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RIPRESA LA TRATTATIVA, PROSSIMO ROUND IL 12 OTTOBRE

Metalmeccanici, «su salario proposte Federmeccanica insufficienti»


La proposta avanzata oggi da Federmeccanica è “sostanzialmente diversa” rispetto a quella dello scorso 22 dicembre, che era stata “respinta unanimemente da Fim, Fiom e Uilm e contro cui abbiamo proclamato e attuato scioperi, blocco delle flessibilità e degli straordinari”, ma sul salario ancora non ci siamo. Così Maurizio Landini, segretario generale della Fiom, al termine dell’incontro che oggi, 28 settembre, ha visto la ripresa della trattativa per il rinnovo del ccnl dei metalmeccanici e che comunque viene giudicato “un primo risultato delle lotte e delle mobilitazioni delle lavoratrici e dei lavoratori metalmeccanici, della tenuta unitaria delle organizzazioni sindacali, a partire dall'obiettivo di confermare il ruolo salariale del contratto nazionale per tutte le lavoratrici e tutti i lavoratori”.

Federmeccanica ha proposto ai sindacati un recupero con decalage dell’inflazione. L’adeguamento dei salari sarebbe al 100 per cento nel 2017, per poi scendere al 75 e al 50 nel 2018 e 2019. Ed è proprio questo aspetto che non soddisfa i sindacati. “Non possiamo infatti accettare la riduzione programmata del potere d'acquisto dei lavoratori attraverso il decalage del recupero dell'inflazione che Federmeccanica propone – ha detto Landini –. Il recupero integrale dell'inflazione deve essere garantito a tutti e non può essere sostituito da forme di welfare. Tema, quest'ultimo, che riteniamo utile e positivo che venga discusso nel Contratto nazionale, per garantire così a tutti i lavoratori la certezza di erogazione di risorse e/o servizi”.

Anche Marco Bentivogli, segretario generale della Fim Cisl, giudica l’incontro un “asso avanti ma insufficiente”. Per il sindacalista, “il recupero inflattivo deve essere riconosciuto in pieno, e per tutti, con le basi di calcolo condivise nei contratti precedenti. Se l'inflazione si dà a consuntivo dopo 18 mesi, bisogna  riconoscere gli arretrati con meccanismi di tutela, altrimenti troppi  mesi senza tutela di potere d'acquisto restano pesantemente scoperti". "Con un'inflazione bassa, riconoscerne quote minime e su basi di calcolo ridotte è assurdo", ha sottolineato Bentivogli.

Per la Landini, i sindacati non si sottraggono alla sfida di un contratto innovativo, ma “la sperimentazione di un nuovo impianto” deve partire dal fatto che “la contrattazione nazionale e quella aziendale abbiano un ruolo distinto: con il contratto nazionale destinato a garantire ed estendere i diritti universali (potere d'acquisto, sanità e previdenza complementare, formazione, sistema degli orari, inquadramento, partecipazione) e una qualificazione del contratto di secondo livello (aziendale e territoriale) che permetta un confronto reale con le imprese su organizzazione e qualità del lavoro, orario, professionalità e premi salariali di risultato”.

Questa sperimentazione, per il leader Fiom, “è anche l'occasione per rendere applicabile nel contratto nazionale i contenuti del Testo unico sulla rappresentanza affinché attraverso le regole e la democrazia si arrivi a un contratto unitario in cui le lavoratrici e i lavoratori abbiano un ruolo decisionale, ricomponendo così l'unità del mondo del lavoro”. Il prossimo appuntamento, già fissato per il prossimo 12 ottobre, ha concluso, “sarà perciò un momento importante per verificare la possibilità di arrivare a una conclusione positiva e condivisa della vertenza, affrontando tutte le tematiche che nei mesi scorsi sono state oggetto di negoziato”.

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