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cgil CGIL - Camera del Lavoro di Brescia

L'intervento del compagno Gigi  (sanità privata) all'assemblea dei delegati/e Cgil


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Compagne e compagni,

permettetemi di rivolgermi subito direttamente alla Segretaria Camusso per chiederle subito scusa.

Mi scuso perché oggi dopo aver preso la parola non sarò qui ad ascoltare il suo intervento conclusivo.

Non sarò qui perché purtroppo sono tra quelli a cui i datori di lavoro contano i minuti dei permessi sindacali mensili e delle mie 12 ore di questo mese me ne restano solo 5.

4 le userò per restare a questa assemblea e 1 la conserverò gelosamente per poterla usare a convincere i trecento lavoratori della azienda in cui svolgo il mio lavoro che sarà importante partecipare allo sciopero che si sta preparando.

Sarà importante perché è uno sciopero del pubblico impiego e, anche se l’azienda per cui lavoro è privata (una Casa di Cura Riabilitativa di proprietà di un ordine religioso), i soldi dei nostri stipendi sono soldi pubblici perché derivano dagli accreditamenti e dai contratti con l’ASL.

Sarà importante perché se il contratto del pubblico impiego e in questo caso della sanità pubblica è fermo da 5 anni, il contratto dalla sanità privata ormai è fermo da 7 … anche se ormai potremmo tranquillamente cominciare ad aggiornare il conteggio e dire 8 anni. A questo, poi, va aggiunta una lacuna normativa e un atteggiamento delle altre sigle sindacali che di fatto impediscono l’elezione delle RSU.

Sarà importante perché ci conteranno. Ci contano sempre ed è evidente quanto sia difficile per un lavoratore della Sanità partecipare: bisogna garantire l’organico necessario alla giusta assistenza ai malati anche quando c’è sciopero e non è diverso da quello che si fa ogni giorno, facendo i conti con carenze di organico endemiche, con salti di riposo, con ore straordinarie che non vengono autorizzate e quindi non vengono pagate. Ma chiedete ad un infermiere cosa fa se un suo collega è in ritardo, se un malato ha avuto bisogno di più tempo di assistenza, se c’è un’emergenza o se bisogna concludere le attività del proprio turno. Chiedete se viene prima il proprio tempo libero o la deontologia professionale … ma questo valore aggiunto, per i datori di lavoro, è scontato

Sarà importante perché dovrà smuovere le coscienze ormai anestetizzate da una politica fatta di slogan e promesse che alla prova dei fatti vengono mantenute sempre e solo quando, in modo sistematico, tagliano i diritti del mondo del lavoro e mettono le mani sui nostri stipendi. In questa sala sappiamo bene quanto male abbia fatto questa crisi a questa provincia, e a tutto il nostro Paese. Ma se hai un posto fisso in sanità e tutti ti dicono che sei un privilegiato ad un certo punto, quasi quasi ci credi … e quando non ci credi e provi ad alzare la testa ti viene detto che sei fortunato perché ancora un lavoro ce l’hai e che non ti devi lamentare.

Sarà importante perché come se non bastasse io lavoro in un’azienda privata quindi quando dicono che i lavoratori pubblici sono fannulloni la cosa sembra non riguardare tanti miei colleghi, anzi … fanno bene al governo. E la miopia quando si allea al generalismo e alla ignoranza non la si combatte tanto facilmente.

Ma questo, ovviamente, non sarà solo uno sciopero del pubblico impiego ma uno sciopero generale di tutte le categorie … e cos’altro avrebbe dovuto essere?

Perché se si attaccano i servizi pubblici, se invece di colpire gli sprechi si riducono i servizi, inevitabilmente si minano i diritti garantiti dalla costituzione e che appartengono a tutti.

Ovviamente non è meno importante manifestare contro le politiche del lavoro che il governo di Matteo Renzi sta propugnando. Politiche che colpiscono ogni lavoratore, e che pesano soprattutto su chi questa crisi la sta già pagando a caro prezzo. Ma ai miei amici e compagni della FIOM che temono che la strategia di Renzi possa portare alla fine del Contratto Nazionale voglio solo ricordare che ciò che loro temono, da noi, in sanità è già stato sperimentato; per noi ( e mi riferisco alla sola provincia di Brescia) è realtà avere 13 tipologie di contratto che separano lavoratori che nonostante lo stesso titolo di studio, la stessa formazione, le stesse mansioni, gli stessi turni, hanno la sorte di lavorare in strutture diverse magari distanti poche centinaia di metri. Per questo è forte il bisogno di stare spalla a spalla a contrastare queste politiche che si mostrano in tutta la loro pericolosità attraverso una strategia fondata su idee liberiste di stampo berlusconiano, e costruita a suon di slogan che non fa altro che confermare che la crisi della finanza, alla fine, la pagheranno solo:

  • i lavoratori, colpevoli di vivere del loro stipendio,

  • le donne, colpevoli di essere mogli e madri,

  • i giovani, colpevoli di avere dei sogni,

  • gli anziani, colpevoli di aver già lavorato abbastanza.

  • Gli immigrati, colpevoli di fare quei lavori che agli italiani non piacciono più

E con noi, questa crisi la pagheranno tutti i deboli, sia che la loro vita sia stata travolta da un’alluvione, sia che abbiano raggiunto il nostro paese fuggendo da guerra e miseria.

Compagne e compagni, grazie

 

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