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cgil CGIL - Camera del Lavoro di Brescia

PROMOSSO DAI SINDACATI DI CATEGORIA DOPO L'ULTIMO EPISODIO LUTTUOSO A MASSA CARRARA

Lutto al braccio anche nel distretto delle cave bresciane


11 maggio 2016 - Nel distretto delle cave bresciane di Botticino oggi i lavoratori portano il lutto al braccio. Succede lo stesso nelle cave della Valtellina, della Valle Brembana e in tutti i cantieri lapidei del Paese. L’iniziativa è dei sindacati di categorie Filca Cisl, Fillea Cgil e Feneal Uil per esprimere vicinanza e cordoglio ai familiari e ai colleghi di Carlo Morelli, il lavoratore di 61 anni morto lunedì in una cava di Massa Carrara schiacciato da una lastra di marmo: i funerali avranno luogo proprio oggi.

IMPRESSIONANTE CONTABILITÀ
In un comunicato congiunto Filca, Fillea e Feneal denunciano: “I numeri delle morti bianche nel comparto lapideo (32 lavoratori morti dal 2010 ad oggi) impongono di passare dalle enunciazioni ai fatti. Tutti i soggetti si devono sentire coinvolti nel contrasto agli infortuni”.

CHE DEVE, INTERVENGA
“Le autorità preposte accerteranno le responsabilità dell’incidente, ma è evidente che qualsiasi giustificazione, anche quella economica, che riduce la prevenzione degli infortuni non può più essere tollerata. Il Governo deve intervenire immediatamente su più direzioni (revoca licenza di coltivazione cava in caso di non rispetto delle norme sulla prevenzione degli infortuni, inserimento dell’omicidio sul lavoro, non concessione delle autorizzazioni a soggetti che non sono strutturati e qualificati come imprese, pensionamento anticipato per i lavoratori del settore lapideo) ma i datori di lavoro devono dimostrare con i fatti che sono loro a non tollerare ulteriormente questa situazione”.

AGIRE. ADESSO!
“L’età anagrafica sempre più elevata dei lavoratori, la precarietà del rapporto di lavoro, l’assenza di corsi di formazione sulla sicurezza in ogni singolo luogo di lavoro, sono cause moltiplicatrici degli infortuni in un settore nel quale l’esposizione al rischio è molto più alta di altri settori anche della filiera delle costruzioni. Per queste ragioni chiediamo con forza di agire e di non consegnare alle cronache l’ennesimo dolore famigliare di persone che hanno visto il loro caro uscire di casa per andare al lavoro e non più ritornare”.

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