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cgil CGIL - Camera del Lavoro di Brescia

A PROMUOVERLO LO SPI CGIL LOMBARDO E QUELLO CAMUNO

UN LIBRO BOOK Spi, un libro su come è complicato fare il sindacalista oggi


Cristian Meloni è disincantato: «Ormai non c’è più solidarietà fra gli operai. Faccio l’esempio di quello che è un dopopranzo: se una volta si formavano dei gruppetti in cui si parlava, oggi la percentuale più alta dei lavoratori se ne sta legata al proprio telefonino per quaranta minuti, per un aggiornamento in Facebook, un’altra parte è a gruppetti di due e poi c’è un gruppetto che vaga in cantiere in attesa della sirena. Oggi la situazione è questa».

Mino Bonomelli guarda ai lavoratori del settore pubblico: «C’era una categoria professionale che, per sua natura, aveva il sindacato nella testa e nel cuore, era una categoria che si formava soprattutto all’interno della Cisl, perché la Cisl aveva lo Ial. Dieci assistenti sociali erano dieci iscritti al sindacato. Oggi mi è capitato di incontrare assistenti sociali, ragazze fra i venti/venticinque anni, brave dal punto di vista professionale ma del tutto prive di una qualsiasi sensibilità di natura sindacale, addirittura prive delle conoscenze più semplici e banali, cos’è il sindacato, a che cosa serve il sindacato».

Eliana Ghirardelli racconta il dramma di donne impegnate in lavori assistenziali nelle case di riposo: «Settimana scorsa abbiamo fatto una richiesta per una mia collega che ha cinquantasei anni, pensava di riuscire ad andare in pensione a breve, e invece le abbiamo comunicato che deve lavorare ancora dodici anni, purtroppo non ha alternativa. È un bel problema anche questo, penso che, andando avanti, diventerà per tutte un bel problema».
Gli operai che nella pausa pranzo hanno perso ogni voglia di discutere fra loro e si chiudono in una bolla di solitudine a tu per tu con il proprio telefonino; le assistenti sociali che hanno smarrito ogni formazione sindacale; le inservienti delle case di riposo che dovranno lavorare fin quando avranno un’età prossima a quella dei loro assistiti: sono alcuni «spaccati» del mondo del lavoro che emergono dal libro «È complicato fare il sindacalista oggi. Stare sul territorio: generazioni a confronto nella storia della Cgil Valle-Camonica Sebino». A promuoverlo sono stati lo Spi Cgil lombardo (nell’ambito della collana dei Libri della memoria) e lo Spi Cgil camuno, a realizzarlo due ricercatrici brave e sensibili, Erica Ardenti e Alessandra Del Barba.
Il libro, attraverso le voci di trenta protagonisti di due diverse generazioni del sindacalismo camuno di marca Cgil, è implicitamente un primo abbozzo storico del comprensorio nato nel 1981 e sopravvissuto ai tentativi di liquidazione e accorpamento del recente passato. Spaziando dagli anni «mitici» in cui i sindacalisti facevano proselitismo fra le giovani operaie tessili incontrandole in discoteca, e passando attraverso la gestione delle drammatiche crisi della siderurgia e dell’edilizia, il libro ricostruisce una vicenda umana, sindacale ed economica che attraversa 35 anni di storia camuna. Dentro ci sono le battaglie sulla mobilità stradale e ferroviaria della valle dell’Oglio, i confronti con le istituzioni locali sui grandi temi territoriali, ma soprattutto le trasformazioni di un sindacato periferico ma fortemente radicato nel territorio: qui — più rapidamente che altrove — sono tramontate le antiche appartenenze ideologiche. Qui, più radicalmente che altrove, si affaccia una nuova generazione di quadri e dirigenti sindacali in cerca di motivazioni, strategie, identità.

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