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IL DIBATTITO SUI QUOTIDIANI NAZIONALI

Crisi di Governo, voto sì o voto no? Mattarella: prima una legge elettorale omogenea


Uno stop forte e chiaro. La notizia del giorno riguarda la netta presa di posizione del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella nei confronti di Matteo Renzi, che aveva tentato di accelerare sulle elezioni anticipate. E ovviamente nei confronti di tutti quelli che in queste ore hanno tentato di aprire la strada al voto, da Grillo a Salvini, ma anche il ministro Alfano e qualche esponente del Pd. Per il presidente Mattarella non è pensabile andare a votare senza la nuova legge elettorale. Quasi tutti i quotidiani aprono sulle dichiarazioni del presidente: “Inconcepibile il voto subito” (Corriere della Sera), “Mattarella e Pd frenano Renzi” (Repubblica), “Mattarella: no al voto subito” (Il Messaggero), “Elezioni, Mattarella frena Renzi” (La Stampa), “Matteo da legare” è il titolo della copertina del manifesto. Più in difficoltà i titolisti e il direttore dell’Unità, che se la devono cavare con un “Renzi: governo istituzionale o il voto”. Apertamente antirenziano il Fatto Quotidiano: “Renzi prende altre due sberle”, mentre i giornali di destra gridano al possibile “inciucio”.

Tra i tanti commenti che riflettono sulla sorpresa del referendum da segnalare oggi quello di Alessandro Portelli sul Manifesto (“Ripartire da ciò che unisce le persone civili” ) e quello di Linda Laura Sabbadini su La Stampa: “Gli italiani esclusi dal benessere” (p.25 con richiamo in prima). Da segnalare anche – a proposito di legge elettorale e della prossima decisione della Corte Costituzionale sull’Italicum una interessante intervista al presidente emerito Ugo De Siervo: “Non credo che la Corte possa intervenire” (Corriere della Sera, p.12). Su Repubblica è Stefano Folli a escludere categoricamente la possibilità di elezioni a Carnevale

Ed è l’Istat a rilanciare l’allarme povertà: in Italia sono ormai più di 17 milioni le persone che vivono sotto la soglia minima, mentre cresce in modo esponenziale la diseguaglianza visto che dal 2009 al 2014 il reddito in termini reali è calato soprattutto per le famiglie appartenenti alla fascia più povera della popolazione.

LA CGIL E’  STATA SUBITO CONTRARIA AL VOTO ANTICIPATO. No alle elezioni anticipate, no a soluzioni pasticciate e a pericolose scorciatoie. Lo ha ribadito ieri il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso a proposito della complicata fase politica che sta vivendo il Paese. “Ci sono molte scadenze da rispettare, a partire dalla legge di Bilancio. Non si può avere un atteggiamento di ritorsione, è necessario non precipitare le scelte. Ci vogliono le condizioni per votare, bisogna prendersi il tempo utile per fare una legge elettorale che dia risposta alla domanda di partecipazione che è venuta dal paese”.

CAMUSSO: ORA LA CARTA DEI DIRITTI E I REFERENDUM SUL LAVORO. Ieri il segretario generale Cgil ha parlato anche dei tre quesiti referendari sul lavoro e della Carta dei diritti universali. “Una volta approvata la legge di bilancio, chiederemo che la commissione cominci a discutere la nostra proposta di legge di iniziativa popolare sulla Carta dei diritti e interloquiremo con i gruppi parlamentari”, ha spiegato: “In questi giorni la Corte di Cassazione dovrebbe dare il via libera alla validazione delle nostre firme, quindi ci auguriamo che venga definito il periodo in cui si voterà per il referendum”.

DOBBIAMO STUDIARE BENE QUEL VOTO DEI GIOVANI. Parlando dei risultati elettorali del referendum, la leader della Cgil ci ha tenuto a precisare che “la risposta del Paese è stata massiccia. È emersa una grande voglia di partecipazione e di decidere. Nessuno si aspettava un'adesione al voto così alta, soprattutto per quanto riguarda i giovani, che sono stati partecipi e molto decisi”. Approfondendo il discorso sulla partecipazione dei giovani, Camusso ha rimarcato che “si è costruita una campagna sull'idea che la Costituzione era contro i giovani, invece i giovani sono stati i primi a dire che la Costituzione andava conservata”.

L’EUROPA DEVE CAMBIARE VERSO. Lo ha detto ieri ai microfoni di Radio Articolo 1 Fausto Durante, responsabile delle politiche europee e globali della Cgil. “La Ue deve abbandonare l’austerity e passare a una politica d’investimenti, in grado d’innescare la ripresa produttiva e quindi lo sviluppo industriale e manifatturiero, puntando sui servizi e le infrastrutture, per combattere le diseguaglianze esistenti oggi nel continente. Il problema è che Jean Claude Juncker continua a bacchettare tutti, ma il suo piano da 300 milioni, peraltro assolutamente insufficiente sotto il profilo della disponibilità economica, non si sa che fine abbia fatto.

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