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L'INTERVENTO DI FRANCESCO BERTOLI (SEGRETARIO FIOM BRESCIA)

La Fiat e i premi di risultato, la realtà e la propaganda


Prendo spunto dall’articolo di Sergio Albertini del 18 aprile scorso per fare alcune riflessioni sugli aspetti contrattuali e sugli altri aspetti che portà con sè la proposta fatta dall Fiat-Fca alle organizzazioni sindacali, escludendo dagli incontri prima la Cgil poi la Fiom, e dalle stesse accettata senza alcun rapporto con i lavoratori del gruppo. Voglio precisare che non siamo in presenza di un “Premio di risultato”, che Albertini ricorda come elemento dell’accordo interconfederale del 1993, in quanto quell’accordo, come altri successivamente, proponeva due livelli di contrattazione (di contrattazione), un primo livello: il Contratto nazionale, e un secondo livello che si doveva svolgere a livello aziendale o decentrato. Era sostanzialmente la somma dei due livelli che doveva garantire il potere d’acquisto e l’eventuale aumento salariale a fronte di risultati a livello aziendale. 

È bene distinguere tra recupero del potere d’acquisto e l’aumento della retribuzione. In tutti questi anni possiamo ben dire che non è andata come l’accordo del 1993 propose, perchè i contratti nazionali non hanno recuperato il potere d’acquisto e la contrattazione aziendale non si è estesa, nè in termini di aumento salariale, nè in termini di diffussione complessiva.

Il gruppo Fiat dal 1993 al 2011 ha rinnovato solo due volte l’accordo aziendale, nel 1996 e nel 2006.
Poi Fiat è uscita da Confindustria e ha applicato, dal 2012, un proprio contratto, il Ccsl senza che sia stato votato dai lavoratori. Siamo pertanto di fronte ad una proposta che interviene su un unico livello, non su un secondo livello dove si dovrebbero applicare i “Premi di risultato”, ed è correto affermare che la struttura non si differenzia rispetto ad altri Premi, sia quelli applicati in passato nel gruppo Fiat, sia ad alcuni che sono applicati anche in aziende bresciane, è invece fuorviante e strumentale affermare che siamo alla “partecipazione dei lavoratori” perchè si “dividono gli utili”, mentre nulla si dice sulla prestazione e sulla produttività dei lavoratori del gruppo spinta alle stelle dopo l’introduzione del sistela Ergo Uas e dopo il taglio dei tempi e delle pause. In sintesi, a mio avviso e per come conosco gli accordi e l’organizzazione negli stabilimenti Fiat, siamo ad una possibile erogazione economica senza che vengano aumentati i minimi tabellari e la paga oraria, legando solo una parte di questa erogazione all’aumento, ad oggi non definito, delle efficenze che potrebbe volere dire aumento delle prestazioni e degli orari di lavoro.

La novità della proposta della Fiat sta appunto in questo, nessun aumento in paga oraria, e erogazioni solo in caso di bilanci favorevoli e in caso di aumento della prestazione. Non è un caso che Federmeccanica e Confindustria appplaudono, infatti, hanno già proposto ufficialmente di avere un unico livello contrattuale e lo schema Fiat cade giusto in tempo.
La gravità di quanto sta accadendo deve essere a tutti chiara, il mancato aumento della paga base corrisponde ad un abbasamento della retribuzione diretta e differita (incidenza sugli istituti contrattuali, sulle maggoirazioni notturne, festive, straordinarie, sul Tfr) e di conseguenza sul calcolo della pensione, sia quella pubblica che quella integrativa, inoltre, se il livello di contrattazione diventa unico, non si potrà contrattare altri aumenti salariali.
Non è possibile che si ingannino ancora una volta i lavoratori facendo leva sulla difficile situazione dettata dalla crisi.
L’articolo di Albertini dovrebbe indurre alla apertura di una discussione ampia, come Fiom Cgil nei giorni scorsi abbiamo sollevato il problema dei “contratti bulgari” indicando una pericolosa deriva salariale, normativa e più in generale dei diritti, crediamo, con il dovuto paragone, che la proposta Fiat indichi una strada analoga, sfoderando una propaganda all’altezza dell’obbiettivo.

Brescia 20 aprile 2015

                                                                                          
Il Segretario FIOM – CGIL Brescia
(Francesco Bertoli)

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