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cgil CGIL - Camera del Lavoro di Brescia

ORA LA FIRMA

Stefana-Esselunga, i lavoratori votano sì al passaggio


L'ipotesi di accordo del passaggio Stefana/Esselunga è stata oggi approvata dai lavoratori. Su 190 aventi diritto al voto, i votanti sono stati 141. Ad eccezione di un contrario, tutti gli altri hanno votato a favore

di seguito l'articolo di Bresciaoggi di questa mattina, martedì 17 maggio 2016
È stato un incontro interlocutorio ma i sindacati sono fiduciosi in un'intesa. Ieri si è consumata un'altra puntata della lunga storia della Stefana in concordato con i suoi quattro stabilimenti e gli oltre 500 addetti in cigs fino al 2 giugno. Stavolta l'incontro, presente il liquidatore giudiziale Piefranco Aiardi, era con i rappresentanti di Fer-Par, la newco del gruppo Feralpi che ha acquistato il sito di via Brescia, storica ex Profilati Nave, per 10 milioni di euro. Un vero e proprio piano industriale non c'è ancora, in attesa della vendita fissata al 25 maggio, ma le intenzioni per il laminatoio paiono simili al progetto di Caleotto, altro marchio storico nel Lecchese rilevato con Duferco, ovvero mettere a posto l'impianto che fornirà l'acciaieria di Calvisano, far avviare il lavoro per gradi, con una cassa integrazione già richiesta di un anno.Che si arrivi o non si arrivi in tempo a un accordo, il 25 si procederà secondo l'articolo 2112 del codice civile che regola la cessione di ramo d'azienda e il trasferimento diretto della manodopera, come previsto dal bando, con mantenimento dei diritti. si tratta di 91 addetti. «Sarebbe interesse del- l'azienda che ci fosse un documento firmato, ma in ogni caso la procedura fa il suo iter» commenta Daniela Pedrali della segreteria Fim-Cisl, presente alla riunione. Per il sindacato di via Altipiano d'Asiago in una trattativa ci devono essere contropartite: «Se Fer-Par propone una riduzione salariale, con il premio che da fisso diventa variabile, legato alle sorti del business da rilanciare dopo un anno e mezzo di chiusura, allora noi come Fim insistiamo per avere in cambio la disponibilità a riassorbire eventuali disoccupati tra i 192 dell'acciaieria di via Bologna a Nave il cui bando scade il 30 maggio e per la quale non sono a tuttora arrivate offerte», dichiara Pedrali.Martino Amadio, segretario generale di Uilm, si dice certo che «chi subentra vanta serietà e prospettive» (la Feralpi è un gruppo da quasi un miliardo di fatturato e 1300 dipendenti, leader negli acciai da edilizia e speciali), ma è preoccupato per le tante scadenze ravvicinate riguardanti i quattro siti della Stefana, con la spada di Damocle del 2 giugno per l'impianto di via Bologna. Nonostante le richieste dal ministero non ci sono notizie di proroga. «La procedura per via Brescia è avviata, è solo un problema di tempi», afferma Amadio. NON PARE preoccupato dello slittamento a lunedì prossimo di un altro rendez vous con Fer-Par nemmeno Francesco Bertoli, segretario generale di Fiom-Cgil. «È una situazione articolata, su cui riflettere ancora. Ci sono particolari da chiarire, come le questioni attinenti la cassa integrazione» sostiene. L'impresa l'ha già chiesta per dodici mesi ma partirà probabilmente da luglio; nel frattempo gli operai verranno retribuiti dal nuovo proprietario che lo sarà a tutti gli effetti dal 25 di questo mese. In quella data scadrà il bando per via Bologna a Nave e anche quello per Montirone (71 addetti) che aveva visto precedentemente solo l'offerta di Alfa Acciai per un milione, cifra ritenuta troppo bassa, tale da richiedere un rilancio. Questa mattina, intanto, si terrà a Ospitaletto un'assemblea unitaria dei lavoratori della fabbrica per approvare, o meno, l'ipotesi di accordo stilata venerdì con Esselunga. Subito dopo, in caso di assenso, Fiom, Fim, Uilm, Ugl metalmeccanici procederanno alla firma.

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