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La Francia alla guerra. Segnalazioni dai quotidiani nazionali di martedì 17 novembre


La Francia è in guerra e chiede il coinvolgimento di tutta l’Europa. Lo ha detto ieri, con la solennità dei grandi passaggi storici, il presidente Francois Hollande, che si prepara a riformare la Costituzione. Ma la risposta bellica rischia di produrre ora altra violenza, mentre sono molte le contraddizioni dell’intervento occidentale messe in luce oggi dai commentatori (si mettono in evidenza per esempio i tanti finanziamenti che dai paesi occidentali arrivano per varie vie ai paesi che sostengono il terrorismo).  Il sindacato si mobilita in Italia e in Europa per rispondere al ricatto del terrorismo e costruire le condizioni per la pace. In una intervista a Radio Articolo 1 il segretario confederale della Cgil, Nino Baseotto ha parlato della situazione che si sta determinando in Europa e delle risposte che il sindacato deve dare per evitare la spirale della violenza. Nella intervista Baseotto ha spiegato anche il percorso che porterà la Cgil alla costruzione del nuovo Statuto delle lavoratrici e dei lavoratori. Il mondo del lavoro è cambiato radicalmente e il sindacato deve essere all’altezza delle trasformazioni. Per questo, per la prima volta nella sua storia, la Cgil ha deciso di proporre un nuovo strumento giuridico come lo Statuto.

TRA GUERRA E SOLDI  AL TERRORISMO. I COMMENTI SULLA STAMPA

Sul Corriere della Sera è da segnalare l’intervista di Federico Fubini allo storico Niall Ferguson: “Con l’Isis gli occidentali sono spietati solo a parole e non hanno le idee chiare sul destino della Siria”. Fergusson dice chiaramente di non credere agli annunci di Hollande perché abbiamo già visto la stessa scena dopo l’11 settembre con l’intervento americano in Iraq (Corriere, pagina 18). Sul Mattino, a proposito dei finanziamenti che arrivano ai terroristi, parla un’esperta come Loretta Napoleoni, economista: “I fanatici dell’Islam si finanziano anche con gli aiuti umanitari, la cassa dei terroristi non piange mai” (Antonio Galdo, pagina 5). Sulla stessa linea di Loretta Napoleoni, il Fatto Quotidiano che apre con un titolo molto polemico: Li stiamo finanziando noi. Il titolo del Fatto si basa su un rapporto Usa che parla del Kuwait come centro di finanziamento (e intanto l’Italia vende i caccia). Sui giornali del Quotidiano nazionale, (Il Giorno, la Nazione e il Resto del Carlino) viene proposta una intervista a un hacker italiano del gruppo Anonymus che ha dichiarato guerra (informatica) all’Isis. “Estirperemo il cancro dell’Isis, Anonymus Italia guida l’attacco” (Luca Bolognini, p.11). Sempre sulla questione del finanziamento al terrorismo è interessante l’analisi di Roberto Bongiorni sul Sole 24 ore: “La cassaforte del terrore, greggio illegale e donazioni”  (p.8). Sempre sul Sole l’analisi di Alberto Negri sulle strategie militari che sono in campo: “Siria e Iraq, raid sparsi e nessuna azione di terra” (p.7). Dal Corriere della Sera, oltre all’intervista a Fergusson, interessanti i due commenti di Angelo Panebianco (“L’occidente disunito”) e di Antonio Polito (“Quell’idee appassite”). Su Repubblica, che come gli altri quotidiani dedica l’apertura alle parole del presidente Hollande, propone varie analisi e commenti: tra queste da segnalare l’analisi di Lucio Caracciolo, “scacco al terrore in quattro mosse”. Bernardo Valli spiega invece il cosiddetto Patriot act dell’Eliseo. Un’azione che pare ricalcare le scelte americane in Iraq. Sempre su Repubblica il reportage di Adriano Sofri: “quel cartello, libri non bombe” (“sul monumento della Republique c’è un foglio su cui qualcuno ha scritto: books not bombs, p.16 1 17). Per quanto riguarda la battaglia culturale sempre da Repubblica segnaliamo il pezzo di Francesco Merlo (“La patria dei diritti che la Jihad odia”, p.37) e l’intervista di Benedetta Tobagi alla filosofa Agnes Heller: “Nasce un nuovo nazismo, combattiamo come allora”, p.20).

