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cgil CGIL - Camera del Lavoro di Brescia

SEGNALAZIONI DAI QUOTIDIANI NAZIONALI

Carta dei diritti, la campagna al via


La Cgil si prepara a lanciare pubblicamente la sua proposta di riforma complessiva del diritto del lavoro. La Carta dei diritti universali, ovvero  il nuovo Statuto delle lavoratrici e dei lavoratori votato dal Direttivo, sarà sottoposta al giudizio dei lavoratori dalla prossima settimana. In attesa del lancio della campagna nazionale, si studiano i contenuti della proposta negli attivi regionali. Sui quotidiani di ieri hanno cominciato a circolare le prime notizie sulla Carta anche se i titoli si sono concentrati sulle idee che riguardano l'articolo 18. La proposta della Cgil ha invece l'ambizione di riscrivere tutto il sistema dei diritti del lavoro rendendoli davvero universali. Ieri l'intervento del segretario confederale Nino Baseotto a Radio Uno Rai. '' Non vogliamo rincorrere il passato - aveva spiegato sabato lo stesso Baseotto all'agenzia Ansa - ma vogliamo ricostruire un diritto del lavoro che negli ultimi anni è stato strapazzato da interventi legislativi che non hanno tutelato la parte più debole'' .

2016, ANNO DELLA CONTRATTAZIONE. Milioni di lavoratori (oltre 7,5 milioni) sono in attesa del rinnovo del loro contratto. Sono molti i tavoli di negoziazione aperti o che si stanno aprendo. Ma i sindacati confederali hanno fretta di definire il nuovo modello di contrattazione da sottoporre alle controparti. Il primo appuntamento dell'anno sarà dunque quello di giovedì a Roma dove si riuniranno gli attivi unitari di Cgil, Cisl, Uil per varare la proposta. Se ne è parlato ieri su Repubblica con un pezzo di Roberto Mania. Sabato l'articolo di Giorgio Pogliotti sul Sole 24 ore

MANOVRA MONSTRE NEL 2017? Lo fa presagire il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan in una dichiarazione rilanciata oggi su Repubblica (Alberto D'Argenzio, p.8). Il ministro sta cercando di limare il deficit per evitare le bocciature dell'Unione europea. Intanto il presidente del Consiglio, Matteo Renzi sta pensando a una campagna europea in tre mosse, ma il "fronte dei falchi" continua il suo pressing su Bruxelles affinché non si concedano più spazi di flessibilità all'Italia

SULLE PRIME PAGINE di oggi i titoli rimbalzano tra le violenze di Colonia (nuove rivelazioni mettono in luce una possibile "regia" delle aggressioni contro le donne in piazza), lo scontro politico nel Movimento a Cinque stelle dopo il caso di Quarto e il caso dell'attore americano Sean Penn, accusato di aver violato la legge incontrando un boss del narcotraffico: l'attore americano è indagato dalle autorità messicane per la sua intervista esclusiva a 'El Chapo', il barone della droga messicano, pubblicata su Rolling Stone. Tra le prime pagine si distingue La Stampa che titola sulle pressioni del presidente russo Putin sull'Italia affinché entri nel Nord Stream: "Gas, Putin chiede aiuto a Renzi". Dal Corriere della Sera da segnalare una lunga intervista a Massimo D'Alema che attacca Renzi sulla politica estera. Secondo l'ex presidente, la politica italiana è ininfluente in Europa e nel mondo. E oggi si celebra l'anniversario dell'entrata in vigore dell'accordo di cooperazione nucleare tra Stati Uniti e Russia

REATO DI CLANDESTINITA' : SI RIMANDA. L'abolizione del reato di clandestinità che avrebbe dovuto essere discusso dal prossimo Consiglio dei ministri di questa settimana è rimandata a tempi migliori. Ne ha dato notizia il presidente Matteo Renzi

