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DOMENICA 22 LA PARTENZA DALLA STAZIONE DI BRESCIA

In 500 su «Un treno per Auschwitz»


2015-11-21 * È necessario fare 1.200 chilometri in treno per conoscere Auschwitz? No, almeno non ai fini della conoscenza storica di quello che ha rappresentato per la storia europea e dell’umanità. Probabilmente il viaggio in treno riesce però a essere molto di più se da undici anni a questa parte «Un Treno per Auschwitz» è esperienza individuale e collettiva per centinaia di ragazzi e ragazze ed è inserito nel piano dell’offerta formativa di molte scuole bresciane. Come osserva a palazzo Loggia Lorena Pasquini, ideatrice del progetto e responsabile dell’Archivio storico Bigio Savoldi e Livia Bottardi Milani, il treno che ogni anno attraversa l’Europa è «percorso di educazione alla cittadinanza europa».
Domenica saranno 500 gli studenti di dodici differenti scuole bresciane (Calini, Canossa, Leonardo, Copernico, Gambara, Lunardi, De André, Sraffa, Marzoli di Palazzolo, Moretti di Gardone Val Trompia, Olivelli di Darfo e Tassara di Breno) che vi prenderanno parte, parteciperanno ai laboratori tematici, visiteranno i campi di Auschwitz I e II, rielaboreranno le loro emozioni prima sulla via del ritorno e poi negli incontri con i compagni e le compagne rimasti a casa.
«Sarà un treno sobrio e consapevole — afferma Lorena Pasquini —, come è sempre stato». Il pensiero corre ai drammi di questi giorni, alla strage di Parigi, al senso di insicurezza che cresce nelle città d’Europa.
«L’antidoto al fanatismo, lo scriveva Voltaire — aggiunge —, sono la tranquillità e la filosofia». In Loggia, a presentare il progetto, ci sono anche Marco Fenaroli e Roberto Cammarata in rappresentanza di Comune e Fondazione Asm, i due soggetti che rendono il viaggio sostenibile sul piano economico. «Un’esperienza che consolida conoscenza su nodi non ancora risolti — rileva Fenaroli —. Tra questi l’antisemitismo, elemento di continuità della storia europea». Domenica la partenza alle 13.16 dalla stazione di Brescia, preceduta come da consuetudine da una cerimonia di saluto. Poi la partenza e l’emozione del viaggio. Bruno Maida — curatore insieme a Elena Bisacca del libro «Noi non andiamo in massa, andiamo insieme» proprio sull’esperienza dei Treni della memoria e in libreria per i tipi di Mimesis da pochi giorni — osserva: «Ho capito innanzitutto che tutti coloro che in questi anni hanno fatto partire i treni, in qualsiasi modo abbiano partecipato, sono convinti che l’emozione è una parte della conoscenza».
Così sarà anche quest’anno, sapendo che il viaggio, ogni viaggio di esperienza e conoscenza, inizia sempre prima della partenza e non finisce mai. In treno lo sarà anche di più: «Un mezzo lento, costoso e antiquato», ricorda Lorena Pasquini. E quindi adatto, aggiungiamo, ai tempi lunghi delle emozioni e della riflessione.

* articolo Corriere Brescia

 

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