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cgil CGIL - Camera del Lavoro di Brescia

SEGNALAZIONI DAI QUOTIDIANI NAZIONALI

Occupazione, serve cautela


“La chiave di lettura è la cautela: il mese di aprile è legato alla stagionalità, e
non deve sorprendere, quindi, l’elevato ricorso ai contratti a
termine. Anche nel 2014, sempre ad aprile, il saldo tra attivazioni e
cessazioni di rapporti temporanei è stato positivo di ben 175.432
contratti”. Lo scrive Claudio Tucci sul Sole 24 ore nell’analisi sugli
ultimi dati Istat sul lavoro: “La strada lunga della ripresa fra
contratti a termine, stagionali e Cig da riassorbire” (p.5). “Nel 2015
– ricorda Tucci - sono aumentate le cessazioni di contratti a termine,
e questo si spiega, in parte, anche con il forte incremento del lavoro
a tempo indeterminato, dovuto all’appeal dello sgravio contributivo e
delle tutele crescenti che hanno spinto alla stabilizzazione di questi
rapporti. Ma nei primi tre mesi dell’anno i contratti a termine sono
continuati a crescere, anche nell’industria in senso stretto, e ciò è
positivo perché dimostra come la “liberalizzazione” di questo istituto
operata dal decreto Poletti del marzo 2014 (acausalità estesa a tutti
i 36 mesi) stia funzionando (viene incontro alle esigenze di
flessibilità richieste dalle aziende, superando le rigidità introdotte
nel 2012 dalla legge Fornero). È chiaro che l’impennata
dell’occupazione ad aprile è un fatto positivo. Ma è solo un primo
segnale che per consolidarsi ha bisogno di una ripresa della domanda
interna. Emblematica è l’analisi territoriale e per settori economici.
I nuovi posti di lavoro si stanno creando soprattutto da Bologna in su
(+71mila unità nel primo trimestre dell’anno sul medesimo periodo del
2014); e nonostante la riduzione del tasso di disoccupazione,
permangono ampi divari tra Nord (9%) e Sud (20,5% di senza lavoro).
Servizi e agricoltura, poi, stanno assumendo. L’industria e le
costruzioni, ancora no. Nel manifatturiero l’occupazione si è ridotta
su base annua dello 0,9% (-42mila unità). Ancora in affanno è
l’edilizia: il settore, per il 19° trimestre, anche se con minor
intensità, lascia sul terreno 17mila posti (-1,2%). (…)

EXPO E SERVIZI. ECCO I SETTORI DOVE SI ASSUME. Sul Corriere della Sera
è Fabio Savelli a entrare nel merito delle tipologie e dei settori
dove si assume. “Potremmo definirlo il combinato disposto di
un'industria in ripresa trascinata dal comparto dell'auto e un turismo
ravvivato dall'effetto Expo e dall'estate alle porte. Ai quali
aggiungere l'aumento strutturale di addetti nell'informatica e
nell'energia che si giovano di competenze iper-specialistiche. L'esito
finale è un mercato del lavoro mobile con uno spostamento della
domanda verso conoscenze tecniche sempre più raffinate, tale da
interessare anche i colletti blu: i «ricercati» operai manutentori
specializzati nell'utilizzo di macchine utensili. Per dare un'idea
Manpower Italia, la filiale tricolore della multinazionale Usa, ha
assunto negli ultimi due mesi 2mila persone, circa il 40% a tempo
indeterminato. Rileva Stefano Scabbio, amministratore delegato e
presidente di Assolavoro (l'associazione di rappresentanza delle
agenzie interinali), che il 2015 si preannuncia come l'anno di vera
inversione di tendenza rispetto ai sette di Grande Crisi: «Prevediamo
2omila assunzioni con contratto di somministrazione - dice -
soprattutto dalle aziende che hanno vocazione all'export e abbiano
effettuato investimenti in tecnologia». Programmatori Java, esperti
del sistema Sap, informatici in grado di sviluppare software per
smartphone, la nuova Mecca del commercio elettronico. Fin qui l'alto
di gamma, per così dire. Nuovi occupati in linea con la ripresa della
manifattura e dell'economia in generale. E poi i lavori considerati a
minore valore aggiunto, eppure insostituibili, appannaggio molto
spesso di immigrati: cura della persona, ristorazione e grande
distribuzione. (…p. 2)

EUROPA. I SOLDI PER FAR RIPARTIRE L’ECONOMIA. La politica monetaria
continuerà ad essere espansiva, almeno fino al settembre 2016, e
comunque finché non si sarà tornati alla stabilità monetaria.
Nonostante i predicatori di bolle finanziarie – la nuova versione dei
falchi monetari – stiano già spingendo per una revisione delle scelte
della Bce. Lo scrive nell’editoriale di oggi del Sole 24 ore Donato
Masciandaro. “L’abbondanza di liquidità e i profeti delle bolle I
RISCHI L’espansione monetaria è solo uno degli ingredienti essenziali
per il formarsi di una bolla Iu Continua da pagina 1 l presidente
Draghi ha ribadito che la politica monetaria può ridurre il rischio
bolla solo indirettamente, riportando alla normalità l’inflazione. Se
poi le politiche economiche strutturali continueranno a tardare azione
a favore della crescita economica, l’azione diretta anti bolle è nel
perimetro della politica macro prudenziale. Con una incognita di fondo
– che aggiungiamo noi: la politica macro prudenziale – non solo in
Europa – oggi esiste solo sulla carta. La Bce ha ribadito ieri il
programma di espansione monetaria che è in corso: la banca centrale
continuerà ad acquistare mensilmente titoli pubblici emessi dai Paesi
membri dell’Unione. L’obiettivo è quello di contribuire alla
definitiva riparazione del meccanismo di trasmissione che va dai tassi
di interesse alla crescita economica, attraverso due canali:
incentivare nella giusta direzione la riallocazione dei portafogli
finanziari e la formazione delle aspettative. Il percorso sarà lungo –
almeno fino al settembre 2016 (…p. 1 e 2)

