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DAI QUOTIDIANI NAZIONALI

La strada maestra degli investimenti


giovedì 25 febbraio 2016 - Dopo le dichiarazioni del presidente della Bce, Mario Draghi sulla necessità di far ripartire l’economia europea sulla base di nuovi investimenti privati, ma soprattutto pubblici, si sta sviluppando un dibattito anche tra gli opinionisti nazionali e quasi ogni giorno i quotidiani pubblicano interventi sul tema. Da segnalare oggi quello di Fabrizio Galimberti che riparte da Keynes: “L’articolo di Keynes e la domanda che manca” .

"Il problema è quello della mancanza di domanda in Europa - si legge nell'articolo di Galimberti -. La produzione industriale di dicembre non è calata solo in Italia, ma anche in Francia, in Germania, nell’Eurozona... Quando la debolezza è corale, è inutile andare a cercare le ragioni nella specificità delle situazioni nazionali. Il problema sta semplicemente nel fatto che la domanda latita – il cavallo non beve – e i soli attori che la possono stimolare sono le politiche di bilancio. Nel 1928 – molto tempo prima della «Teoria generale» del 1936 – Keynes pubblicò un articolo sull’«Evening Standard» chiedendo a Churchill di aumentare la spesa pubblica: «Quando abbiamo disoccupati e impianti produttivi inutilizzati e più risparmi di quanti riusciamo a impiegare in casa, è del tutto imbecille dire che non ci possiamo permettere queste misure».
Ci sono molti disoccupati nell’Eurozona? Sì. C’è molta capacità inutilizzata nell’Eurozona? Sì. E ci sono più risparmi di quanti riusciamo ad impiegare all’interno? Sì, come si evince dal surplus corrente. A buon intenditore...".

Sul Corriere della Sera Lucrezia Reichlin scrive sulle scelte giuste per l’Europa.  Sulla Stampa, intervistato da Francesca Schianchi, parla Gianni Pittella che guida la delegazione di parlamentari europei del gruppo dei Socialisti e Democratici a Bruxelles: “Il presidente Ue è convinto che l’austerity sia sbagliata. Ecco perché ci aiuterà” (p.6). Sulla necessità di cambiare totalmente l’impostazione della politica economica e rilanciare gli investimenti pubblici la Cgil interviene da tempo.

“Grazie alla spinta dei processi reali, le analisi e le proposte del governo cominciano ad andare nella giusta direzione, ma non si ravvisa alcuna coerenza, né correzione della politica economica nazionale”. Così il segretario confederale Danilo Barbi e il responsabile delle politiche europee ed internazionali Fausto Durante commentano il Documento italiano per l’Europa ‘Proposta strategica dell’Italia per il futuro dell’Unione Europea: crescita, lavoro e stabilità‘, redatto dall’esecutivo.

Il documento, secondo la Cgil, contiene “importanti novità, ma molte contraddizioni”, innanzitutto, spiegano Barbi e Durante “la prima evoluzione che sembra compiere il governo è nell’analisi: si nota maggior consapevolezza della fragilità dell’economia, della necessità di politiche più espansive, dell’importanza di sostenere la domanda interna. Si evidenziano i limiti delle sole politiche monetarie intraprese dalla Bce. Si fa appello all’integrazione, al coordinamento e alla cooperazione tra Stati membri e tra istituzioni”. Purtroppo, però sottolineano i due dirigenti sindacali “il cambiamento nella prospettiva del governo appare ancora troppo parziale. Nel documento, infatti, non c’è alcun riferimento alle cause della crisi e all’errore di aver scelto la linea dell’austerità”.

Il commento integrale di Danilo Barbi, segretario confederale e Fausto Durante, responsabile delle politiche europee della Cgil sul sito della Cgil nazionale: http://www.cgil.it/cgil-per-cambiare-politica-economica-europea-cambiare-anche-quella-italiana/

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