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cgil CGIL - Camera del Lavoro di Brescia

SEGNALAZIONI DAI QUOTIDIANI NAZIONALI

Lavoro ed euro, si rischia il burnout


Se le sanzioni non saranno superate, gli effetti negativi peseranno
anche sull’Italia. E’ questo il messaggio che ha voluto lanciare ieri
Vladimir Putin nel corso della sua visita nel nostro Paese, dove è
stato ricevuto dal presidente Mattarella, da papa Francesco e dal
premier Matteo Renzi che sta cercando di fare da ponte tra Mosca e gli
Usa che spingono per nuove sanzioni contro la Russia per la crisi
ucraina. Il governo italiano punta sulla diplomazia e non è stata
certamente casuale la scelta di ospitare Putin subito dopo il vertice
dei capi di Stato in Germania al quale la Russia non è stata invitata.
Netta però la risposta da oltreoceano: la posizione degli Usa e
dell’Europa sull’isolamento della Russia è quella sancita dal summit
del G7 che si è appena concluso in Baviera: le sanzioni, dunque, non
si toccano. Cominciano però a trapelare le preoccupazioni delle
imprese italiane che hanno rapporti diretti o indiretti con la Russia.
Per le sanzioni sarebbe stato bruciato già un miliardo di euro in
mancati affari. Piccoli passi avanti verso un possibile accordo
definitivo sulla Grecia. Dopo gli incontri con la cancelliera Merkel e
con il presidente Hollande, il premier greco Alexis Tsipras ostenta
ottimismo . In Italia non è ancora finito il terremoto che sta
scuotendo la politica e che mette alla prova il governo Renzi per gli
scandali di Roma e per le nuove inchieste giudiziarie che ora hanno
coinvolto anche un importante esponente del centro destra, il
presidente della commissione Bilancio, Antonio Azzolini. Per quanto
riguarda i problemi del lavoro in Italia sono molte le notizie sui
quotidiani. Domani a Varese la manifestazione dei lavoratori della
Whirpool in sciopero contro la dismissione dell’azienda. Non si è
infatti ancora trovata una soluzione alla crisi nella trattativa
presso il Ministro dello sviluppo. A luglio torneranno in piazza anche
i lavoratori edili che protestano contro la mancanza assoluta di
misure in favore della ripresa del settore. Si riparla poi anche di
contratti pubblici. Il segretario generale della Cgil, Susanna
Camusso, ha detto ieri che "si fanno cifre sempre più alte in modo da
creare pregiudizio nelle persone e mantenere il blocco dei contratti".
Sul fronte delle pensioni arriva intanto lo stop del presidente dell’Inps, Tito
Boeri alla proposta di Cesare Damiano sulle uscite flessibili verso la
pensione. Proposta, dice Boeri, troppo onerosa. Per capire come si
possa sbloccare una situazione sempre più problematica, si attende
quindi l’ incontro della prossima settimana tra i sindacati dei
pensionati e il ministro del lavoro, Giuliano Poletti. Sulla scuola
continua la mobilitazione dei sindacati e degli insegnanti con
scioperi degli scrutini e scioperi della fame, mentre non si ferma
l’iter della riforma sulla “Buona scuola”.

APPROFONDIMENTI SU LAVORO ED EUROPA

LAVORO

IL BURNOUT, NUOVA MALATTIA PROFESSIONALE.  "Bruciati" per troppo
lavoro: il burnout non è solo fatica, stanchezza o depressione. È una
malattia, sempre più grave: in Europa colpisce il 22% di chi ha un
impiego. E ora la Francia vara una normativa che tutela chi ne è
vittima. In due ospedali romani su 242 infermieri il 38% ha
manifestato sintomi di esaurimento: ma a rischio ci sono anche gli
insegnanti. Lo scrive oggi su Repubblica, Paolo Griseri. Si tratta di
una malattia che colpisce categorie di lavoratori molto diverse: dal
poliziotto al sacerdote, dall'insegnante al medico, all'addetta allo
sportello dell'ufficio postale. Non è un banale malessere, è una
malattia vera e propria. Che punisce chi si preoccupa di più, i tanti
che si dedicano anima e corpo al proprio lavoro, i molti che sentono
la responsabilità sociale del mestiere che fanno e dunque ne temono le
conseguenze: se un errore rischia di far fallire un intervento
chirurgico o o provocare un incidente stradale….(Repubblica, pagina
32).

