alla carenze croniche di personale e ad un turn over che non viene sempre onorato a dovere.

Il tutto con la popolazione di operatori di età media sui 50 anni, con una serie di limiti funzionali certificati nell’esercizio di una professione dura e con il 15% del personale che usufruisce della Legge 104 per accudire famigliari in difficoltà. L’appello a trovare un rimedio (che non sta solo in nuove assunzioni, ma anche nel cambiamento dell’organizzazione del lavoro) arriva dai sindacati seduti al tavolo della sanità bresciana. Le proposte della politica cercano di garantire maggiori fondi da assegnare al comparto in difficoltà.

«Così non si può continuare», dicono i sindacati. «Il malessere è diffuso in tutte le Asst» conferma Stefano Ronchi della Cgil. Mancano infermieri e Oss sul Garda, in Franciacorta servirebbero 40 persone. Mentre al Civile – l’Asst più trasparente – c’è bisogno di 10 infermieri per il dipartimento di Anestesia e rianimazione e altrettanti per il dipartimento chirurgico. A Brescia, mancano in organico anche 75 Oss. L’altro grande problema è quello della sanità privata: «Sono 10 anni che i dipendenti non ricevono un aumento della paga base e questo – dice Ronchi – significa una perdita del loro potere d’acquisto».

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