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cgil CGIL - Camera del Lavoro di Brescia

LA PROPOSTA

Affido in famiglia dei profughi, passi in avanti


* 2015-09-10 La rete delle famiglie di «Affido per la dignità» dei richiedenti
asilo prende forma. Lanciata pubblicamente alcuni giorni fa dal
segretario della Camera del Lavoro Damiano Galletti durante un
incontro pubblico ieri Cgil, Puerto Escondido e la cooperativa K-Pax
hanno consegnato al prefetto di Brescia Valerio Valenti una bozza di
protocollo di intesa per dare sostanza all'ipotesi di costituire un
albo di famiglie disponibili ad ospitare richiedenti asilo
gratuitamente o dietro un compenso (ancora da definire) per vitto e
alloggio. Di risposte ufficiali non ce ne sono, ma la disponibilità da
parte della prefettura a percorrere anche questa strada sembra che ci
sia. Bisognerà entrare nei dettagli e superare gli ostacoli
burocratici ma Brescia, dopo essere diventata (parziale) modello di
accoglienza diffusa, potrebbe ora fare un passo in più in questa
direzione. La bozza del protocollo prevede alcuni punti fermi.
Innanzitutto resta il supporto e il sostegno delle realtà del terzo
settore che già oggi sono attive nell'accoglienza. Un rapporto a tre
quindi, tra prefettura, realtà associative e famiglie. In secondo
luogo i richiedenti asilo che verranno ospitati non saranno gli ultimi
arrivati sui barconi ma saranno persone già presenti in qualche
struttura da diverse settimane e che hanno già fatto tutte le pratiche
burocratiche e i controlli sanitari del caso. Persone conosciute,
insomma. La famiglia affidataria, il richiedente asilo e la struttura
di riferimento del terzo settore sottoscriveranno inoltre un
protocollo comportamentale contenente le modalità di entrata e di
uscita dell'affido. Che sarà temporaneo, per un periodo variabile tra
i 6 e i 9 mesi. Previsto anche un limite numerico: una o due persone o
al massimo una famiglia quelli che potranno essere ospitati in ogni
abitazione. La famiglia ospitante si occuperà del vitto e
dell'alloggio, mentre tutti gli altri aspetti legati ai corsi di
lingua, la copertura sanitaria e assicurativa, l'accompagnamento in
questura per le pratiche di competenza  e la verifica di possibilità
di piccoli lavoretti di compartecipazione saranno mantenuti dalle
realtà del terzo settore accreditate allo Sprar, il Servizio centrale
del sistema di protezione per richiedenti asilo. Nel caso di minori
sono previste azioni aggiuntive, tra cui anche l'intervento del
tribunale per la nomina del tutore. La costituzione dell'albo di
famiglie affidatarie disponibili sarà curato direttamente dalle realtà
accreditate del terzo settore. Un processo articolato, che si fa forte
dell'esperienza acquisita in questi mesi di accoglienza diffusa sul
territorio e che ora prova a fare un passo in più partendo dal
presupposto, così si legge nella bozza di proposta presentata al
prefetto, «che vanno evitati errori che potrebbero essere poi
difficilmente sanabili» e che gli affidi devono essere tutti
«stabiliti e autorizzati dall'autorità competente». Nessuna intenzione
di procedere con leggerezza ma altrettanta convinzione nell'affermare
che l'alternativa all'accoglienza diffusa  sono le tendopoli.

* Articolo Corriere della Sera - Brescia

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