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cgil CGIL - Camera del Lavoro di Brescia

LA SENTENZA DEL TRIBUNALE DI BRESCIA

«Assegni familiari anche se i figli sono rientrati in patria»


15 aprile 2015 - I lavoratori stranieri hanno diritto agli assegni familiari per i familiari a carico anche per i periodi nei quali questi sono rientrati in patria. Per la seconda volta, dopo una sentenza simile nel novembre scorso, lo ha stabilito il giudice di Brescia Laura Corazza.

La vicenda riguarda sei lavoratori stranieri dipendenti dello stabilimento bresciano di Iveco residenti in Italia da molti anni e titolari del permesso di lungo periodo i quali, durante il periodo di cassa integrazione, si sono visti costretti a rimandare temporaneamente la moglie i figli in patria dove hanno frequentato la locale scuola.
Il Comune di Brescia rilevata l’assenza dei bimbi dalla scuola della città, aveva segnalato  l'evasione scolastica dei figli  all’Inps, che a sua volta aveva avviato un’azione di recupero delle somme pagate come assegni familiari durante il periodo di rientro in patria.

I lavoratori hanno fatto ricorso al Giudice – assistiti dall’avvocato Alberto Guariso e con il sostegno della Camera del Lavoro di Brescia, della Fiom Cgil e della Fondazione Piccini - chiedendo che venisse loro applicato (in forza della direttiva comunitaria 2009/103) lo stesso trattamento previsto per i cittadini italiani e comunitari per i quali l’Inps ha versato l’assegno familiare anche in relazione ai figli o al coniuge che risiedono all’estero.

Il Giudice ha accertato il diritto dei ricorrenti a percepire l'assegno per il nucleo familiare anche per i periodi nei quali i famigliari sono ritornati nel Paese di origine dichiarando, di conseguenza, «l'insussistenza dell'indebito prospettato dall'Inps» e condannando «l'Inps e l'Iveco a restituire ai ricorrenti le somme trattenute».

Il giudice ha inoltre riconosciuto il diritto alla parità di trattamento tra lavoratori italiani e comunitari e cittadini stranieri non comunitari residenti in Italia e titolari di permesso di soggiorno di lungo periodo. Il giudice ha ordinato all'Inps di dare adeguata pubblicizzazione alla sentenza sul proprio sito internet.

La Cgil invita tutti i lavoratori che hanno vissuto analoghe contestazioni a recarsi nei suoi uffici per potere avviare procedure di recupero degli assegni familiari.

Camera del Lavoro di Brescia

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