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E se la Grecia uscisse dall'euro? Segnalazioni dai quotidiani nazionali di martedì 10 febbraio


Gli Stati Uniti appoggiano il tentativo diplomatico della Germania e
della Francia per trovare un accordo con Mosca sulla crisi ucraina, ma
nello stesso tempo sono pronti a fornire armi letali a Kiev. Lo ha
fatto sapere ieri lo stesso presidente Obama, che ha ricevuto alla
Casa Bianca la cancelliera Angela Merkel (inizialmente contraria
all’intervento armato). Gli Usa premono anche su un possibile
compromesso con la Grecia per evitare l’uscita dall’euro. Non si
placano le bordate polemiche contro il ministro delle Finanze
Varoufakis che ha parlato di possibile default anche dell’Italia,
anche se c’è stato comunque un chiarimento tra Roma e Atene, mentre il
ministro tedesco Shauble continua ad essere molto scettico sulla
possibilità di trovare un accordo accettabile. Domani le proposte del
governo di Atene saranno all’attenzione dell’Eurogruppo di Bruxelles.
Intanto nel mare della Sicilia si registra un’altra tragedia
dell’immigrazione: muoiono assiderati in 29 per i soccorsi arrivati
troppo tardi. I trafficanti libici avevano fatto partire tre gommoni
con mare forza 8. L’Istat certifica gli effetti catastrofici della
crisi sulle regioni meridionali dell’Italia. La Cgil critica la
politica degli annunci: servono con urgenza misure concrete. Problemi
anche per il bonus bebè: il decreto non è ancora pronto. Scandalose le
cifre dell’evasione fiscale dalla Svizzera: non dichiarati in Italia
742 milioni di reddito. Sul Sole 24 ore, il Fatto Quotidiano e Libero
torna a parlare Hervé Falciani, il funzionario italo-francese che ha
scoperto e denunciato la grande evasione dei 100 mila conti svizzeri.

IL PREZZO DI “GREXIT”. COMMENTI SU EUROPA E GRECIA

Molto interessante sul Sole 24 ore l’analisi di Isabella Bufacchi che
analizza non solo lo scenario che si profilerebbe in Grecia in caso di
uscita dall’euro e di default, ma anche tutti i possibili effetti a
catena sugli altri paesi europei, Italia in primis. “Dopo l’uscita
della Grecia dall’eurozona – scrive Bufacchi – il mercato tornerà a
pretendere un premio sui rendimenti del debito degli Stati rimanenti
nell’Unione monetaria per controbilanciare il rischio di uscita
dall’euro: questo graverebbe sui Paesi più deboli e soprattutto con i
il debito/Pil più alto, tra i quali l’Italia” (Sole 24 ore, p.5).
Sempre sul Sole l’analisi di Dino Pesole sulla “sostenibilità” del
rischio Italia e un editoriale molto polemico contro il ministro delle
Finanze greco Varoufakis di Adriana Cerretelli: “Non è tempo di agenti
provocatori sul debito”. Sul Fatto Quotidiano scrivono invece Barbara
Spinelli che si chiede se l’Europa continui ad esistere davvero e
sostiene che la Bce non basta perché servono a questo punto scelte
politiche chiare, e Marco Vitale secondo il quale la Grecia è
squisitamente una questione politica: “La Bundesbank rilegga Keynes e
ripassi la storia” (p.22). Interessante anche il commento di Angelo De
Mattia sul Milano Finanza: “Grecia e resto d’Europa si devono
incontrare a metà strada”. Secondo De Mattia, la chiave di una
possibile via d’uscita sta anche nei tempi che si sceglieranno: “è
difficile, quasi impossibile negoziare quando una parte dei contraenti
abbia la pistola puntata sulle scadenze imminenti alle quali l’altro
contraente è chiamato tassativamente a corrispondere”. Sul Foglio
Franco De Benedetti polemizza con quegli idealisti che complicano le
cose. Perché è vero che la questione posta dalla Grecia è politica, ma
è anche vero che gli unici veri valori condivisi in Europa sono quegli
aridi numeri 3 e 60 per cento relativi al controllo dei conti
(“Grexit, laicamente”, p.4). Non la pensa esattamente come De
Benedetti Gianni Pittella, presidente del gruppo Socialisti e
Democratici al Parlamento europeo che oggi scrive su Il Mattino: “Caso
Grecia, subito il negoziato nel segno della solidarietà” (p.47)

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