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I COMMENTI SUL QUIRINALE, DA DOMANI BASTA LA MAGGIORANZA SEMPLICE

Mattarella mette in crisi il Nazareno. Segnalazioni dai quotidiani nazionali di venerdì


Sarà Sergio Mattarella il dodicesimo Presidente?  Lo sapremo entro
qualche ora. Il presidente del consiglio Matteo Renzi - che con la sua
mossa ha ricompattato il Pd e ottenuto anche i voti di Sel - si dice
infatti ottimista e parla di uno scarto di almeno venti voti al quarto
scrutinio di domani. Berlusconi e Alfano parlano invece di fine del
Patto del Nazareno e di alto tradimento, mentre quasi tutti i
commentatori di destra descrivono Renzi come uno scorpione. Ieri il
segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, è intervenuta al
Congresso nazionale del sindacato dei giornalisti, la Fnsi. Per il
contratto e per chiedere un nuovo modello di erogazione del credito
alle famiglie e alle imprese oggi scioperano i bancari. Su Radio
Articolo1 la diretta della manifestazione di Milano alla quale
parteciperà il segretario generale Camusso. La Cgil lancia intanto un
allarme sulla riforma delle Province (perché la legge di stabilità
stravolge la legge Delrio) e sull’urgenza di ridefinire la governance
dell’Inps.



APPROFONDIMENTI SUL QUIRINALE

Sul Corriere della Sera da segnalare tra l’atro l’editoriale di
Massimo Franco, “La scelta e lo strappo” in cui si parla di un grande
merito di Matteo Renzi per il fatto di aver scelto un uomo politico
come Mattarella completamente ai suoi antipodi. Sempre sul Corriere
Gian Antonio Stella parla dell’incubo dei franchi tiratori e
soprattutto di quello che faranno i forzisti berlusconiani indignati
per il tradimento di Renzi. Per Aldo Cazzullo la scelta di Renzi
assume sicuramente il sapore di un affronto per Berlusconi che è
sempre stato nemico della sinistra Dc. Ottimisti invece sull’esito del
voto di domani Maria Teresa Meli e Francesco Verderami: “Silvio non
romperà” (Corriere, p.5). Visto che Renzi ieri ha cercato di tenere
separata l’elezione del Presidente dal Patto per le riforme, Francesco
Bei, su Repubblica Stefano Folli cerca di capire che cosa resta del
Nazareno. (p.13). Sempre su Repubblica Concita De Gregorio insiste
sull’incubo di un bis dei 101 (p.9), mentre Filippo Ceccarelli
racconta l’ira forzista: “Ci ha fregato” (p.13). Sul Messaggero
Alberto Gentili spiega che però il leader è preoccupato dai numeri:
sicuri solo 250 voti (p.3). Sempre sul Messaggero l’editoriale di
Alessandro Campi: “Il premier nel fortino e il nuovo ruolo del
Presidente”. L’editoriale de La Stampa, Federico Geremicca insiste sul
concetto di un possibile terremoto politico se dovesse passare Sergio
Mattarella, descritto da Marcello Sorgi come “un moderato che non alza
quasi mai la voce” (p.5). Sul manifesto firma l’editoriale il
direttore Norma Rangeri: “Spianata Mattarella”, nel quale si avanza un
paragone tra l’elezione di oggi guidata da Renzi e quella di Francesco
Cossiga, guidata allora da Ciriaco De Mita. E visto che ieri è stata
evocata in Parlamento, Rangeri ricorda la famosa copertina del
manifesto di trent’anni fa: non moriremo democristiani con il commento
di Luigi Pintor. Sono molte ovviamente anche le interviste sullo
scontro politico in atto. Ne citiamo solo tre perché sono
rappresentative di diversi modi di vedere le cose: sul Corriere della
Sera parla Gaetano Quagliarello: “Matteo è stato incoerente. Il
percorso sarà in salita”. Su Repubblica sono due le interviste
interessanti: la prima Pierluigi Bersani: “E’ il mio favorito fin dal
2013. Mi fido del premier” (Goffredo De Marchis, p.8) e quella a
Renato Brunetta: “Matteo come uno scorpione masochista” (Alberto
D’Argenio, p.11).

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