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Appalti in linea con l'Europa. Ecco la proposta di legge di iniziativa popolare della Cgil


2015-02-23 - Gli obiettivi essenziali della proposta di legge di iniziativa popolare (che sabato ha fatto tappa Brescia) promossa dalla Cgil trovano nelle Direttive dell’Unione un riscontro puntuale. Più efficace l’iniziativa se non sarà confinata all’interno dell’organizzazione.

I principi fondamentali che regolano il contratto di “appalto” sono definiti dal codice civile. Per l'articolo 1655, “L'appalto è il contratto col quale una parte assume, con organizzazione dei mezzi necessari e con gestione a proprio rischio, il compimento di un'opera o di un servizio verso un corrispettivo in danaro”. Ai principi fondamentali fissati in questo articolo, se ne associano altri complementari fissati dallo stesso codice civile e molti altri ancora nelle norme che regolano la tutela del lavoro, la sicurezza nei luoghi di lavoro, gli appalti pubblici, il contrasto della criminalità organizzata.

Il legislatore nel corso degli anni è intervenuto ripetutamente sulla materia, con norme che hanno segnato l'avanzamento della tutela del lavoro, come l'introduzione del Durc (Documento unitario di regolarità contributiva) o l’estensione della responsabilità solidale del committente nei confronti dei lavoratori dell'appaltatore e degli eventuali subappaltatori, mentre gli interventi più recenti da parte del governo hanno segnato degli arretramenti preoccupanti. In questo articolato contesto, l'iniziativa della Cgil di promuovere un progetto di legge di iniziativa popolare è importante non solo per quanto si propone nel merito.

La proposta di legge si propone alcuni obbiettivi importanti, ma limitati, due in particolare. Uno è quello della responsabilità solidale: con la cancellazione delle modifiche apportate dal governo all'articolo 29 del dlgs 276/2003, che hanno escluso (con l'articolo 9 del decreto legge 76/2013) dall’applicazione della regola della responsabilità solidale le pubbliche amministrazioni committenti di appalti; con la modifica delle norme, introdotte in precedenza con la legge 92/2012 sempre nell'articolo 29, che hanno reso l’applicazione della responsabilità solidale in sede processuale più onerosa per i lavoratori destinatari della garanzia e hanno aperto spazi incontrollati alla modifica della regola da parte della contrattazione collettiva.

L'altro obbiettivo importante del progetto di legge è quello della tutela dei lavoratori nel caso della successione di appalti, proponendo la modifica di quanto già previsto, in modo ambiguo, al comma terzo dello stesso articolo 29 del dlgs 276/2003. Non solo. La proposta di legge, con il terzo e ultimo articolo, propone il monitoraggio del rispetto delle suddette norme da parte dell'Anac (Autorità nazionale anticorruzione) nel caso degli appalti pubblici. continua

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