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INTERVISTA A SUSANNA CAMUSSO ALLA VIGILIA DELLO SCIOPERO

Scuola, una riforma sbagliata


2015-05-04  La riforma della scuola prospettata dal governo Renzi lede il diritto costituzionale della libertà di insegnamento. Alla vigilia dello sciopero della scuola, previsto per martedì 5 aprile, il segretario generale della Cgil Susanna Camusso risponde alle domande di Repubblica, in un’intervista che apre il quotidiano. “Il governo – spiega – non è in condizione di fare le assunzioni dei docenti precari per l’inizio dell’anno scolastico e ha posto criteri assai discutibili che li dividono. Questa è una riforma che affida a un singolo, il dirigente scolastico, come si chiama oggi il preside, la totale discrezionalità su chi debba insegnare o meno. Non è quello che prevede la nostra Costituzione”.

Le critiche di Camusso sono soprattutto centrate sull’idea portante della riforma, quella cioè di una scuola selettiva a livello sociale. “Emerge una scuola che non ha più una funzione di carattere generale, che non punta più a formare cittadini con spirito critico. È una scuola elitaria, non di tutti. Le risorse che ci sono, peraltro scarse, vanno a chi primeggia: e delle scuole di Scampìa o dello Zen di Palermo che ne facciamo?”. Per quanto riguarda la qualità dell’offerta formativa e lo stile competitivo che si vorrebbe introdurre, il segretario generale spiega che senza dubbio “la scuola debba essere migliorata. Nella nostra Costituzione, però, la scuola vuol dire il diritto allo studio, ma nella riforma non c’è traccia di questo. Non c’è una visione del futuro della scuola, non c’è nulla per combattere la dispersione scolastica nel Paese che detiene il record di giovani Neet, che cioè non lavorano, non studiano, non si formano. Alla fine accederanno alla scuola coloro che appartengono a famiglie che se lo possono permettere”.

Nella seconda parte dell’intervista, Camusso affronta ma anche diversi temi di politica economica. A partire dal Jobs Act, che però non sembra innestare una dinamica positiva, visto che la disoccupazione continua a crescere. Il motivo, dice la segretaria generale Cgil, è in fondo semplice: non ci sono investimenti, a partire da quelli pubblici. “Non basta dire a un imprenditore: ti ho tolto l’articolo 18, ti ho fatto gli sconti, ora pensaci tu. Non funziona così. Gli incentivi senza vincoli si traducono nella sola sostituzione di contratti” spiega a Repubblica. Serve quindi una “politica industriale che indirizzi e sostenga la crescita e l’occupazione. Se non si pone come obiettivo quello della piena occupazione, richiamato autorevolmente dal presidente Mattarella, non ci sarà alcun cambiamento di verso”.

La leader sindacale, infine, indica anche la strada per trovare le risorse sia per la manovra sugli sgravi contributivi sia per fronteggiare gli effetti cumulati della sentenza della Corte costituzionale sul mancato adeguamento delle pensioni, rilanciando l’idea di una tassa patrimoniale sulle grandi ricchezze. “I diritti delle persone vanno garantiti e le risorse, come abbiamo più volte detto, ci sono o si possono trovare” conclude Camusso: “Questa potrebbe anche diventare un’occasione per rivedere i criteri di effettiva progressività nel sistema fiscale e contrastare seriamente l’evasione. Senza rinunciare alla riforma complessiva del fisco, la patrimoniale sulla grandi ricchezze ha un’efficacia immediata”.

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