via Fratelli Folonari, 20 - Brescia Centralino 030.37291
cgil CGIL - Camera del Lavoro di Brescia

SEGNALAZIONI DAI QUOTIDIANI NAZIONALI

Italia, possibile manovra da 10 miliardi


Su La Stampa si parla della lettera della Ue all’Italia sulla flessibilità: “Dalla Ue arriva uno sconto da 14 miliardi”. Bruxelles sarebbe pronta a concedere lo sconto a condizione che Roma sciolga i nodi su Iva e deficit. Sul Corriere della Sera Federico Fubini parla invece di una possibile manovra in Italia da 10 miliardi. Il Sole 24 ore apre con la mappa europea dei redditi: Ricchi e poveri d’Europa, il confronto tra i contribuenti italiani e quelli di Francia, Spagna, Germania, Olanda e Regno Unito. Sempre sul Corriere l’apertura sul vertice mondiale di oggi sulla Libia, mentre l’Italia rinuncia (per ora) a inviare i soldati. Su Repubblica si parla delle polemiche sul bonus bebè proposto dal ministro Beatrice Lorenzin. “Ora serve un piano per le famiglie, ma il bonus bebè divide la politica. Sul tema è interessante l’analisi di Chiara Saraceno, “Un figlio costa anche da grande” (pagina 23 con richiamo in prima). Sulla stessa linea il presidente della Commissione lavoro della Camera, Cesare Damiano con una intervista sul Mattino: “Da solo il bonus bebè è inutile, la sfida sono il lavoro e i contratti”. Il Messaggero sceglie invece di aprire con il contratto degli statali. Secondo il quotidiano romano la trattativa, dopo sette anni di stop, ora potrebbe ripartire: il ministro Marianna Madia parla di aumenti per gli stipendi più bassi e per gli statali più meritevoli. Crescono le polemiche sulle amministrative alle porte. Se votasse a Roma, il leader della Lega Matteo Salvini sceglierebbe Raggi, per non votare il Pd. Oggi la sentenza definitiva sulla lista Fassina.

GIOVEDI’ IN PIAZZA  A ROMA PER LE PENSIONI. “Vogliamo difendere le nostre pensioni. Vogliamo dare un futuro ai giovani. Vogliamo che i pensionati non siano l’unico ammortizzatore sociale. Vogliamo la modifica della legge Fornero”. Sono le richieste dei sindacati dei pensionati che hanno organizzato una grande manifestazione nazionale a Roma, Piazza del Popolo per giovedì  19 maggio. Lo slogan della giornata sarà: “A testa alta. Per rivendicare diritti e dignità”.

SENTENZA THYSSEN. “Siamo soddisfatti, finalmente si arriva alla condanna definitiva dopo una vicenda processuale durata fin troppo. Siamo vicini alle famiglie delle vittime e ai lavoratori, che con la sentenza di oggi hanno ottenuto giustizia”. Così il segretario confederale della Cgil Fabrizio Solari, in attesa delle motivazioni, ha commenta la sentenza della quarta sezione penale della Corte di Cassazione sul rogo avvenuto nella notte tra il 5 e il 6 dicembre 2007 alla Thyssenkrupp di Torino, che provocò la morte di sette operai. “Pur ribadendo la nostra delusione per la riduzione delle pene decisa dalla Corte d’Assise d’appello – sottolinea Solari – accogliamo con favore il pronunciamento della Cassazione, che oggi condanna definitivamente i colpevoli di una tragedia per il mondo del lavoro, facendo giustizia e mettendo la parola fine ad un processo durato troppo a lungo”.

CAPORALATO E MAFIE. PRESENTATO IL TERZO RAPPORTO DELLA FLAI CGIL

Il caporalato è una piaga trasversale, che si estende da Nord a Sud del paese, senza eccezioni e in crescita continua. Per combatterlo serve una "buona legge", il ddl attualmente in Parlamento va discusso e approvato in tempi brevi: se questo non avviene, i sindacati sono pronti a tornare in piazza "perché lo dobbiamo a migliaia di lavoratori in condizioni indegne". Lo ha detto il segretario generale della Flai Cgil, Ivana Galli, presentando venerdì scorso il terzo rapporto Agromafie e caporalato, a cura dell'Osservatorio Placido Rizzotto. Il ministro delle Politiche agricole, Maurizio Martina, si è impegnato ad accelerare il dibattito per arrivare alla legge: "Siamo su questo fronte ogni giorno", ha assicurato. Nella sua introduzione, Ivana Galli ha sottolineato il valore del rapporto: "Negli anni è diventato un punto di riferimento perché fornisce una fotografia scientifica del caporalato". Se ne parla su Rassegna Sindacale con il servizio di Emanuele Di Nicola (http://www.rassegna.it/articoli/serve-una-buona-legge-contro-il-caporalato-2)