POLITICA

TRA SCANDALI E CACICCHI. DE RITA SUL CORRIERE. Cacicchi e scandali: La
palude del localismo politico. E’ il titolo dell’editoriale di
Giuseppe De Rita sul Corriere della Sera. Venticinque anni fa Umberto
Bossi, allora unico parlamentare della Lega, mi provocò dicendo che
insieme (lui scopritore del localismo politico, ed io cultore del
localismo economico) avremmo insieme potuto fare grandi cose. Non se
ne fece nulla, considerati anche i troppi diversi nostri circuiti
mentali; ma quella provocazione era intelligente, partiva dalla
previsione che senta una loro intensa integrazione i due localismi
sarebbero andati ognuno per proprio conto, perdendo ogni ambizione e
disegno di sistema; e che a pagarne Il prezzo sarebbe stato il
localismo politico, progressivamente prigioniero delle sue dinamiche
dl ripiegamento territoriale e di egoismo localistico…..(pagina 1 e
31)

EUROPA

ATENE FUORI E’ UN’OPZIONE.PARLA FUKUYAMA. Sprecare una crisi è
terribile» si diceva nella Casa Bianca di Barack Obama dopo il crash
di Lehman Brothers, e Francis Fukuyama (lo storico divenuto famoso
negli anni novanta per le sue teorie sulla “fine della storia”) trova
che due Paesi oggi dovrebbero ricordarsene: la Grecia e l'Italia. La
recessione di questi anni ha lasciato ferite profonde in entrambe,
dice il politologo di Stanford, ma ora crea anche un'occasione
irripetibile per voltare pagina. E per questo che in «Political Order
and Political Decay», il saggio sulle strutture politiche e il loro
«declino», Fukuyama dedica centinaia di pagine alle due economie del
Mediterraneo che in questi anni, in modi diversi, si sono trovate
all'epicentro del terremoto dell'euro. Su questi temi lo intervista
oggi per il Corriere della Sera Federico Fubini. Lei sostiene che i
sistemi politici di tipo clientelare diffusi In Grecia e in Italia
sono alla radice delle difficoltà dell'euro. Per quale motivo? «Una
causa di fondo degli eventi di questi anni è stata l'incapacità dei
governi di Grecia e Italia di tenere sotto controllo i conti. E una
delle ragioni per cui non ci sono riusciti, è che in entrambi i Paesi
il settore pubblico è stato usato a scopi clientelari. All'inizio
della crisi la Grecia aveva un numero di statali, per abitante, pari a
circa sette volte quello della Gran Bretagna. …

PADOAN: COSI’ CAMBIEREMO L’EUROPA. L' impatto duraturo della crisi
mette in luce le imperfezioni e l'inefficacia dell'architettura
dell'Unione economica e monetaria, nonostante alcuni importanti
progressi realizzati di recente. Lo scrive oggi su Repubblica il
ministro Pier Carlo Padoan. La disoccupazione elevata e la perdita di
benessere dovute alla crisi hanno provocato una vasta disaffezione nei
confronti del progetto europeo e dell'euro in particolare, con la
conseguenza che molti cittadini europei si sono convinti che questi
problemi vadano risolti allentando l'integrazione e trincerandosi
dietro i confini nazionali. Davanti a una disaffezione così estesa,
l'Unione deve scegliere tra l'ipotesi di trascinarsi stancamente su un
sentiero di crescita debole e quella di affrontare con determinazione
le sfide poste dalla crisi, per innalzare il potenziale di crescita,
promuovere la convergenza, favorire una ripresa sostenuta
dell'occupazione in un ambiente macroeconomico stabile, rafforzando
così la fiducia dei cittadini nelle istituzioni dell'Europa. L'urgenza
e la complessità delle questioni all'ordine del giorno richiedono una
strategia più ambiziosa, capace di affrontare l'emergenza sociale
prodotta dalla crisi e di ricostruire una comune identità europea.
L'attuale mix di politiche messe in campo dall'Ue va nella giusta
direzione: il quantitative easing sta dispiegando i propri effetti
positivi sul quadro macroeconomico e i mercati finanziari; il
consolidamento delle finanze pubbliche ha assunto una prospettiva di
più lungo termine, anche grazie alla Comunicazione della Commissione
sulla flessibilità e al Piano Juncker (…)

Approfondimenti