via Fratelli Folonari, 20 - Brescia Centralino 030.37291
cgil CGIL - Camera del Lavoro di Brescia

NON PIÙ IMMIGRATI PER LA BUROCRAZIA

Brescia, nel 2015 oltre 7 mila acquisizioni di cittadinanza


Felicia, 51 anni, di origine rumena, in questi giorni è particolarmente di buon umore. La scorsa settimana ha ottenuto la cittadinanza italiana: «Mi sono emozionata e mi sono sentita molto onorata perché il Paese che mi ospita mi ha dato fiducia e mi ha donato qualcosa di solo suo». Felicia è una delle oltre mille persone che quest’anno in città ha ottenuto la cittadinanza. Lo scorso anno erano state 1.580 e tutto lascia pensare che nel 2016 le cose non andranno diversamente.

In provincia di Brescia, nel 2015, le cittadinanze concesse sono state ben 7.158. Sono numeri molto alti, impensabili fino a pochi anni fa. Nel 2012 le cittadinanze acquisite erano meno della metà e dieci anni fa addirittura un decimo. E così anche a livello provinciale. È il fenomeno che nei giorni scorsi l’Istat ha definito «il processo di stabilizzazione della presenza straniera nel nostro Paese». Nei primi anni del passato decennio il numero di immigrati è cresciuto in modo notevole, a colpi di diecimila unità o quasi all’anno, mentre è stabile o quasi da circa 6-7 anni. Colpa della crisi si è detto, che ha fatto rallentare le migrazioni da lavoro. Questo è senz’altro vero, ma lo è di più il fatto che tanti immigrati di lungo periodo non sono più tali perché nel frattempo sono diventati cittadini italiani. Il confronto tra il 2014 e il 2015 è esemplificativo: nel 2014 gli immigrati registrati in provincia di Brescia erano poco più di 166 mila, mentre nel 2015 sono scesi a 163 mila. Tremila in meno, ma nello stesso lasso di tempo ci sono state più di 7 mila acquisizioni di cittadinanza. Non più immigrati per la burocrazia, ma con passaporto italiano ed europeo.

In dieci anni le nuove cittadinanze sono state più di 36 mila

In dieci anni le nuove cittadinanze in provincia di Brescia sono state più di 36 mila, delle quali oltre 6 mila nel solo capoluogo. Non è automatico che tutti siano rimasti in provincia di Brescia, un passaporto europeo permette anzi possibilità di movimento prima precluse, ma sono numeri significativi. Trentaseimila nuovi cittadini, a livello provinciale, rappresentano infatti circa il 3% della popolazione complessiva residente. Non solo, lo sguardo sull’immigrazione è concentrato da tempo sui rifugiati e i richiedenti asilo, che in provincia di Brescia sono circa 2.500, un terzo circa degli ex migranti che nel solo 2015 hanno ottenuto la cittadinanza italiana. I migranti di dieci anni fa o più hanno ora i requisiti per diventare italiani ed è a seguito di queste dinamiche che – osserva l’Istat – diminuiscono i cittadini non comunitari di alcune collettività storiche presenti in Italia da lunghissimo tempo, come quella marocchina o quella albanese. Realtà quindi sempre più consolidata, nel report l’Istat ricorda invece che per i nuovi arrivati sono cambiate le motivazioni: non più permessi di lavoro, quasi prossimi allo zero a livello nazionale, «in forte ascesa quelli per asilo e protezione umanitaria». In numeri assoluti, a livello nazionale, i nuovi permessi rilasciati sono stati 238 mila, il 4% in meno del 2014. Felicia intanto continua a essere contenta. In Romania, laureata, insegnava Fisica e Chimica ma si è trasferita in Italia per poter permetter al figlio Andrei di laurearsi. Fa la collaboratrice domestica, preferiva insegnare e questo cruccio un po’ le è rimasto, ma a Brescia è contenta e si sente a casa

Approfondimenti