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SUL QUOTIDIANO REPUBBLICA

Il piano B per l'Europa esiste. Parla Galbraith


Il piano B per l' Europa esiste, e la nomina di Corbyn ne è un tassello, così come lo
sono Syriza, Podemos, i movimenti anti-establishment in Francia,
Italia, Germania. Ma nessuno si deve allarmare: non è qualcosa di
misterioso, carbonaro, rivoluzionario. No, niente paura. E
semplicemente, pacificamente e serenamente, un concetto: che si può
cambiare politica economica in Europa per rilanciare crescita,
sviluppo, occupazione. E magari dare una spallata alle diseguaglianze.
Lo sostiene James Galbraith, in una intervista di Eugenio Occorsio su
Repubblica. Galbraith 62 anni, del piano B è uno degli autori. Figlio
di un mostro sacro democrat, il consigliere economico di Kennedy, John
Kenneth, è a sua volta un accademico di prestigio, docente
all'università del Texas, e rappresenta la sponda americana del
movimento di "sinistra radicale", anche se lui odia questa
definizione, che in Europa lotta per scuotere alle fondamenta «il
pensiero mainstream, quella che in Germania chiamano "economia sociale
di mercato" e che invece a me sembra monetarismo reaganiano bello e
buono con tutte le ingiustizie e i danni del caso». Cosa ci vede di
sbagliato? «E sbagliato dalle radici. L'ossessione per il debito e la
finanza pubblica, che ovviamente vanno tutelati ma non in questo modo
maniacale, ha portato l'Europa a sprofondare nella recessione. Accordi
suicidi come il fiscal compact: ma cosa c'è da guadagnarci? Ora dicono
che c'è un po' di ripresa, ma parlerei piuttosto di stagnazione.
All'Europa serve ben altro, serve un grande programma di investimenti
pubblici che va intrapreso con idee e coerenze (…)

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