IL TERRORISMO SI BATTE CON LA POLITICA. BASEOTTO A RADIO ARTICOLO 1

“Siamo in presenza di atti brutali, sanguinari,  ma noi abbiamo anche segnalato come la strada della guerra, la strada della scelta delle armi come soluzione dei conflitti rischia di generare fanatiche risposte di violenza”. Lo ha detto ieri il segretario confederale della Cgil, Nino Baseotto rispondendo alle domande di Martina Toti nella trasmissione Italia Parla di Radio Articolo1 (sul sito della radio è disponibile il podcast per riascoltarla: http://www.radioarticolo1.it/audio/2015/11/16/26225/per-una-carta-universale-dei-diritti-del-lavoro-interviene-nino-baseotto-cgil ). La sintesi dell’intervista è stata rilanciata poi sul sito di Rassegna Sindacale http://www.rassegna.it/articoli/il-terrorismo-si-batte-con-la-politica. “E' sempre stato così – ha spiegato Baseotto - anche in Libano, in Iran e in Iraq. La via della vendetta è una via dissennata. Perché il terrorismo internazionale, e l'Isis in particolare, devono essere combattuti senza alcuna fragilità e con la massima determinazione, ma avrebbero dovuto essere combattuti molto prima. E' un fenomeno che si è ampiamente sottovalutato, in alcuni casi si è addirittura tollerato. Lo si è lasciato crescere e soprattutto non si è andati a toccare le basi e le ragioni di fondo di questo fanatismo terrorista”. Le risposte dell'Occidente a questi fenomeni, infatti, secondo il dirigente della Cgil, sono sbagliate. “Bisogna risolvere le tante contraddizioni e i tanti conflitti a sfondo religioso, e non solo religioso, che ci sono. Non si deve lasciare soli quei popoli, o addirittura fare la guerra a coloro che da tempo, penso ai curdi, contrastano le milizie dell'Isis sul terreno. A prezzo di molti morti. Il mondo occidentale ha un approccio sbagliato, e poi quando succedono fatti eclatanti come quello che è successo a Parigi, c'è il ricorso alle rappresaglie, alle armi, ai bombardamenti. In questo modo si alimenta di nuovo la spirale della violenza. Questi terroristi vanno battuti, vanno distrutti, vanno fermati, ma andrebbero battuti e fermati fin da quando incominciano a palesarsi. Vanno stroncati sul nascere. Non si possono lasciar crescere e prosperare e poi, quando la misura è colma, si ricorre ai bombardamenti che spesso significano vittime civili. Così si colpiscono degli innocenti e si crea il terreno di odio che è il brodo di coltura necessario a questi fanatici terroristi per fare proseliti”.

“DISORDINE MONDIALE”. PRESENTAZIONE DEL RAPPORTO SUI DIRITTI GLOBALI

Alle 11 di questa mattina, presso la Cgil nazionale, Sala Simone Weil, Corso d’Italia 25 a Roma, sarà presentato alla stampa “Il nuovo disordine mondiale - Rapporto sui diritti globali 2015”  . Il rapporto, realizzato dalla casa editrice Ediesse e giunto alla sua tredicesima edizione, è a cura di Associazione Società Informazione Onlus, promosso da Cgil con la partecipazione di ActionAid,  Antigone, Arci,  Cnca,  Fondazione Basso-Sezione Internazionale, Forum Ambientalista,  Gruppo Abele e Legambiente. Parteciperanno alla presentazione: Danilo Barbi, segretario nazionale Cgil; Paola Bevere, presidente Antigone Lazio; Francesca Chiavacci, presidente nazionale Arci; Don Luigi Ciotti, fondatore e presidente Gruppo Abele; Marco De Ponte, segretario generale ActionAid Italia; Maurizio Gubbiotti, coordinatore nazionale Legambiente; Ciro Pesacane, segretario nazionale Forum Ambientalista; Sergio Segio, curatore del Rapporto, direttore di Associazione Società Informazione; Gianni Tognoni, Fondazione Basso – segretario generale Tribunale permanente dei popoli; Don Armando Zappolini, presidente Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza.

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