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cgil CGIL - Camera del Lavoro di Brescia

Il vero obiettivo è la Carta dei diritti

Cgil: «Il decreto legge del governo, che cancella l’attuale istituto dei voucher e ripristina la responsabilità solidale negli appalti, è un primo straordinario risultato della nostra iniziativa ma continua la mobilitazione per un Paese diverso, più equo nella distribuzione della ricchezza, più giusto nei confronti delle giovani generazioni e del loro diritto ad avere un lavoro, un Paese che scommette sul lavoro e le sue competenze valorizzandolo»


«Il decreto legge del governo, che cancella l’attuale istituto dei voucher e ripristina la responsabilità solidale negli appalti, è un primo straordinario risultato della nostra iniziativa». Lo dice la Cgil con un volantino che sta circolando in questi giorni in tutte le città e nei luoghi di lavoro. «Dopo tanti anni abbiamo riportato il lavoro e le sue condizioni al centro della discussione nel Paese», sostiene il gruppo dirigente di Corso d’Italia. «Ora il Parlamento deve trasformare in legge il decreto del governo affinché la Corte di Cassazione possa dichiarare accolte le nostre istanze e quindi superato il voto referendario.
«Per questo non smobilitiamo. Siamo e saremo impegnati ogni giorno fino a quando la legge su voucher e appalti non verrà approvata. E poi ancora continueremo la nostra mobilitazione per sostenere la Carta dei diritti universali del lavoro».

MA IL VERO OBIETTIVO E’ LA CARTA DEI DIRITTI UNIVERSALI
Dopo la decisione del Consiglio dei ministri sui voucher si moltiplicano i commenti (spesso critici nei confronti del Governo e della battaglia della Cgil) e sono in molti a commettere l’errore di guardare alla pagliuzza e non alla trave. Il problema, infatti, non è il rischio del ritorno al nero aboliti i voucher come sostengono alcuni dirigenti della Cisl (Bentivogli, Furlan, Petteni, ecc, vedi anche Enrico Marro sul Corriere Economia di oggi), ma la degradazione generale del diritto del lavoro. Il percorso dichiarato fin dall’inizio dalla Cgil è invece molto chiaro: l’obiettivo strategico è il nuovo Statuto delle lavoratrici e del lavoratori degli anni Duemila. «I referendum – si legge in un editoriale di RadioArticolo1 - avevano il compito, ora anche il merito, di aprire una grande discussione a partire dalla necessità di arginare le nuove forme della precarietà e di sfruttamento della prestazione lavorativa, ed eliminare i voucher e gli appalti facili. Tuttavia, questo era (e resta) solo un primo passo per ribaltare la logica delle politiche degli ultimi anni che hanno frammentato, diviso, impoverito il lavoro. Di qui il richiamo e l’impegno a sostenere con ancora maggior vigore il percorso parlamentate della Carta dei diritti che ha appena cominciato il suo percorso alla Commissione lavoro della Camera dei Deputati. «Una Carta fondata sul diritto ad avere dei diritti - ricorda la Cgil - a prescindere dalla tipologia di lavoro, che valorizza la contrattazione come luogo di partecipazione dei lavoratori alle scelte delle imprese, che definisce regole democratiche per la rappresentanza e la rappresentatività, che riscrive le tipologie di lavoro e le norme adesso collegate».

La Cgil dunque rilancia. Rafforza il suo impegno perché la battaglia per i diritti «è una battaglia per un Paese diverso, più equo nella distribuzione della ricchezza, più giusto nei confronti delle giovani generazioni e del loro diritto ad avere un lavoro, un Paese che scommette sul lavoro e le sue competenze valorizzandolo».

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