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cgil CGIL - Camera del Lavoro di Brescia

Il destino dell'Europa tra Grecia e Ucraina. Segnalazioni dai quotidiani nazionali di lunedì 9 febbraio


Concluso il suo giro d’Europa, Alexis Tsipras conferma la posizione
del nuovo governo greco: saranno pagati i debiti, ma con tempi
dilatati e non più alle condizioni della Troika, mentre la Germania
dovrebbe porsi il problema del pagamento dei debiti di guerra. Si
riaccende dunque uno scontro al centro del quale non c’è solo la
Grecia, ma il destino stesso dell’Europa perché il problema che si
pone alla politica è quello del superamento della logica
dell’austerità. E’ cominciato così il conto alla rovescia che porterà
all’incontro dell’Eurogruppo di dopodomani. Si cerca un compromesso,
anche se a livello mediatico prevale finora la polemica come è
successo nello scambio di battute tra il ministro delle Finanze
Varoufakis, secondo il quale anche l’Italia è a rischio bancarotta e
il ministro italiano Padoan, che stigmatizza su twitter le “parole
fuori luogo”. L’Europa è alle prese anche con la crisi ucraina. Ci
sono solo 48 ore di tempo per la diplomazia per trovare un’intesa ed
evitare l’intervento armato: l’appuntamento che si sono dati i leader
di Francia, Germania, Russia e Ucraina è fissato a Minsk per
mercoledì. Intanto spuntano le liste dei nomi dei conti in svizzera:
tra re, star e magnati anche settemila italiani. Milioni di euro sono
stati sottratti al fisco. In Italia la Cgil porta avanti le sue
campagne sulla legalità, la nuova legge sugli appalti e contro gli
effetti negativi del Jobs Act. Netta presa di posizione anche sui
problemi dell’Esposizione di Milano, al di là delle polemiche sul
Primo Maggio e la Turandot alla Scala nel giorno dell’Expo. Intanto
arriva un messaggio dal Quirinale: il presidente Mattarella sceglie un
appartamento defilato e si propone di aprire il Palazzo ai cittadini.

IL LAVORO SULLE PAGINE DEI GIORNALI

Sul Corriere della Sera di oggi da segnalare l’editoriale di Maurizio
Ferrera dedicato al lavoro, anzi alla necessità di ritrovare una
cultura del lavoro che con la precarizzazione dei rapporti e del
mercato è scomparsa: “Cultura del lavoro, bene da ritrovare”. Ferrera
conferma che l’avvento della flessibilità in Italia ha coinciso con la
precarizzazione, ovvero uno stato di perenne insicurezza, frequenti
interruzioni di redditi, intrappolamento nei settori meno qualificati.
Ma se Ferrera invita giustamente a riflettere sulla necessità di
rilanciare una vera cultura del lavoro nel rapporto tra imprese e
dipendenti, sembra invece alquanto illusoria la sua speranza che sarà
il Jobs Act del governo Renzi, con il contratto a tutele crescenti, a
segnare la svolta nel corso del 2015. Su alcuni quotidiani di oggi
ritorna la storia degli 80 mila statali che avrebbero dovuto essere
assunti ma che ora sono bloccati a causa della legge di Stabilità. Su
La Stampa ne parla Paolo Baroni (p. 4): “Statali, beffati gli 80 mila
che hanno superato il concorso”: Si tratta di persone risultate idonee
e che sono in attesa del posto da anni, ma che non potranno mai
averlo. La Legge di Stabilità ha infatti bloccato il turnover e le
graduatorie saranno cancellate. Gli interessati hanno lanciato una
vera campagna sui social network e la questione potrebbe tradursi
presto in una vera bomba sociale scrive Baroni. Ilgoverno come
risponde. All’ultimo question time di dicembre il ministro Madia aveva
assicurato un intervento risolutivo che finora però non si è visto.
Sul Sole 24 ore Enrico Netti (p.5) porta all’attenzione la questione
tecnica delle buste paga italiane che risulterebbero tra le più
complesse nel mondo. Nel rapporto Payroll complexity index elaborato
da Nga, la multinazionale inglese specializzata in consulenza e
servizi alle imprese, l’Italia scivola all’ultimo posto dopo la
Francia nel giudizio sui cedolini delle retribuzioni, gli obblighi
fiscali e contribuitivi e naturalmente per la complessità dei rapporti
con gli enti previdenziali. Sul Mattino di Napoli Leandro Del Gaudio
parla della vicenda della ex Italsider di Bagnol che avrebbe procurato
la morte di 10 persone a causa dell’uso di amianto. La procura di
Napoli ha portato a giudizio 5 dirigenti. Si indaga anche sulla
malattia di altri 27 ex dipendenti Italsider. (p.23)

IL DESTINO DELL’EUROPA. TRA GRECIA E UCRAINA

Continua ad esserci molta attenzione sui giornali al destino
dell’Europa messa alla prova dalla crisi greca e dalla polveriera
ucraina. Su Repubblica di oggi da segnalare l’approfondimento di
Ettore Livini sul personaggio Tsipras che non torna sui suoi passi e
chiede i danni di guerra alla Germania (alle pagine 10 e 11 con un
richiamo molto evidente in prima). Sempre su Repubblica Paolo
Garimberti parla della cancelliera  Angela Merkel di fronte all’enigma
Putin.  Sul Sole 24 ore Adriana Cerretelli sostiene che non c’è solo
l’Euro nel braccio di ferro tra Atene e Bruxelles. “La speranza – dice
Cerretelli – è che alla fine il buon senso e il senso della misura
prevalgano insieme alla consapevolezza che siamo tutti sulla stessa
barca e se uno dell’equipaggio affoga, anche gli altri inevitabilmente
ne saranno travolti, anche se nessuno può dire con esattezza in quale
misura. Nell’incertezza, però, meglio evitare di scoprirlo”. Quello
che è certo comunque è che nessuno a questo punto può permettersi il
lusso di tirare troppo a lungo le trattative. Sul Corriere della Sera
Nicola Rossi scrive una lettera al direttore per polemizzare con
l’articolo di Lucrezia Reichlin della scorsa settimana (“Non ripetiamo
altri gravi errori”). Per Rossi la soluzione della crisi greca è meno
lineare di quello che sembra e un eccesso di orgoglio rischia di fare
male al governo di Atene.  Per quanto riguarda l’Ucraina da segnalare
su La Stampa una interessante analisi di Gian Enrico Rusconi: “Quale
via d’uscita? E’ una questione di grande politica, non di muscoli. Che
errore il paragone con il 1938”.

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