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Parigi, l'Isis e noi. Segnalazioni dai quotidiani nazionali di lunedì 16 novembre


La Francia ha risposto con le bombe. Dopo gli attentati di venerdì, ieri l’aviazione francese ha bombardato Raqqa, quello che viene indicato come il centro operativo dello Stato Islamico in Siria. Ordinata la chiusura delle mosche radicali. Gli attentati di Parigi di venerdì sera potrebbero essere stati organizzati direttamente dai vertici dell'Is, forse dallo stesso Al Baghdadi, mentre tre settimane fa c’era già stato un allarme dei Servizi a cui però non è stato dato seguito. Sembra che i killer abbiano  tenuto i contatti criptati con una playstation. Del gruppo facevano parte tre fratelli francesi residenti in Belgio, mentre due dei kamikaze avrebbero avuto un ripensamento. Ora in tutta Europa è ricercato l’ottavo uomo, che potrebbe essere un giovane di 25 anni franco belga. Lo scrivono su Repubblica Carlo Bonini e Fabio Tonacci. Utile per capire le dinamiche che si sono innescate con gli attentati e la geografia del terrorismo anche l’analisi di Domenico Quirico su La Stampa. Molte le polemiche, sollevate da più parti sulle falle dell’intelligence francese. Nella mattinata di ieri è arrivata la conferma della notizia della morte di Valeria Solesin, la ricercatrice veneziana di 28 anni che lavorava alla Sorbona sulla demografia, una vita tra studio e volontariato (era impegnata con Emergency). Intanto sul fronte della politica si registra al G20 l’accordo tra Obama e Putin. E anche in Italia ci si prepara a un eventuale intervento armato. Lo spiega oggi in una intervista al Messaggero il ministro della difesa Roberta Pinotti: “bombardare non è più un tabù”. Grande mobilitazione della Cgil subito dopo gli attentati. Sabato sono state organizzate manifestazioni di solidarietà con il popolo francese in molte città italiane (ieri anche a Brescia). Il segretario generale Susanna Camusso scrive ai dirigenti dei sindacati francesi.


“MAI  CEDERE ALL A VIOLENZA”. LA LETTERA DI SUSANNA CAMUSSO

“Cari compagni e cari amici, a nome della Cgil esprimo la più ferma e risoluta condanna per l'attacco terroristico che a Parigi ha causato la morte di tante donne e tanti uomini innocenti, gettando nel panico la città e suscitando orrore e sgomento presso la comunità internazionale e nelle coscienze di tutti coloro che credono nella democrazia e nella civile convivenza”. Comincia così la lettera che il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso ha inviato ai dirigenti dei sindacati francesi subito dopo gli attentati di Parigi. ”Dopo l'attacco a Charlie Hebdo, Parigi e la Francia si trovano ad affrontare un nuovo atto di barbarie e ferocia inaudita, condotto contro persone e obiettivi che non hanno alcuna responsabilità per le guerre e i conflitti che si sono determinati nel mondo”, scrive Susanna Camusso. “La Cgil è al vostro fianco, così come siamo vicini a tutti i cittadini e i lavoratori francesi e alle famiglie delle vittime di questa nuova tragedia. Siamo sicuri che reagirete di fronte all'evidente tentativo di introdurre paura e tensione permanente nella vita quotidiana, un tentativo che va respinto non cedendo al ricatto della violenza cieca e rispondendo con fermezza e determinazione sul piano della civiltà e dei principi di libertà. Continueremo a lavorare insieme, nelle strutture europee ed internazionali del sindacato, perché alla violenza e al terrore si risponda rilanciando il dialogo e il processo di pace, in Siria, in Medio Oriente e in tutte le aree di guerra nel mondo, come unica strada possibile per raggiungere uno stabile e democratico equilibrio e per interrompere la spirale drammatica che nel corso di questi anni ha provocato lutti, distruzione, esodo di tanti profughi e rifugiati”.  Vi esprimiamo tutto il nostro affetto e la nostra vicinanza – conclude la leader della Cgil “e vi confermiamo l'impegno della Cgil a continuare nel comune lavoro”.

