24 ottobre 2016 - Ho letto con interesse il servizio sul Corriere Brescia che ha dato conto dei piani organizzativi strategici di ATS e delle ASST bresciane dei quali ho apprezzato la sintesi efficace (e non facile).
Ho letto anche di un giudizio totalmente ingeneroso del consigliere Rolfi che addebita ai dirigenti scelte poco coraggiose.
Io vorrei invece dapprima esprimere un apprezzamento per il lavoro che è stato fatto, in un periodo nel quale immagino che molte energie siano state spese per dare una prima attuazione alla riforma senza mandare all'aria quello che già prima funzionava.
Dopodiché vorrei ricordare che attualmente le aziende pubbliche soffrono di gravi incertezze derivate dalla stessa incertezza normativa.
Per esempio, a riguardo della rete territoriale (chiave della riforma stessa) ho capito che ancora nessuno è in grado di sapere che cosa esattamente saranno i Pot e che cosa saranno i Presst ( modalità, articolazione di servizi ecc) e siamo tutti in attesa di Deliberazioni della Giunta Regionale specifiche date per imminenti ma ancora assenti.
Infine, e questo è il fatto più grave a mio giudizio, la riforma ha confermato le criticità date dalla cosiddetta "libera scelta" ed inoltre, mettendo gli erogatori pubblici e privati sullo stesso piano, ha costretto l'offerta pubblica ad organizzarsi senza sapere quale sarà (e chi e e come asseconderà) l'offerta privata di servizi.
Per capirci, ora sappiamo che ai tempi del Celeste le scelte strategiche si prendevano a bordo dello yacht del sig. Daccò.
Dove vengano prese ora è mistero, visto che la riforma bypassa questo nodo.
Allora i direttori delle aziende pubbliche sono obbligati a giocare una partita con la benda sugli occhi.
Pertanto il consigliere Rolfi, che se la canta e se la suona visto che è anche il presidente della cosiddetta terza commissione che si occupa appunto di Sanità, scarica sulla dirigenza responsabilità solamente sue e della sua Giunta.
Luciano Pedrazzani
Segreteria Camera del Lavoro di Brescia
LETTERA AL CORRIERE BRESCIA DI LUCIANO PEDRAZZANI DELLA SEGRETERIA DELLA CAMERA DEL LAVORO
Sulla riforma della sanità a Brescia