INFANZIA. FP CGIL A LORENZIN: 900 MILA BAMBINI ESCLUSI DALL’ ASILO NIDO

Oltre 900 mila bambini in Italia, quelli compresi nella fascia tra sei mesi e due anni, sono esclusi dagli asili nido. Le ragioni sono diverse: in parte per scelta delle famiglie ma, per la gran parte, per l'impossibilità di potervi accedere, tra una scarsa offerta pubblica e l'esosa richiesta privata. È quanto risulta da una elaborazione della Fp Cgil nazionale condotta sui dati Istat relativi all'offerta comunale di asili nido e altri servizi socio-educativi per la prima infanzia, in parallelo con le rilevazioni su natalità e fecondità della popolazione residente, Una elaborazione che la Fp Cgil rilancia dopo le parole del ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, sul rischio crack demografico. Entrando nel dettaglio della elaborazione, il sindacato dei lavoratori dei servizi pubblici della Cgil rileva come nel report dell'istituto statistico (relativo al 2012), l'offerta complessiva di asilo nido e di micro nidi per la prima infanzia - pubblici e privati - copra una fascia di bambini da zero a due anni pari al 17,9% (ovvero 17,9 posti ogni 100 bambini) pari a 289.851 bambine e bambini. Una percentuale lontana non solo dalla media dei paesi scandinavi, che si aggira intorno al 50%, ma anche dalla (passata) strategia di Lisbona che prevedeva entro il 2010 una copertura pari al 33%. La stima di oltre 900 mila bambini senza 'diritto d'asilo', fatta sugli ultimi dati Istat disponibili, si rileva dal totale delle nascita dal 2010 ai primi due mesi del 2012, in modo tale da avere il numero complessivo di bambini (dai sei mesi ai due anni) potenzialmente disponibili all'asilo a partire dall'anno 2012/2013. Si sommano quindi i 561.944 nati nel 2010, i 546.585 nati nel 2011 e la stima dei nati nei primi due mesi del 2012, pari a 89.587. I dati di questo report non solo dimostrano come sia lontanissimo l'obiettivo di mille asili in mille giorni ma sono soprattutto il risultato di una 'collisione' tra il blocco del turn over e i tagli agli enti locali. Un binomio che ha generato un arretramento dell'offerta che rischia di mettere in crisi un servizio, anche laddove è sempre stato un fiore all'occhiello in ambio internazionale.

CONTRATTI: FIRMATO L’ACCORDO FEDERCULTURE, PIÙ SALARIO E DIRITTI

Firmato l'accordo per il rinnovo del contratto nazionale per le lavoratrici e i lavoratori aderenti a Federculture, l’associazione che rappresenta le più importanti aziende culturali del Paese, e insieme a istituzioni pubbliche e soggetti privati è impegnata nella gestione dei servizi legati alla cultura, al turismo, e al tempo libero. Il rinnovo, atteso dal 2009 e relativo al periodo 2016 - 2018, interessa una platea di circa 10 mila lavoratori e, oltre ad un deciso incremento salariale, introduce elementi innovativi sul fronte dei diritti, a partire dal tema delle unioni civili.  L'accordo, precisano le categorie di Cgil Cisl e Uil, “riconosce per la parte economica un incremento tabellare a regime pari al 4,5%, oltre l’introduzione del terzo Elemento aggiuntivo della retribuzione (Ear), insieme all’elemento di garanzia retributiva per i lavoratori delle aziende dove non si svolge la contrattazione di secondo livello e la costituzione di un fondo, pari a 378 euro per ogni lavoratore, destinato a finanziare lo sviluppo professionale e i percorsi di carriera dei lavoratori”.

