via Fratelli Folonari, 20 - Brescia Centralino 030.37291
cgil CGIL - Camera del Lavoro di Brescia

Tutto sullo sciopero generale del 12 dicembre. Segnalazioni dai quotidiani di mercoledì 10 dicembre


Stop di 8 ore di tutti i lavoratori pubblici e privati, 54 manifestazioni in tutta Italia organizzate in 10 regioni, con 5 appuntamenti interprovinciali e 39 territoriali. Nonostante gli interventi critici dell'Autorità di vigilanza sugli scioperi, si fermeranno anche i lavoratori dei trasporti (ferrovie e trasporto locale), che assicureranno solo le fasce orarie obbligatorie. E' lo sciopero generale di Cgil e Uil di venerdì 12 dicembre che con l'astensione dal lavoro e cortei in tutta Italia ribadirà il no al Jobs Act e alla legge di stabilità perché non creano lavoro, né tantomeno i presupporti per far uscire il Paese dalla recessione. Una protesta anche contro i tagli del governo alle risorse dei patronati che mettono a rischio i servizi per migliaia di cittadini delle fasce più deboli della popolazione. Uno sciopero all'insegna dello slogan "così non va!", proprio nel momento in cui il  ministro Giuliano Poletti annunciata l'applicazione del Jobs Act nel giro dei prossimi tre mesi. Ma il sindacato non si fermerà con lo sciopero di venerdì e se le cose - dopo il 12 dicembre - non cambieranno "andremo avanti con iniziative sul territorio, giuridiche e vertenze collettive", come ha detto ieri il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso durante la conferenza stampa di presentazione dello sciopero. Per spiegare le ragioni della mobilitazione e per parlare delle prospettive che si apriranno dopo il 12 sono previste per domani due interviste al segretario generale: una su Radio Articolo 1 (la radio della Cgil) e una su Repubblica Tv sul sito di repubblica online.

Camusso: il nostro obiettivo è cambiare le politiche sul lavoro

"In Italia c'è troppo poco lavoro, lo dicono i numeri, ogni mese facciamo il record di disoccupazione e si allarga il divario con gli altri paesi. La legge di Stabilità, attualmente in discussione in Parlamento, non affronta i problemi strutturali, mentre l'esecutivo prova a ridurre i diritti dei lavoratori". Lo ha detto ieri il segretario generale Susanna Camusso durante la conferenza stampa di presentazione dello sciopero organizzata nella sede della Uil nazionale a Roma. "Il vero nodo sono gli investimenti che non si fanno da 20 anni". Allo stesso tempo "si moltiplicano le vertenze, manca una politica industriale nel paese". Illustrando i punti principali della mobilitazione di venerdì, la leader della Cgil ha detto che "bisogna smetterla con appalti e deroghe, che producono lavoro povero e moltiplicano gli scandali. Inoltre, il governo è anche datore di lavoro pubblico: qui  resta il problema del blocco dei contratti, con la spesa pubblica che peraltro continua ad aumentare. Nella pubblica amministrazione c'è la non conferma dei precari e la totale incertezza sui lavoratori delle province. Dal governo non arriva nessuna politica attiva". "Ci sono tutti i termini perché il governo cambi le politiche sul lavoro, è l'obiettivo dello sciopero generale. Il nostro scopo - per Camusso - è rideterminare le condizioni per un cambiamento delle politiche sul lavoro, per un confronto serio sulle prospettive industriali e per la creazione di posti di lavoro. Il combinato disposto di Jobs Act e legge di Stabilità non favorisce il lavoro né le imprese che davvero vogliano investire.

Venerdì 12 dicembre: le 54 manifestazioni di Cgil e Uil

Lo sciopero prevede, per tutti i lavoratori pubblici e privati, l'astensione pari all'intera giornata lavorativa e manifestazioni a livello regionale, provinciale ed interprovinciale. Le due Confederazioni Cgil e Uil, con la mobilitazione del 12 dicembre, chiedono al Governo di 'cambiare realmente il verso' delle politiche "inefficaci" e "sbagliate", un cambiamento che possa così finalmente contrastare il lavoro debole e precario, cancellare le iniquitàdella legge Fornero sulle pensioni, tutelare i lavoratori ingiustamente licenziati. Cgil e Uil avanzano, inoltre, alcune proposte come: l'universalizzazione degli ammortizzatori sociali; aprire rapidamente la contrattazione nei settori pubblici; investire realmente in vere politiche attive per il lavoro e contrastare la lotta alla corruzione, all'evasione agli sprechi, agli appalti al massimo ribasso. Saranno oltre cinquanta le piazze per dire che 'Così no va!'. Per venerdì sono in programma 54 manifestazioni: 10 regionali; 39 provinciali; 5 interprovinciali. Sul sito della Cgil (www.cgil.it) l'elenco dettagliato di tutti gli appuntamenti che vedranno la partecipazione dei segretari confederali e dei segretari generali di categoria.

