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La rivoluzione che cambia il sindacato


18 APRILE 2016 - Sarebbe quella della rivoluzione digitale che sta cambiando l’organizzazione del lavoro. Ne parla Roberto Mania sulle pagine di Affari e Finanza di Repubblica con un titolo molto netto: “La new economy cambia il lavoro, sindacati al palo, ultima chiamata. Digitale, robot e professioni la lenta parabola dei sindacati”. Nel suo ampio pezzo Mania cita anche alcune riflessioni del segretario generale della Cgil, Susanna Camusso. Camusso ha una conoscenza dettagliata del capitalismo italiano. Ne parla anche con passione. Ricorda che le medie imprese innovative sono circa un terzo del totale. E che è all'interno di esse che ci sarà il nuovo, prossimo, salto tecnologico. «Ma il resto - dice - rischia di sprofondare». Da entrambi i lati un scenario apocalittico per i sindacati. Uno scenario da disoccupazione di massa. «La prima rivoluzione digitale - aggiunge Camusso - venne raccontata come un processo di distruzione di posti lavoro e di contestuale creazione di altri. Non è andata così e il lavoro è diminuito. Oggi, di fronte a industria 4.0, nessuno racconta più quella favoletta. Tutti sanno che il lavoro sarà distrutto. Certo è un problema anche del sindacato. La domanda da porsi però è un'altra: che cosa fanno le persone se non c'è il lavoro? La pervasività dei robot è progressiva. In Giappone si discute ormai sul livello di convivenza possibile tra robot e uomini, il robot non sostituisce solo l'operaio generico ma anche l'infermiere. L del tutto evidente, ripeto, che non si può pensare che sia solo un problema del sindacato. Ci liberiamo del lavoro? Quale società ci immaginiamo? Quella del reddito di cittadinanza? Un disastro sociale». Insomma è la politica - questa è la tesi del segretario generale della Cgil - che deve muoversi prima, prospettare un'azione per il futuro, definire linee che è difficile non tornare a chiamare di politica industriale. È l'approccio della Germania che ha investito milioni di euro sul progetto della "fabbrica intelligente", mentre da noi nemmeno la banda larga è una conquista….(Repubblica, Affari e Finanza, p.1)

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