COME SI VINCE LA GUERRA  AL TERRORE. I COMMENTI SU STAMPA E TV

Sono tantissimi, come è ovvio, i commenti rilasciati da esperti, analisti e intellettuali sulle televisioni e i giornali. Non ne possiamo dare conto in modo esaustivo, ma ne segnaliamo alcuni in particolare. E’ utile risentire l’intervista dell’inviata a Parigi di Rai News 24, Liana Mistretta allo scrittore Tahar Ben Jelloun. http://www.rainews.it/dl/rainews/media/Jelloun-attentato-Parigi-FRANCIA-1cdddda3-2621-45d1-b12c-7b0299c1f7c4.html. Sul Sole 24 ore da segnalare tra gli altri l’analisi di Alberto Negri, sulle ambiguità di Erdogan. (secondo Negri “non mancano le prove, se non di amicizia, almeno di compiacenza della Turchia nei confronti dello Stato islamico”). Sempre sul Sole, Adriana Cerretelli dice che o si fa l’Europa o si muore, mentre Ugo Tramballi spiega che ora russi e americani sono uniti contro il nemico globale e il vicedirettore Mario Platero invita a “schiacciare la testa del serpente”. Per Edgar Morin uno degli obiettivi principali è ora quello di creare una grande confederazione del Medio Oriente, mentre Joseph Cohen e Raphael Zagury-Orly spiegano che i terroristi usano le nostre libertà per colpire la democrazia. L’editoriale del Corriere della Sera è a firma di Ernesto Galli della Loggia, “Battaglia culturale”, ma è interessante anche l’approfondimento di Aldo Cazzullo sulle “periferie fuori controllo”. Sempre sul Corriere Elisabetta Rosaspina racconta la storia di Valeria Solesin, “la ragazza che amava la vita”. Il direttore Ezio Mauro firma l’editoriale di Repubblica, “La coscienza dell’occidente”, mentre è interessante, dal punto di vista della cronaca, l’approfondimento di Carlo Bonini e Fabio Tonacci (a pagina 4) sull’allarme ignorato: “Vi colpiranno con più attentati”. Interessante anche il reportage di Mastrogiacomo sulla cellula del Belgio, quel commando nato tra rabbia e moschea. Altri due articoli da segnalare su Repubblica sono quelli di Federico Rampini (“In 35 minuti isolato Assad”) e quello di Adriano Sofri, “Il rabbino e l’imam” (p.18). Sul Messaggero Alessandro Campi sostiene che il Califfato si batte solo se tutti uniti. Su La Stampa è Gianni Riotta a spiegare nell’editoriale come Raqqa esporta il terrore. Secondo Riotta serve una strategia di lunga durata, civile e militare, capace di vittoria anche perché siamo solo ai primi confusi passi contro un nemico che non conosciamo e che invece ci conosce benissimo”.  Interessante, sempre sul Corriere della Sera l’intervista a Gilles Kepel, tra i massimi esperti mondiali di radicalismo islamico: “Il loro obiettivo è lo scontro totale, i terroristi vogliono l’Europa xenofoba” (p.16). Dal manifesto di ieri da segnalare oltre all’editoriale di Tommaso Di Francesco (“I semi dell’odio”) e gli approfondimenti di Giuliana Sgrena “Se gli alleati dell’Isis siamo noi” e quello di Guido Caldiron che fa parlare la scrittrice Hoda Barakat: “Dobbiamo affinare lo sguardo per capire il fascino dell’Isis tra i giovani musulmani d’Europa” (manifesto di domenica, p.8). Sul ruolo dell’Italia e sulle scelte che ci si appresta a fare parla su Repubblica di oggi il ministro Paolo Gentiloni, “Italia in prima linea, ma è un errore parlare di guerra” (Goffredo De Marchis, p.17). Interessante, ancora su Repubblica, l’intervista a Marc Augè di Fabio Gambaro: “Denunciamo chi interpreta l’islam come violenza” (p.22). Molto pessimista, sulla possibilità che lo stragismo terrorista si plachi presto è un militare come Carlo Jean, intervistato sul Quotidiano nazionale (Nazione, Carlino e Giorno): “Europa e Usa subito in guerra, inutile sperare nella fine delle stragi” (Alessandro Farruggia, pag.4). Infine un'altra segnalazione dal Corriere della Sera, l’invito del filosofo Bernard Henry Levy: “Islamici d’Europa, diteci con chi state” (p.34). Utile per capire la geografia del terrorismo l’analisi di Domenico Quirico su La Stampa.

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