via Fratelli Folonari, 20 - Brescia Centralino 030.37291
cgil CGIL - Camera del Lavoro di Brescia

PILLOLE DALLA STAMPA LOCALE. LETTERA AL GIORNALE DI FLAVIO PASOTTI (EX APINDUSTRIA)

La Fiera, il Nibiru, la trasparenza


LA FIERA E IL NIBIRU, LETTERA DI FLAVIO PASOTTI
La pubblica Bsoggi nella rubrica delle lettere, interessante spunto al dibattito su cosa ne resta della fiera. "Da un anno - leggiamo - è in discussione la restituzione al mondo sportivo e alla città dello storico e un po´ cadente palazzetto ex Eib e, contemporaneamente, la stampa ha dato risalto a conferenze stampa indette per presentare il progetto Nibiru Planet, il parco espositivo delle tecnologie che una società privata vuole (voleva?) realizzare nella superficie espositiva. Le notizie si sono inseguite in modo contraddittorio, con scetticismi molto più marcati e diffusi rispetto a quelli iniziali sulla Fiera e con toni da ultima spiaggia da parte dei sostenitori. Nel frattempo le istituzioni si sono silenziosamente sfilate, la Camera di commercio si è rinnovata dopo ventennali continuità e il parco da tecnologico pare divenuto fantascientifico. Non è fuori luogo chiedere che ci si assuma la responsabilità pubblica di dire a che punto sta la vicenda e quali sono i motivi, non di comodo, ma reali, che sottendono al cambio di amministratore in un momento in cui lo stesso consiglio ha altri seggi vacanti. Nelle segrete stanze si possono regolare i conti delle associazioni private, se la vedano i soci delle stesse. Ma la cosa pubblica richiede rispetto anche per gli stakeholder e primo compito è dissipare il fumo e assumersi le responsabilità prima che siano altri a doverne chiedere conto. Anche questo sarebbe piuttosto «fair», per quanto infrequente: ma probabilmente eviterebbe strascichi e volo di stracci dopo il fallimento del progetto".

I REATI IN CALO, MA L'ALLARME SOCIALE RESTA ALTO
Il dato finale dà conto di una diminuzione di 319 episodi (su circa 62 mila complessivi) rispetto al 2012, preoccupano i furti. Due pagine di approfondimento (8-9) a cura del ricercatore Elio Montanari

ALTRE DI CRONACA
Che fine fanno i nostri rifiuti? Il libro della brescia Nadia ramazzini uscito per Ediesse (gdb p.19)

 

DI SEGUITO LA LETTERA INTEGRALE DI FLAVIO PASOTTI

Ci si dimette da amministratore delegato di una società, seguendo regole non scritte e la ragionevolezza, se cambiano gli assetti dell´azionista che ti esprime.
E´ «fair» rimettere il mandato il giorno dopo l´evento o concordare una più che elegante uscita al momento della annuale assemblea di bilancio. Farlo nel lasso di tempo tra uno e l´altro evento, a un passo dal secondo, suscita legittimi interrogativi: a maggior ragione se la società in questione è di natura pubblica, se ne è nota la difficoltà di bilancio, il venir meno dell´oggetto sociale, l´esistenza di una trattativa delicata nella quale si è impegnati o, infine, il rischio di dover ricorrere a procedure liquidatorie. Tutti casi che riguardano la Fiera di Brescia, la cui tormentata storia è indissolubilmente legata a chi ne fu il propugnatore, l´amministratore delegato, dimissionario da qualche giorno, Franco Bettoni.

Rincorrere i pettegolezzi che si affollano in questi casi non è né dignitoso né corretto: la natura di quella società come bene comune della cittadinanza, degli imprenditori e del sistema del credito locale richiede che un passo così traumatico e inusuale per l´uomo sia accompagnato dalla massima trasparenza.
Il dibattito sulla nascita della Fiera non fu per nulla semplice e affonda le radici in storie bresciane antiche. La scelta fu fatta tra lo scetticismo non silente di alcuni e una maggioranza più silenziosa ma determinata, in congiunture economiche diverse dalle attuali, a realizzare l´opera con il massimo coinvolgimento delle istituzioni. Non ha funzionato, non ripeteremo qui il perché e diamo per scontato che in questa sfortunata e finanziariamente sanguinosa avventura tutti abbiano dato il meglio in buona fede.

Da un anno è in discussione la restituzione al mondo sportivo e alla città dello storico e un po´ cadente palazzetto ex Eib e, contemporaneamente, la stampa ha dato risalto a conferenze stampa indette per presentare il progetto Nibiru Planet, il parco espositivo delle tecnologie che una società privata vuole (voleva?) realizzare nella superficie espositiva. Le notizie si sono inseguite in modo contraddittorio, con scetticismi molto più marcati e diffusi rispetto a quelli iniziali sulla Fiera e con toni da ultima spiaggia da parte dei sostenitori. Nel frattempo le istituzioni si sono silenziosamente sfilate, la Camera di commercio si è rinnovata dopo ventennali continuità e il parco da tecnologico pare divenuto fantascientifico. Non è fuori luogo chiedere che ci si assuma la responsabilità pubblica di dire a che punto sta la vicenda e quali sono i motivi, non di comodo, ma reali, che sottendono al cambio di amministratore in un momento in cui lo stesso consiglio ha altri seggi vacanti. Nelle segrete stanze si possono regolare i conti delle associazioni private, se la vedano i soci delle stesse. Ma la cosa pubblica richiede rispetto anche per gli stakeholder e primo compito è dissipare il fumo e assumersi le responsabilità prima che siano altri a doverne chiedere conto. Anche questo sarebbe piuttosto «fair», per quanto infrequente: ma probabilmente eviterebbe strascichi e volo di stracci dopo il fallimento del progetto.

Approfondimenti