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cgil CGIL - Camera del Lavoro di Brescia

Il Jobs Act non mantiene le promesse sui contratti. Segnalazioni dai quotidiani nazionali di giovedì 19 febbraio


Si apre questa mattina un’altra giornata della verità per il destino
della Grecia e dell’Europa. Il governo di Atene presenterà infatti le
sue condizioni per il salvataggio che potrebbero essere la base per un
accordo definitivo che eviti il default e l’uscita del Paese
dall’euro. Ieri si sono registrate le nuove prese di posizione
all’insegna dell’ottimismo da parte del presidente Obama e della
cancelliera Angela Merkel, mentre su tutti i quotidiani viene messa in
evidenza la tenuta dei mercati finanziari che pare stiano scommettendo
sul un epilogo a lieto fine anche alla luce della nuova decisione del
presidente della Bce, Mario Draghi, di non chiudere i rubinetti
finanziari verso le banche greche. In ogni caso domani scadrà
l’ultimatum dell’Eurogruppo ed è quindi cominciato davvero il conto
alla rovescia. Trattative diplomatiche a oltranza anche sul fronte
della Libia per evitare l’intervento armato. Ieri il ministro
Gentiloni ha detto che l’Italia è pronta a dare il suo contributo
all’interno di un possibile intervento dell’Onu. Il governo italiano è
pronto anche a varare i decreti attuativi del Jobs Act. Nell’incontro
di ieri al ministero Giuliano Poletti ha illustrato alla delegazione
dei sindacati le linee guida che dovranno essere però tradotte in
testi definitivi nel Consiglio dei ministri di domani. Abbandonata
l’idea del “disboscamento” delle tantissime forme contrattuali oggi
esistenti. Ieri il Direttivo nazionale, riunito a Roma
per tutta la giornata, ha votato un documento che traccia il percorso
della mobilitazione contro il Jobs Act e delle tante altre iniziative
che si svilupperanno nei prossimi mesi: si riparte dalla
contrattazione e si lavora per un nuovo Statuto delle lavoratrici e
dei lavoratori.

JOBS ACT. IL GOVERNO NON MANTIENE LE PROMESSE SUI CONTRATTI

“La nostra prima valutazione sarà più articolata quando avremo un
testo per capire esattamente di che cosa stiamo parlando. Al momento
ci sembra più una semplificazione e una manutenzione che un
disboscamento, per utilizzare le parole dello stesso governo. Le
uniche forme che il ministro Poletti si propone di abolire sono
l'associazione in partecipazione e il 'job sharing', mistero della
fede quest'ultimo se sia mai stato applicato in natura”. E' stata
questa la valutazione del segretario confederale della Cgil, Serena
Sorrentino, al termine del tavolo presso il Ministero del Lavoro sul
decreto del Jobs Act di riforma delle tipologie contrattuali, che sarà
all’ordine del giorno del Consiglio dei ministri di domani. “Rispetto
a quell'attenzione sulle forme maggiormente precarizzanti - aggiunge
la dirigente sindacale - siamo stati sostanzialmente delusi. Alla
nostra obiezione sulla sostanziale conferma delle tipologie esistenti,
il ministro ci ha risposto che sulla precarietà non si può intervenire
col 'bazooka' perché si fa un buco enorme ma che l'intervento sarebbe
stato fatto col bisturi. A questo punto è stato facile replicare che
invece sul tema dei licenziamenti si è intervenuti col' bazooka',
nessuno si è posto in questo caso il problema del buco enorme che si
creava”. Per conoscere i dettagli dell’incontro di ieri e le
conseguenti valutazioni della Cgil, vai sul sito di rassegna
(www.rassegna.it, “Sui contratti solo manutenzione, niente
disboscamento”) e sul sito della Cgil nazionale (www.cgil.it).

UN NUOVO STATUTO DEI LAVORATORI, IL DOCUMENTO DEL DIRETTIVO

Su entrambi i siti (www.rassegna.it e www.cgil.it) è stato pubblicato
ieri sera il documento conclusivo del Direttivo nazionale che si è
svolto per tutto il giorno a Corso d’Italia.

IL JOBS ACT DI POLETTI SUI QUOTIDIANI DI OGGI

Sul Sole 24 ore Giorgio Pogliotti e Claudio Tucci raccontano
l’incontro tra il ministro Poletti e i sindacati facendo il punto sul
merito dei provvedimenti che saranno all’ordine del giorno del
Consiglio dei ministri di domani: “Tempo determinato, il tetto resta a
36 mesi”. Nel pezzo del Sole si riprendono le posizioni di Cgil, Cisl,
Uil, con le dichiarazioni di Serena Sorrentino, Carmelo Barbagallo per
la Uil che parla di “montagna che ha partorito un topolino”. Giudizio
positivo invece quello della Cisl: “La direzione di marcia è quella
giusta”, ha dichiarato ieri il segretario nazionale Gigi Petteni. Sul
Corriere della Sera (che oggi propone un’apertura originale con un
intervento di papa Francesco) scrive Lorenzo Salvia, “Licenziamenti
collettivi verso il dietrofront. Contratti a termine, il limite resta
a 36 mesi” (p.17). La posizione della Cgil messa a confronto con
quelle della Cisl e della Uil viene ripresa su Repubblica da Luisa
Grion, “Stop ai co.co.pro, domani al via i decreti attuativi del Jobs
Act. Tutele crescenti. Renzi: riprendiamo i tedeschi” (p.26). Il
Messaggero parla dell’incontro di ieri a pagina 15, “Si cambia sul
lavoro: il governo cancella i contratti a progetto”, mentre su La
Stampa scrive Roberto Giovannini: “Poletti: basta contratti a
progetto” . “La Cgil – scrive Giovannini – afferma che è più una
manutenzione che un disboscamento delle forme contrattuali precarie.
Il suo Direttivo annuncia nuove iniziative di protesta e apre la porta
a un referendum per abrogare il Jobs Act” (p.17). Sul Fatto Quotidiano
il pezzo sull’incontro al ministero è affidato a Salvatore Cannavò:
“Il Gattopardo Poletti: addio Co.co.pro, cambia solo nome” (p.13).
Molto critica la versione del manifesto con il pezzo di Massimo
Franchi: “Nel ‘bosco’ di Poletti 45 contratti”. Il manifesto parla di
“sindacati furiosi”, ma in realtà nell’articolo si diversificano le
reazioni a caldo di ieri, dalle critiche della Cgil al giudizio più
“morbido” della Cisl. Su Avvenire scrive Nicola Pini: “Jobs Act, stop
a nuovi contratti a progetto” (p.8).

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