APPROFONDIMENTI, ANALISI E COMMENTI

Il referendum che spacca il paese. E’ preoccupato Alfredo Reichlin che scrive una lettera a Repubblica (p.23). “Caro direttore, mi pesa dirlo, ma non mi piace il modo come si sta discutendo della riforma costituzionale. Temo uno scontro inconcludente. Dico inconcludente nel senso che chiunque sia il vincitore di questo Referendum il Paese non riesca a uscire dalla sua crisi. Forse esagero ma mi chiedo se ci rendiamo conto del bisogno assoluto che ha questo paese, confuso, sfiduciato come non mai verso la classe dirigente, arrabbiato e impoverito, con divisioni al suo interno che stanno diventando feroci, il bisogno e la necessità di ritrovarsi in una "casa comune"? Stiamo parlando di una riforma Costituzionale, cioè di uno strumento per lo "stare insieme" non per dividerci. Figurarsi se io non vedo i vuoti e i pericoli di un "no". Ma prima di votare io voglio capire bene di che cosa stiamo discutendo. Di una correzione matura da tempo del vecchio bicameralismo perfetto, riducendo il Senato a una dimensione regionale, con in più una serie di misure, alcune anche discutibili, ma nell'insieme accettabili? Oppure si tratta di un plebiscito popolare che Matteo Renzi chiede su se stesso? Sono due cose diverse, e molto diverse. lo non voglio una crisi di governo al buio e di Renzi apprezzo molte delle sue grandi doti. Ma considero una sciagura questa scelta calcolata di spaccare il Paese tra due schieramenti contrapposti.

L’insostenibile leggerezza del dollaro. Ne parla Marcello Minenna sulle pagine del Corriere Economia di oggi (p.9). Ad aprile il surplus commerciale della Germania ha segnato un record assoluto: 23,6 miliardi di euro, guidato da una crescita strepitosa delle esportazioni il cui valore ha superato la soglia di 107 miliardi al mese. L'euro debole ed il superdollaro hanno dunque fatto molto bene alla macchina industriale tedesca. Con lo yuan ancorato de facto alla divisa americana, la svalutazione voluta da Mario Draghi ha creato una corsia privilegiata per il made in Germany verso i mercati extra-Ue: non a caso Usa e Cina rappresentano il primo ed il quinto mercato di sbocco per i tedeschi con 180 miliardi di esportazioni nel 2015. In apparenza sembra che la flessione improvvisa dell'estate scorsa dovuta alla crisi valutaria cinese ed all'affaire Volskwagen, sia stata ampiamente superata. A ben vedere, si tratta di dati da leggere in chiaroscuro insieme al drastico calo della produzione industriale nel mese di marzo: -1,3% rispetto a febbraio. C'è da pensare che l'aria stia per cambiare per l'export tedesco. Da circa tre mesi tendenze economiche che sembravano consolidate hanno invertito il segno. Il dollaro ha cominciato ad indebolirsi (e l'euro a rafforzarsi) sul mercato dei cambi, deprezzandosi del 7%; il prezzo del petrolio ha interrotto il declino, recuperando circa 15 dollari al barile rispetto ai minimi di inizio anno. Emergenti Si tratta di buone notizie per la Cina e le economie emergenti, dove il debito privato emesso in dollari e il basso prezzo dell'oro nero stavano strangolando l'economia e destabilizzando il sistema finanziario. Non a caso le esportazioni dei Brics stanno ripartendo a ritmo sostenuto ( 36% in 3 mesi in Brasile, 35% in Cina) e la volatilità dei tassi di cambio è scesa. L'allarme sui 7.000 miliardi di dollari di debito privato a rischio default nei Paesi emergenti, si sta ridimensionando, grazie anche alla Federal Reserve che ha interrotto a tempo indeterminato il ciclo di rialzo dei tassi. Anche le esportazioni Usa, in difficoltà per via del cambio soprawalutato, stanno tirando il fiato. Europa e Giappone però non sorridono. Negli ultimi 2 anni, Draghi e Kuroda hanno orchestrato delle manovre monetarie espansive monstre (i Quantitative Easing), iniettando oltre 4.000 miliardi di dollari di nuova liquidità nel sistema finanziario internazionale e portando i tassi di interesse in territorio negativo. Il fine esplicito era quello di svalutare in maniera massiccia il cambio e di tirarsi fuori dal pantano della crescita bassa attraverso una ripresa export-driven. A gennaio 2016, nel momento di massima forza del dollaro, lo yen aveva perso quasi il 30% del suo valore e l'euro circa il 20%. La Germania ha tratto evidenti vantaggi dall'espansione monetaria, altri Paesi come l'Italia meno (…)

Approfondimenti