RIVA SU REPUBB LICA: NON SPRECARE L’OCCASIONE. Massimo Riva invita sia
il governo, che le parti sociali a sfruttare l’occasione di dare una
svolta al mercato del lavoro. “Stavolta i dati Istat cominciano a dire
che qualcosa si sta muovendo sul terreno dell'occupazione. Ad aprile
il tasso dei senza lavoro è tornato ad arretrare come non succedeva da
mesi molto lontani. Non succedeva dai mesi precedenti la lunga crisi
iniziata sette anni fa. Si tratta di un calo contenuto in un paio di
decimali al 12,4 per cento dal 12,6 di marzo, ma con una
specificazione che risulta particolarmente gratificante: nel caso dei
giovani disoccupati ( fra i 15 e i 24 anni ) la discesa è stata molto
più pronunciata collocandosi all' 1,6 per cento. Insomma, finalmente
siamo di fronte a buone notizie effettive e non a quegli annunci dei
mesi precedenti che, mischiando nuovi posti di lavoro con la
trasformazione di vecchi contratti a termine in assunzioni a tempo
indeterminato, erano serviti soltanto ad alimentare un'inconsistente
polemica di bassa politica. Ora, però, non si vorrebbe che i pur
chiari e netti dati su aprile diventassero anch'essi oggetto di un'
analoga diatriba con il solito risultato di rendere incomprensibile
all'opinione pubblica ciò che si sta realmente verificando. Spetta,
quindi, al governo di non incorrere in quei toni euforizzanti che
costituiscono sovente una tentazione irresistibile, soprattutto per il
presidente del Consiglio. Ma tocca anche ad opposizioni e sindacati
trattenersi da quell'insano riflesso pavloviano che porta le une e gli
altri a disconoscere pregiudizialmente ogni novità che possa giovare
all'immagine del governo. (…)

MA E’ DAVVERO UNA RIPRESA? PARLA FILIPPO TADDEI. Il responsabile
economico;  del Pd, Filippo Taddei, risponde alle domande di Roberto
Mania su Repubblica. “Questa è una ripartenza con basi solide», dice
Filippo Taddei, economista, responsabile del Pd dell'economia e del
lavoro. Aggiunge: «Prima dei dati sull'occupazione erano arrivati
quello sul Pil e sul balzo degli investimenti, poi quello sulla
crescente stabilizzazione dei contratti di lavoro. Tutti dati che
vanno nella stessa direzione. Per la prima volta aumenta l'occupazione
tra tutte le categorie: uomini, donne, stranieri, over 50 e under 30
Già, però i contratti a termine crescano più del doppio di quelli a
tempo indeterminato. II Jobs act non doveva invertire questa tendenza?
Non che alla fine le assunzioni continueranno a farsi con i contratti
a tenr po determinato? «No, non così. Il rapporto tra le due tipologie
contrattuali è ora più favorevole ai contratti a tempo indeterminato.
In proporzione i contratti di stabilizzazione sono di più di quelli a
tempo determinato rispetto a ciò che accadeva in passato. Questo è un
vero cambiamento. È ovvio che non ci possa essere il 100 per cento
delle assunzioni a tempo indeterminato. Inevitabilmente c'è una quota
di assunzioni dettata da esigenze transitorie delle aziende. Eppure la
ripresa non sembra così netta. II Censis per esempio parla di una
"economia galleggiante" nella quale le famiglie non sono ancora così
convinte che la crisi sia alle spalle. (…)

LA FLAT TAX DI SALVINI. L’ANALISI DEL CORRIERE DELLA SERA. Il piatto
forte dell'intervento di Matteo Salvini (in giacca e cravatta?) al
meeting dei Giovani Imprenditori di Santa Margherita Ligure sarà
rappresentato domani dalla proposta di introdurre la flat tax cercando
di adattare all'Italia l'idea dell'economista americano Alvin
Rabushka. Ne parla oggi Dario Di Vico sul Corriere della Sera. Lo
schema che gli è stato preparato dal più attivo dei suoi consiglieri,
l'ex giornalista Armando Siri, si basa su un'aliquota unica del 15%.
Per aggirare il dettato costituzionale che prevede la progressività
delle imposte Salvini dovrebbe suddividere la platea dei contribuenti
in tre fasce. La prima arriva fino a 35 mila euro e verrebbe tassata
al 15%, godendo però di una riduzione di 3 mila euro di imponibile per
il titolare più la stessa cifra per ogni componente della famiglia a
carico. La seconda fascia va da 35 a 50 mila euro e la riduzione di
imponibile (sempre di 3 mila euro) in questo caso scatta solo per i
membri a carico della famiglia (e non per il titolare). Infine sopra i
5o mila euro la flat tax resterebbe sempre a quota 15% senza prevedere
alcuna riduzione di imponibile. (…)

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