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Porta a porta, se il lavoro è dimenticato. Lo studio


* Lombalgie, discopatie, lesioni osteoarticolari, rumore, irritazioni cutanee, problemi alle vie respiratorie. È l'elenco molto parziale dei danni a cui possono andare incontro i lavoratori addetti allla raccolta differenziata porta a porta, effetto collaterale spesso dimenticato del sistema di gestione dei rifiuti in profonda trasformazione da alcuni anni e al centro ieri di un convegno agli Artigianelli promosso da Camera del Lavoro ed Fp Cgil. Un questionario tra i lavoratori (qui il testo integrale), presentato ieri da Roberta Meazzi (Rsu Cauto)  realizzato nei mesi scorsi attraverso un laboratorio di analisi e confronto fra RLS e RSU delle imprese dell'igiene ambientale, da un gruppo di lavoro coordinato dal medico del lavoro Ettore Brunelli evidenzia ritmi e condizioni degli addetti al porta a porta.

Esempi? Alla domanda «Quante volte si compie la movimentazione di lancio in un turno di lavoro»? tutti hanno risposto: «Più di 400». E questo vale per i sacchetti del vetro, che pesano circa 10 chilogrammi, la carta (dai 5 ai 15 kg),  o l'umido (6 kg). Oltre il 40% degli addetti denuncia una fatica fisica «eccessiva», che sale al 70% nel caso di «sforzi agli arti superiori o inferiori». Percentuali analoghe tra chi afferma di sentire dolore alle spalle o alla schiena. A oltre un terzo degli intervistati è stata diagnosticata l'ernia o la protusione discale, nove su dieci dicono che a fine lavoro riescono a gestire con difficoltà relazioni personali o famigliari. Ai colleghi delle partecipate va forse un po'meglio (se non altro come stipendio) ma tutti - da Mario Piovanelli (Rsu Aprica) a Luigi Bazzoli (Rsu garda Uno) fino a Carlo Cottelli (Rsu Lgh) - hanno sottolineato un peggioramento progressivo delle condizioni di lavoro. «Molto complicato - ha spiegato Cottelli -, sette ore in questo modo, a 35 gradi in estate e sotto zero in inverno».

A Brescia gli addetti direttamente impegnati nel porta a porta sono circa 700, poco meno di un centinaio i Comuni che hanno superato il 65% di rifiuti differenziati, prospettive di crescita imposte anche dalla normativa europea  che proprio nei giorni scorsi ha innalzato al 70% l'obiettivo di riciclaggio per i rifiuti solidi urbani e all'80% per gli imballaggi. «Secondo la valutazione della Commissione il raggiungimento di questi obiettivi consentirebbe di creare 580 mila posti di lavoro in Europa, 190 mila in Italia - ha osservato Oriella Savoldi della segreteria della Camera del Lavoro -, con un risparmio annuo di 72 miliardi di euro per le imprese grazie ad un uso più efficiente delle risorse». La denuncia dei danni collaterali per i lavoratori impegnati nel porta a porta non è quindi un chiedere di tornare indietro, anzi, ma è mettere sul tavolo le condizioni del lavoro partendo dal presupposto che la raccolta differenziata, nell'ottica dell'economia circolare e in un contesto di filiera lunga, è una grande opportunità da cogliere anche sul piano economico. Ma, questo è il punto, se l'economia circolare produce effetti positivi, a pagare il conto non possono essere i lavoratori. Il che significa interrogarsi sugli appalti di affidamento del servizio e avviare una «contrattazione virtuosa» a tutti i livelli.

Qui l'intervento introduttivo di Oriella Savoldi della segreteria della Camera del Lavoro

Tutela della salute e prevenzione nei luoghi di lavoro: dal “modello operaio” di fare salute al D.Lgs. 81;
dai delegati dei Consigli di Fabbrica ai Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza
Relazione di Ettore Brunelli, medico del lavoro

Rischi occupazionali nel settore gestione rifiuti
Relazione di Pier Ugo Carletti, Dirigente Medico 1° Livello - Sede INAIL di Brescia

* articolo Corriere della Sera

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