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cgil CGIL - Camera del Lavoro di Brescia

LA LETTERA AL GIORNALE DI BRESCIA DI UN LAVORATORE, LA RISPOSTA DEL DIRETTORE E L'INTERVENTO DI ALBERTO SEMERARO (FLAI CGIL)

Sfruttamento in vigna, la storia di Alessandro


Storie di sfruttamento nelle vigne della Franciacorta. Pubblichiamo di seguito la lettera inviata da un lavoratore al Giornale di Brescia e pubblicata dal quotidiano il 26 ottobre, la risposta del direttore Nunzia vallini e l'intervento di Alberto Semeraro, segretario generale Flai Cgil Brescia.

Vorrei, se possibile, dare sfogo a tutta la mia rabbia, disperazione, indignazione e sgomento, per tutto ciò che sto subendo da anni. Sono un 45enne separato con una figlia di 11 anni e disoccupato da quattro o meglio, occupato con lavori sottopagati e umilianti. Dopo l’ennesima vana promessa di lavoro, ho fatto la vendemmia per una notissima azienda vitivinicola della Franciacorta situata a 35 km da casa mia in città, quindi 70 km giornalieri fra andata e ritorno più l’autostrada, sveglia alle 4 e via. Spesso in vigna dimenticavano anche la tanica d’acqua che sarebbe servita a dissetare noi lavoratori sotto il caldo sole d’agosto. La cosa che però mi ha spinto a scrivere è stata l’amarezza che ho provato nell’andare a ritirare (il 15 ottobre) la busta paga del lavoro di cinque ore svolto il primo settembre perché quelli erano i tempi canonici. Sento che la busta è pesante e penso che magari hanno dato in regalo un portachiavi o chissà. Apro la busta e non credevo ai miei occhi, in moneta euro 1,27 centesimi anziché una trentina come mi aspettavo in ragione della paga oraria. Fortuna ha voluto che non abbia aperto la busta in sede, non avrei risposto delle mie azioni. Mentre rincasavo ho pianto tanto in macchina da solo ero e sono molto deluso, stanco, triste con un’angoscia che mi attanaglia il cuore, cinque ore di lavoro e 70 km per 1 euro e 27 centesimi. Lavoro da quando avevo 12 anni, sono onesto, leale, lavoratore, pago le tasse regolarmente come penso anche le altre 50 persone con le quali ho vendemmiato. Non è vero che gli italiani non hanno voglia di lavorare, in questo modo si diventa solo cattivi. Che schifo, vergogna! // Alessandro

La risposta del direttore del Giornale di Brescia Nunzia Vallini
Gentile Alessandro, la sua esperienza ci lascia sgomenti. Sappiamo bene che il mercato del lavoro è carico di paradossi come nel caso del precariato, ma quello che lei illustra pare davvero troppo. Nell’accogliere la sua lettera, garantiamo che non ci fermeremo qui. Cercheremo di capirne di più dando conto a lei e ai lettori. (n.v.)

Ed ecco la lettera scritta al Giornale di Brescia da Alberto semeraro, segretario generale della flai Cgil di Brescia

Egregio direttore,
la rabbia espressa nelle righe del Sig. Alessandro nella lettera pubblicata lunedì 26 ottobre conferma quanto la Flai Cgil sostiene da anni ormai, ovvero che nella nostra provincia, nel periodo di vendemmia, i lavoratori sia italiani che stranieri si trovano di fronte a fenomeni di quello che noi definiamo "Lavoro Grigio".
I vendemmiatori vengono assicurati e poi, quando è il momento di pagare, la cifra in busta paga risulta ben diversa da quanto ci si aspetta, proprio come il Sig. Alessandro racconta.

Faceva bene infatti ad aspettarsi trenta euro, in quanto la paga minima per un'ora di vendemmia è poco meno di 7 euro all'ora e quindi non potevano certo risultare quei pochi spiccioli che tanta rabbia ha giustamente scatenato.

Non tutte le aziende di raccolta sono disoneste, ma vale la pena ricordare che anche quest'anno nei nostri uffici abbiamo affrontato diversi casi simili a quelli denunciati dal signor Alessandro.
Ciè stato raccontato che la paga era decurtata perché chi lavora sotto il sole spesso vede addebitarsi guanti, forbici e addirittura acqua, come se queste cose fossero optional e non invece strumenti di lavoro e di necessità primarie.

Nel mese di agosto la Flai Cgil ha "pattugliato" le vigne della Franciacorta, ha distribuito ai vendemmiatori, oltre che cappellini e magliette, centinaia di volantini  in varie lingue che spiegavano ai lavoratori sia italiani che stranieri quanto avrebbero dovuto ricevere in busta paga per ogni ora di lavoro, come controllare le voci primarie e, in caso di dubbi, a contattare i nostri uffici.

È questo l'invito che faccio al Sig. Alessandro, ci contatti e cercheremo di risolvere il problema. Lo invito a proseguire nella difesa di questo suo diritto:  più luce puntiamo su questi abusi meno zone d'ombra lasciamo a questi moderni caporali che lucrano sul lavoro altrui.

Alberto Semeraro
segretario generale Flai Cgil Brescia



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