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RICCARDO SANNA, RESPONSABILE DIPARTIMENTO SVILUPPO DELLA CGIL NAZIONALE

«Una manovra gattopardesca, avremo un altro anno di stagnazione»


20 ottobre 2016 - Potrebbe essere oggi il giorno della verità per il giudizio sulla legge di Bilancio italiana. Confermato infatti il vertice a Bruxelles durante il quale il presidente del consiglio Matteo Renzi, reduce dal viaggio americano, dovrà convincere la Commissione della correttezza delle cifre contenute in un testo che ancora sembra in lavorazione. In ogni caso il governo italiano è già in ritardo con i tempi e la presentazione vera e propria è stata rimandata a lunedì. La Cgil ribadisce intanto il giudizio negativo sulla manovra. Già nella intervista pubblica lunedì dal Corriere della Sera (disponibile sul sito della Cgil, www.cgil.it), il segretario generale Susanna Camusso aveva rilanciato le critiche sull’impostazione della manovra che non ha alcun respiro strategico, batte vecchie strade e non mette in campo gli investimenti pubblici che permetterebbero un vero rilancio dell’economia.
 
Ieri è intervenuto anche Riccardo Sanna, responsabile del Dipartimento Sviluppo della Cgil nazionale.

“La prima cosa che va denunciata della legge di Stabilità 2017 è il metodo: c’è un ritardo clamoroso sui tempi istituzionali, di nuovo siamo all’assenza di un testo, che si può dedurre solo dal Def inviato all’Europa - ha sottolineato Sanna -. Quanto al merito della manovra, non c’è dubbio che oltre ad essere una legge elettorale, piena di gadget, un ambaradan che produrrà al massimo l’1% di crescita, sarà comunque una manovra di bilancio dentro un criterio di austerità, sia pure più flessibile che in passato. Insomma, grandi annunci, in realtà sembra che tutto cambi, ma nulla cambia: il verso è sempre quello del Gattopardo, e per tale motivo avremo un altro anno di stagnazione”. Per il terzo anno consecutivo la scommessa è di dare soldi alle imprese affinché investano.  In termini di occupazione i risultati di tutti i soldi dati alle imprese sono "davvero scarsi" e gli ultimi dati Inps stanno lì a testimoniarlo: riduzioni delle assunzioni a tempo indeterminato, aumento di oltre il 30% di licenziamenti individuali, una permanenza al lavoro solo in virtù dell’allungamento dell’età pensionabile. "Sulle pensioni, c’è una risposta positiva a 3,3 milioni di pensionati, vedi aumento della quattordicesima – ha ricordato Sanna –. Tuttavia, il condono che c’è nell’aria in merito alla trasformazione da Equitalia a Equientrate, e di nuovo l’applicazione della cosiddetta volontary disclosure, cioè dell’emersione dei capitali, anche quelli occulti sul territorio nazionale, oltre all’assenza di qualsiasi riduzione dell’Irpef nemmeno nel 2018, malgrado le promesse fatte, non farà altro che accentuare le diseguaglianze, aumentando la povertà relativa e assoluta, anziché risolvere il problema della domanda di redditi, quindi di consumi, che poi alimenta a sua volta quella d’investimenti e di creazione dell’occupazione. In più, c’è un taglio alla spesa annunciato, che comporterà almeno 3 miliardi di effetti negativi sulla domanda”. Infine, sui rinnovi contrattuali di 3 milioni di lavoratori pubblici, le risorse a disposizione sono poche.

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