Trasporti.  Filt Cgil: ecco perché si sciopera venerdì

"Gli interventi di politica economica e sulla legislazione del lavoro del Governo hanno ricadute anche nei trasporti". Lo sostiene la Filt  Cgil in merito alle ragioni dello sciopero generale del 12 dicembre spiegando che "il taglio delle risorse a Regioni ed Enti locali risulta di entità tale da pregiudicare l'attuale, già carente, livello dei servizi di trasporto pubblico locale e regionale". "Peraltro, lo specifico ddl di riordino del comparto sembra essere prossimo ad approdare a soluzioni prive di qualsiasi prospettiva di politica industriale, velleitarie sul versante della programmazione, ancora molto incerte in tema di risorse, con un'idea tuttora assai sommaria su costi e servizi standard, senza prevedere adeguate tutele per il lavoro nell'ambito dei processi prospettati di liberalizzazione e di ristrutturazione delle aziende", sostiene la federazione dei trasporti della Cgil.
"L'entità dei tagli delinea uno scenario favorevole a massicce dismissioni di quote di partecipazione proprietaria degli Enti locali nelle aziende del trasporto locale o che svolgono altre attività come nelle gestioni aeroportuali e nelle concessioni autostradali", aggiunge, evidenziando che "questo scenario torna di immediata attualità anche per le partecipazioni proprietarie statali, come dimostrano, nei trasporti, gli orientamenti recentemente assunti dal Governo su Fs, Enav e, per certi versi, Anas".

Lo sciopero generale e il Jobs Act sui giornali di oggi

Sullo sciopero e sulle questioni che sono alla base della mobilitazione di Cgil e Uil scrive oggi Monica Guerzoni sul Corriere della Sera concentrandosi in particolare sulle scelte che faranno i deputati del Pd: "Pochi in piazza con i sindacati, la cautela della sinistra Dem" (p.23). Su Repubblica scrive Valentina Conte, "Jobs Act, Pd ancora diviso. Damiano: l'indennizzo pari o superiore allo sgravio" (p.24). Sul Messaggero scrive Giusy Franzese: "Lagarde: Jobs Act ok, ora giù le tasse, ma venerdì lo sciopero fermerà l'Italia" (p.19). Sul Fatto Quotidiano Salvatore Cannavòattacca il Pd: "Jobs Act: grazie al Pd, più licenzi più guadagni. Poletti: operativi fra tre mesi. Sempre sul Fatto da segnalare anche un approfondimento sempre di Cannavò sul taglio ai patronati. Sul manifesto l'articolo di Antonio Sciotto: "Sciopero generale per cambiare il Jobs Act e la legge di stabilità: caro Renzi è solo l'inizio" (p.2). Sempre sul manifesto da segnalare un articolo a quattro mani di Giorgio Airaudo e Giulio Marcon sulla raccolta di firme contro la modifica dell'articolo 81 sul pareggio di bilancio: "Il lavoro e i diritti protagonisti a Roma. Il 18 con Fiom e Cgil per rilanciare la raccolta di firme". Un argomento legato alla legge di stabilità è quello che riguarda i fondi pensione sui cui riporta l'attenzione il quotidiano della Cisl, Conquiste del lavoro: "Fondi pensione sul piede di guerra contro l'aumento della tassazione" (p.4).

La crisi che non passa: gli italiani ridiventano emigranti

Italiani di nuovo emigranti e sempre più stranieri lasciano il Belpaese per tornare a casa: è questa la fotografia scattata dall'Istat che ieri ha diffuso i dati secondo cui mai così alto è stato il numero dei nostri connazionali in fuga negli ultimi dieci anni. E nello stesso tempo si registra un aumento del 14% degli stranieri che se ne vanno dall'Italia. L'Istituto di statistica rivela che circa 44 mila emigrazioni, sulle complessive 125mila registrate nel 2013, riguardano cittadini stranieri. Il numero di cittadini stranieri che lasciano il nostro Paese è in aumento rispetto all'anno precedente (+14,2%), ma ancor più marcato è l'incremento degli italiani che decidono di trasferirsi in un Paese estero. Il numero di emigrati italiani è pari a 82 mila unità (il più alto degli ultimi dieci anni) in crescita del 20,7% rispetto al 2012. Tale incremento, insieme alla contrazione
degli ingressi (pari a mille unità, 3,5% in meno del 2012) ha prodotto nel 2013 un saldo migratorio negativo per gli italiani pari a -54mila, quasi il 40% in più di quello del 2012 nel quale il saldo risultò pari a -38mila.


