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cgil CGIL - Camera del Lavoro di Brescia

LA NOTA DI CGIL, CISL, UIL BRESCIA E VALCAMONICA INSIEME AI SINDACATI DI CATEGORIA DEGLI EDILI DOPO L'EMERSIONE DELLA TRUFFA DA 500 MILIONI DI EURO CHE HA COINVOLTO QUASI UN CENTINAIO DI PERSONE LEGATI A 62 IMPRESE

Se truffe e frodi nel Bresciano diventano sistema


27 maggio 2016 - La notizia che  la Procura della Repubblica di Brescia ha contestato a decine di persone nella nostra Provincia reati fiscali finalizzati, attraverso artifici contabili, ad omettere il pagamento dei contributi dovuti all'INPS stimati in un valore pari a circa 500 milioni di euro, da decine di imprese edili del nostro territorio, per i loro dipendenti, ripropone il dato di diffuse pratiche truffaldine presenti in diversi settori dell'economia della nostra provincia e non, con il coinvolgimento di professionisti, imprese e prestanome prezzolati. (il comunicato in pdf)

Impressiona oggi la dimensione della truffa sia per valore economico , sia per il numero di imprese coinvolte, non è invece una novità che periodicamente il settore edile bresciano sia soggetto alle attenzioni degli inquirenti per le ipotesi di evasione fiscale e di truffa allo Stato ed agli Enti Previdenziali.
L'ultima notizia in tal senso risale allo scorso 12 maggio, dove la stampa dava conto di un'indagine svolta dalla Guardia di Finanza di Brescia che ha portato alla scoperta di una frode fiscale per un valore stimato in 70 milioni di euro, anche in questo caso con il coinvolgimento di diverse imprese edili operanti in tutta la Lombardia e con decine di indagati nella nostra Provincia.  Analoghe notizie possono essere rintracciate sulla stampa locale negli anni scorsi.

Tutto questo evidenzia l'esistenza di un sistema, creato da professionisti disonesti al servizio di decine di imprese che fanno dell'evasione fiscale, dell'evasione contributiva e della creazione di falsi crediti fiscali la principale dimensione della loro attività.

Tutto questo non può trovare alcuna giustificazione nella crisi che ha colpito negli anni scorsi il settore delle costruzioni, il metodo e l'estensione del fenomeno fanno pensare ad una deliberata e consapevole scelta di sfruttare la scarsa possibilità di attivare controlli tempestivi su attività che per loro natura si spostano sul territorio e sono difficilmente controllabili ed intercettabili, anche perché spesso frantumate in migliaia di cantieri sparsi.


In questi casi la scelta “imprenditoriale” non è quella di realizzare beni o infrastrutture, tutto diventa un paravento dietro cui nascondere la vera finalità di impresa, truffare la collettività, lo Stato, gli Enti Previdenziali ed i lavoratori.


L'estensione del fenomeno ci fa pensare che esista un costume diffuso nel comparto delle Costruzioni anche di soggetti che pur non essendo coinvolti o complici delle malefatte, preferiscano ignorare tutto ciò, per non correre il rischio di essere loro stessi impossibilitati a continuare con la loro attività, anche perché nel passato si è potuto verificare l'esistenza di stretti collegamenti tra questi “sistemi” e gli interessi della criminalità organizzata.

Accanto a tutto questo esiste inoltre il modificarsi delle condizioni dei lavoratori edili, che esposti al ricatto conseguente al rischio di perdita del posto di lavoro, vedono ridursi il loro salario e negati i diritti previsti dalle leggi e dai contratti collettivi. Spia di tutto questo è ad esempio l'esplodere del fenomeno delle partite IVA sempre più presenti nei cantieri o la presenza più diffusa,nei cantieri edili, di imprese che non applicano il contratto di lavoro dell'edilizia, pur dichiarando alla Camera di Commercio di svolgere attività edili.

Che anche in questa direzione vi siano abusi e dimostrato dai dati diffusa a livello nazionale dall'INPS, dai quali si evince che mentre negli ultimi 8 anni i lavoratori edili in Italia (anche a Brescia) si sono sostanzialmente dimezzati le partite IVA nel settore sono rimaste sostanzialmente stabili.

Anche per fronteggiare questa emergenza, sul versante del lavoro, abbiamo caldeggiato in occasione del rinnovo del contratto provinciale dell'edilizia sottoscritto con il Collegio Costruttori di Brescia, la definizione di forme di collaborazione con gli Enti interessati alle autorizzazioni ed alla sorveglianza sui cantieri edili, al fine di costruire, mediante la messa in rete delle informazioni sui cantieri, un sistema che consenta controlli più efficaci e tempestivi al fine di intercettare e denunciare comportamento disonesti e truffaldini da parte di operatori del settore nei confronti dei lavoratori e degli enti pubblici.

Su questo terreno abbiamo incontrato una prima positiva risposta, che ha portato alla sottoscrizione di un protocollo di intesa che oltre alle parti sociali ha visto coinvolta anche l'amministrazione comunale di Brescia. Lo strumento, di cui la messa a punto e in fase iniziale, potrà servire a intervenire sulla parte relativa al lavoro nei cantieri, anche se ha bisogno si essere esteso alle altre amministrazioni comunali della Provincia, purtroppo ancora oggi non ha trovato invece piena adesione da parte di Enti quali INPS, INAIL e Direzione Territoriale del Lavoro.

Resta la consapevolezza che i problemi che sono stati evidenziati dalle indagini in corso e dalle denunce conseguenti, per essere affrontati adeguatamente, devono essere visti dalle autorità e dagli organi Inquirenti, come una vera e propria emergenza che  per dimensione e profondità di interferenza con le attività economiche legali, può minare e condizionare l'equilibrio legale ed economico di un importante comparto dell'economia Bresciana come è quello delle costruzioni edili.

Ciò che va infine sottolineato è che quanto accaduto sottrae risorse al lavoro, alla sua protezione e allo stato sociale, è ciò è ancora più inaccettabile in una stagione che vede i diritti delle persone ed in particolare quelli delle lavoratrici e dei lavoratori messi in discussione per mancanza di risorse.

 

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