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SEGNALAZIONI DAI QUOTIDIANI NAZIONALI

Migranti e Grecia: la scommessa dell'Europa


Dopo giorni tormentati e mesi di scontri, ora l’accordo per salvare la
Grecia sembra vicino. Tutti i quotidiani di oggi scommettono su un
finale positivo di una vicenda che ha messo comunque in luce tutti gli
errori e le conseguenze devastanti delle politiche di austerità e
rigidità imposte dalla Germania. Dalle anticipazioni che circolano in
queste ore sembra che la leva su cui il governo greco punterà per
evitare il default è quella fiscale. Tsipras e il suo ministro
dell’economia Varoufakis stanno facendo il possibile per non
penalizzare ulteriormente le pensioni e mantenere fede alle promesse
elettorali che li hanno portati al governo.

ANALISI, COMMENTI E INTERVISTE

Sulla Grecia e l’Europa

SCHIARITA SU ATENE, MA NON E’ ANCORA FATTA. Finiti sull'orlo del
precipizio Grexit, sotto la spinta dell'incomunicabilità più totale, i
protagonisti del potenziale disastro annunciato ora forse troveranno
la forza e la lungimiranza per fare un passo indietro. Lo scrive
nell’editoriale del Sole 24 ore di oggi Adriana Cerretelli. È già
successo nel 2011, anche se la subitanea retromarcia allora lasciò sul
campo morti e feriti, provocò un effetto domino che solo dopo mesi la
Bce di Mario Draghi riuscì a riportare sotto controllo. Dopo due
settimane di stallo, finalmente ieri le trattative si sono sbloccate.
Non è arrivato invece l'accordo politico che molti speravano avrebbe
suggellato la convocazione di un vertice europeo straordinario a
Bruxelles, a ridosso di quello ordinario in calendario per giovedì e
venerdì prossimi. Niente accordo ma frasi incoraggianti: «Ci
arriveremo entro fine settimana ma il percorso sarà lungo e difficile»
ha detto il presidente della Commissione Ue, Jean-Claude Juncker. «Un
passo nella giusta direzione, la proposta greca è solida e
complessiva» secondo il presidente dell'Eurogruppo. Di sorprendente
nella raffica di riunioni sul caso Grecia che si sono susseguite ieri,
presenti Draghi e il direttore del-l'Fmi Christine Lagarde, non c'è
tanto la mancata intesa quanto l'assenza apparente, per ora, di basi
certe e certificate per raggiungerla. Un'atmosfera gravida di
aspettative alla fine è sfociata infatti nel surreale: prima, domenica
sera, l'atteso piano di riforme del ministro delle Finanze Yannis
Varoufakis, l'ennesimo bluff, poi ieri mattina il nuovo testo siglato
dal premier Alexis Tsipras, quello su cui lavorare. Prima in
mattinata, il grande ottimismo della Commissione Ue. .. su alcuni
punti la proposta è anche più ambiziosa di quanto pensassimo» ma dopo
la doccia gelata del tedesco Wolfgang Schäuble: «Non abbiamo ricevuto
alcuna proposta concreta, non vedo come potremmo fare progressi senza»
.
LA PROPOSTA DI MINENNA. Una ristrutturazione del debito greco è la
proposta avanzata dal professor Marcello Minenna, docente di Finanza
all’Università Bocconi di Milano. Dal 5 giugno, quando Mario Draghi ha
annunciato gli ultimi interventi di politica monetaria, si è aperta la
strada per una Banca centrale europea più simile alla Fed americana,
con la possibilità di farsi carico in un’ottica mutualistica
dell’eccessivo debito pubblico dei paesi periferici in difficoltà. Un
intervento non molto commentato perché tecnicamente complicato, che il
Corriere Economia ha deciso di illustrare ieri con un’analisi di
Marcello Minenna. “La politica ha fallito, l’Europa si ricompri il
debito di Atene”, è il titolo dell’articolo pubblicato ieri sul
Corriere Economia. “Serve uno swap sui titoli oggi in circolazione per
sostituirli con bond a 30 anni senza interessi”. L’articolo di Minenna
è stato pubblicato anche in inglese sul prestigioso Wall Street
Journal e rilanciato sul sito:
http://www.wsj.com/articles/is-greeces-debt-worth-the-risk-1434912649