Rifiuti: la Ue condanna   l'Italia, in arrivo multe milionarie

L'Italia non ha rispettato la sentenza della Corte di giustizia   dell'Unione europea del 2007 che ha constatato l'inadempimento alle direttive   sui rifiuti. Per questo, il nostro Paese è stato condannato a pesanti   sanzioni pecuniarie che prevedono il versamento di 42,8 milioni ogni sei mesi   fino all'esecuzione della sentenza, oltre a una maxi multa forfettaria di 40   milioni di euro. Cifre da record: è la sanzione pecuniaria più pesante mai   inflitta dalla Corte europea da quando i Trattati le danno il diritto di   imporre multe agli stati membri (1992). La penalità sarà calcolata, per   quanto riguarda il primo semestre, a partire da un importo iniziale di 42.800.000   euro. Da tale importo saranno detratti 400mila euro per ciascuna discarica   contenente rifiuti pericolosi messa a norma e 200mila euro per ogni altra   discarica messa a norma. Dunque, per ogni semestre
successivo, la penalità  sarà calcolata a partire dall'importo stabilito per il semestre precedente   detraendo i predetti importi in ragione delle discariche messe a norma in   corso di semestre. Già nel 2013, la Commissione ha ritenuto che l'Italia non   avesse ancora adottato tutte le misure necessarie per dare esecuzione alla   sentenza del 2007.

Ilo: i salari scendono in tutto il mondo

E' stato diffuso da pochi giorni il Rapporto Globale sui Salari 2014-2015, pubblicazione periodica dell'Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIL-ILO), quest'anno dal titolo "Salari e disuguaglianze di reddito" (Global Wage Report 2014/15. Wages and income inequality). Secondo il Rapporto, la crescita globale dei salari ha subito un ulteriore rallentamento nel 2013 rispetto al 2012, passando dal 2,2 al 2,0 per cento, ed è ancora lontana dai livelli pre-crisi, che si attestavano intorno al 3,0 per cento.

Venerdì è anche l'anniversario della strage di Piazza Fontana

Il 12 dicembre, giorno dello sciopero generale di Cgil e Uil, le manifestazioni lombarde di Brescia e Milano si apriranno con la lettura di un testo che commemora la strage di piazza Fontana e le vittime del terrorismo che non hanno avuto giustizia. Quarantacinque anni fa, nel pomeriggio del 12 dicembre 1969, una bomba ad alto potenziale e di chiara matrice neofascista scoppiava nella sede della Banca nazionale dell'Agricoltura, in piazza Fontana. Era venerdì, giorno di mercato e gli uffici erano colmi di clienti venuti dalla provincia: alle 16.37 nel grande salone scoppiano 7 kg di tritolo: 17 morti e 84 feriti. Vittime innocenti per le quali, nonostante numerosi processi e diverse sentenze, nonostante i colpevoli siano stati chiaramente individuati, nessuno ha ancora pagato.

Sulle prime pagine di oggi

L'annuncio del premier Matteo Renzi delle misure contro la corruzione, le accuse e l'arresto della mamma del piccolo Loris ucciso a Ragusa e il crollo delle borse a seguito del nuovo scivolone dei listini di Atene dopo l'annuncio delle elezioni anticipate sono le tre principali notizie riprese sulle prime pagine dei quotidiani di oggi, insieme alla denuncia del presidente Obama dell'inutilità delle torture utilizzate dagli americani per combattere il terrorismo. Il Sole 24 ore apre con la caduta delle Borse e con la stretta sui corrotti di Renzi. "Corruzione, pene più dure" è il titolo di apertura del Corriere della Sera che mette in taglio medio la notizia della frenata cinese e del voto in Grecia che hanno determinato ieri il giorno di paura dei mercati finanziari. Molto forte sul Corriere la notizia sulla denuncia di Obama delle torture dell'epoca Bush. Incubo Borse e stretta sui corrotti sono i due titoli principali anche su Repubblica. "Corruzione, la stretta di Renzi" è l'apertura del Messaggeroche assume una posizione colpevolista sulla tragedia di Ragusa: "Mamma crudele". "Loris, tutti contro la mamma, ma lei respinge ogni accusa" è il invece il titolo più problematico della Stampa.Apertura completamente diversa quella del manifestoche preferisce concentrare l'attenzione sulla decisione della Grecia di anticipare le elezioni: "Freccia a sinistra".

Approfondimenti

Approfondimenti