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cgil CGIL - Camera del Lavoro di Brescia

Crisi e manifattura, cosa è successo a Brescia? La ricerca della Cgil


16 giugno 2016 - Le province «gemelle» di Brescia e Bergamo, entrambe ai primissimi posti in Europa per il comparto manifatturiero, hanno risentito della crisi in modo differente. È quanto emerge da uno studio promosso dalla Camere del Lavoro di Brescia, Bergamo e della Valcamonica ed esposto ieri all'auditorium di Corte Franca. A finire sotto la lente i bilanci di 1.228 aziende con ricavi superiori ai 10 milioni di euro. Dal 2007 al 2014 le imprese manifatturiere, il cui giro di affari si attesta sui 64,9 miliardi di euro, hanno visto il loro fatturato scendere del 13,6%. Notevole il calo termini di redditività, con una flessione del 50,2% e degli addetti del settore, -10,9% per un totale di 185.278 persone. Proprio su quest'ultimo aspetto la forbice tra le due province si amplia. Se a Bergamo si è passati da 134.480 lavoratori a 111.351, a Brescia si è assistito ad un leggero aumento nell'arco degli otto anni. Gli addetti del comparto sono infatti risultati essere 73.928 nel 2014, numero sostanzialmente in linea con i 73.562 del 2007. «Questo è un importante segnale della parziale tenuta del settore - commenta il segretario della Cgil di Brescia Damiano Galletti -,dovuta soprattutto agli ammortizzatori sociali che hanno garantito ai lavoratori una continuità professionale anche nei momenti peggiori». Galletti però non sottovaluta le conseguenze della crisi economica, che ha avuto nel 2009 il suo annus horribilis, e attacca la politica rea a suo dire «di essere distante da queste tematiche. Oggi le Camere del lavoro di due importanti province hanno presentato, lavorando insieme, un quadro complessivo del settore manifatturiero - chiosa -. Perchè nessun politico si è degnato di venire ad ascoltare quanto è stato rilevato attraverso questo studio?». Proprio da questi risultati è emersa la maggiore capacità di Brescia rispetto a Bergamo di reagire alla crisi. «Nonostante la minor diversificazione del comparto, con una predominante presenza di imprese meccaniche e siderurgiche», sottolinea il segretario provinciale della Cgil di Bergamo Luigi Bresciani, Brescia è stata meno intaccata della «gemella». Diverso il discorso quando si scende sulle differenze all'interno della stessa provincia. «La Valcamonica ha assistito in questi otto anni alla diminuzione di un terzo delle sue aziende - spiega il segretario della Cgil Valcamonica Gabriele Calzaferri -, con un conseguente forte impatto sul valore della produzione».

La ricerca: qui il link per leggerla

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