FITOUSSI: GRAZIE ATENE. «Grazie ad Atene ora forse Bruxelles capirà
che il rigore non è l’unica strada» Lo sostiene in una intervista al
Messaggero di oggi Jean-Paul Fitoussi, l’economista secondo il quale
non si possono asfissiare i popoli. “Bravi i greci che hanno
resistito, praticamente da soli»: Jean-Paul Fitoussi non può che
applaudire alla tenacia del governo Tsipras. L'economista francese
docente alla Luiss, critica da sempre l'idea che il rigore aiuti a
uscire dalla crisi: «Se l'Europa comincerà a pensare che un'altra
politica è possibile dobbiamo ringraziare la Grecia». Che succede a
Bruxelles, secondo lei? «Da una parte è il solito teatrino delle
dichiarazioni, che puntano soprattutto a rassicurare i mercati. Ma ci
sono anche due concezioni che si affrontano, e purtroppo la Grecia è
sola a difendere la propria. Atene non può contare su tanti alleati in
Europa». Hollande e Renzi si sono mostrati molto comprensivi con i
problemi di Tsipras. E anche Angela Merkel, alla fine, ha lavorato per
evitare una linea troppo dura della Germania. I paesi dell'eurozona
sono davvero tutti favorevoli al rigore? «Io questo grande entusiasmo
a favore dei greci non l'ho visto e in ogni caso i leader europei non
hanno parlato apertamente, dunque politicamente….(Messaggero, p.2)

Sugli immigrati e il razzismo

IL RAZZISMO E’ TRA NOI. PAROLA DI OBAMA. Il presidente degli Usa,
Barack Obama parla oggi con una intervista a Repubblica. Benvenuto
presidente, cosa pensa della sparatoria a Charleston? Come ho detto
subito dopo la strage, già troppe volte mi sono trovato in questa
situazione. Il paese è in lutto profondo, prova cordoglio e vicinanza
con le famiglie coinvolte e naturalmente tutto cioè importante. Ma non
basta stare male per quanto è accaduto. Si potrebbe fare qualcosa di
concreto per rendere meno probabili gli eventi di questo tipo.
Potremmo varare subito una legge sulla sicurezza delle armi. Questa
situazione è specifica del nostro paese. Non c'è nessun altro paese
avanzato sulla Terra che tolleri il verificarsi di sparatorie multiple
a ritmi quasi regolari o che le consideri normali. Perché da un certo
punta di vista è proprio questo che sta accadendo nel nostro paese:
sta diventando qualcosa che ci aspettiamo che accada. Dylan Roof è un
pazzo... «Sì, Dylan Roof è un pazzo, non ci si può fare niente, certo,
ma la verità è che queste cose non  succedono in altri paesi con la
frequenza con la quale si verificano da noi. In Australia ci fu una
strage circa 25 anni fa e fu un evento così anomalo che il paese
disse: 'Dobbiamo cambiare le leggi sul porto d' armi". Lo hanno fatto
e da allora non è successo più nulla del genere. Paradossi della
politica. C'è un grande divario tra quel che siamo come popolo e come
si esprime la nostra politica solamente, ogni volta che da noi si
verifica un episodio del genere la vendita delle armi va alle stelle,
proprio perché si parla di una moratoria sulle armi e la gente ne fa
scorta….

PARLA LA FILOSOFA AGNES HELLER. Quando vedo quei poveretti esausti,
penso a me giovane, perseguitata perché ebrea. Le democrazie ci
negarono l'asilo, papà morì ad Auschwitz.  Intervistata da Andrea
Tarquini su Repubblica, Agnes Heller, filosofa ungherese, ci parla dei
migranti ed ella grande paura dell'Europa. Professoressa Heller,
l'ondata dei migranti investe e spaventa anche il suo Paese. Lei che
cosa ne pensa? «Primo, distinguiamo tra rifugiati e migranti. E dovere
morale d'ogni cittadino d'Europa accettare almeno temporaneamente i
rifugiati: nei Paesi d'origine la loro vita è in pericolo. Proprio noi
europei abbiamo esperienze atroci di rifugiati cui l'asilo fu negato.
Vissi gli anni in cui la metà dei 640mila ungheresi vittima della
Shoah avrebbe potuto salvarsi, se abbastanza democrazie li avessero
accolti. Quella dei migranti è un'altra storia». E come affrontarla?
«Primo, occorre determinare chi può restare e chi no. Pensando a una
nuova etica: è giusto forse favorire le famiglie giovani con figli.
L'Ue eogni suo Paese membro devono elaborare principi-guida. Secondo:
smettiamola di vedere nei migranti potenziali terroristi. È falso". Infine: 
"Serve una svolta come quella di Obama,
che ha regolarizzato tre milioni di migranti. Noi invece li
temiamo"…..

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