TRA PROSPETTIVE ECONOMICHE E SCONTRO IMMIGRAZIONE. I COMMENTI

LA BCE SPIAZZATA DAL PETROLIO

Tra i commenti sulla situazione economica in Europa e sulle prospettive di crescita, segnaliamo l'analisi di Marcello Minenna sulle pagine del Corriere Economia di oggi. Titolo: "Se il quantitative easing affonda nel mini-barile, La discesa del prezzo del petrolio ha di fatto sabotato il Qe. Per la Bce si fa dura". Secondo Minenna, il 2015 verrà ricordato come l'anno in cui il crollo del prezzo del petrolio non ha portato ad un calo della produzione. A prima vista appare cosa assai strana. Nonostante la discesa del greggio sia stata imponente (-75$ negli ultimi 18 mesi) non è certo la più ripida: nel 2008 con il crack di Lehman Brothers il prezzo precipitò dal valore stellare di 147$ in soli 6 mesi. Tuttavia, complice la recessione globale, la produzione scese di quasi 1 milione di barili al giorno e questo aiutò la ripresa del prezzo. Adesso invece la produzione è in continua crescita: nel 2015 sono stati prodotti 95 milioni di barili al giorno contro i 93 del 2014. Il mercato è inondato dall'offerta. Centinaia di petroliere sostano senza scaricare di fronte ai principali hub di smistamento mondiali: i Paesi esportatori sono in attesa che il prezzo rimbalzi e preferiscono pagare il nolo delle navi piuttosto che svendere il greggio. E pensare che pochi anni fa la preoccupazione era che la produzione non rispondesse abbastanza in fretta agli aumenti di prezzo! Come si spiega questo fenomeno? Uno straordinario mix di coincidenze lo ha reso possibile. Innanzitutto lo shale oil Usa ha rimescolato l'assetto del mercato aggiungendo 5 milioni di barili in più all'offerta globale: nel 2010-2014, il prezzo oltre i 100$ ha stimolato il massiccio investimento nel petrolio di difficile estrazione, cioè di riserve che erano state ignorate per decenni semplicemente perché non valeva la pena estrarle. I fondi di investimento, che erano stati inondati dalla liquidità a costo zero della Fed hanno benignamente finanziato questa sfida nella loro frenetica ricerca di rendimento". Minenna, dopo aver illustrato anche lo scenario geopolitico che fa da cornice alle scelte economiche, conclude che "le manovre della Banca Centrale  possono fare molto poco. In parole semplici, la Bce e le sue "sorelle" prestano denaro a costo zero alle banche, con l'intento di stimolare l'aumento di prestiti all'economia reale. Tuttavia le banche non hanno incentivi ad investire fuori dal mercato finanziario, perché in deflazione la redditività delle imprese è bassa (con i prezzi in discesa, è difficile fare profitti). Il rischio poi è alto ed è necessario costituire delle riserve di capitale a protezione dei crediti. Molto più semplice acquistare titoli di Stato, dato che con il Quantitative Easing la Banca Centrale è sempre pronta all'acquisto e non serve costituire riserve di liquidità per via della favorevole normativa europea. Di conseguenza il credito non riparte, né tanto meno l'inflazione. Il 3 dicembre i mercati hanno "punito" il QE 2.0 di Draghi, ritenendolo "non sufficiente". In realtà anche soddisfacendo le aspettative degli operatori, la Bce potrà ottenere poco. È il prezzo dell"oro nero" a dettare il passo dell'inflazione".

ALTA TENSIONE IN EUROPA

Sull'immigrazione, le frontiere, il razzismo e l'accoglienza sono molti i commenti di questi giorni che si legano alla riflessione sulla violenza contro le donne. Tra i commenti e le interviste di oggi segnaliamo l'intervento del ministro Paolo Gentiloni sull'Unità: "Chi ha nostalgia delle frontiere?. Su Repubblica intervista  a Sandro Gozi, sottosegretario alla Presidenza: "Nuove regole per cambiare la Ue, o si disintegrerà" (p.9). Sempre su Repubblica da segnalare l'intervista al giornalista e scrittore Gunter Wallraff: "Quella notte è stato uno shock ma la Germania resti accogliente" (pagina 7). Su La Stampa intervista a Roberta Pinotti, ministro della Difesa: "Difendere le donne è di sinistra, è un valore da difendere" (pagina 5). Sulle indagini che si stanno svolgendo sui fatti di Colonia (e non solo) sempre su Repubblica il punto di Angelo Bolaffi: "Il dovere della Merkel".

LE POLEMICHE SUL REFERENDUM

Nessuna alternativa a questa riforma. Sul referendum, Scalfari sbaglia. Lo scrive oggi sull'Unità Stefano Ceccanti, secondo il quale col voto di oggi entriamo in una fase nuova della riforma, in cui lo spazio per gli emendamenti è concluso. La Camera Ii ha respinti tutti, confermando il testo del Senato di ottobre. Pertanto oggi la Camera, tra qualche giorno il Senato, di nuovo la Camera ad aprile ed infine gli elettori ad ottobre sono chiamati a un giudizio complessivo...

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