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Jobs Act, legge di stabilità e sciopero: oggi i metalmeccanici, il 5 dicembre sarà generale. Segnalazioni dai quotidiani di venerdì 14 dicembre


La legge delega sul lavoro sarà votata con la fiducia alla Camera prima della Legge di stabilità. Dopo le modifiche introdotte nel testo sulla base della lunghissima mediazione interna al Pd, per il premier Renzi ora la partita è chiusa. Ma il Nuovo centro destra insorge e chiede un nuovo vertice di maggioranza, respinto al mittente dalla ministra Boschi. Per Renzi, che ieri ha parlato da Bucarest, da gennaio nel mercato del lavoro si cambierà tutto, compreso il superamento dell’articolo 18 che verrebbe considerato ancora un alibi dalle imprese. La Cgil conferma lo sciopero generale del 5 dicembre, mentre il segretario generale Susanna Camusso smentisce il premier: il Jobs Act è una legge delega e non andrà in vigore immediatamente come cerca di far intendere il governo. Per questo la mobilitazione non si fermerà con il voto di fiducia. Sulla nuova versione del Jobs Act parlano oggi lo stesso Matteo Renzi su La Stampa e il ministro del lavoro, Giuliano Poletti sul Sole 24 ore. Contro le misure sul lavoro e una legge di stabilità che non prevede nessun investimento produttivo, oggi con la Fiom scioperano i metalmeccanici del centro nord. La manifestazione di Milano con il segretario Maurizio Landini e il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso si potrà seguire in diretta streaming sul Radio Articolo 1 (www.radioarticolo1.it). Oggi si sciopera anche a Genova: i fondi della mancata retribuzione dei lavoratori in sciopero andranno alle famiglie colpite dall’alluvione. Intanto prosegue in tutta Italia la mobilitazione unitaria di Cgil, Cisl, Uil contro i tagli ai patronati. Domani saranno allestiti gazebi e organizzati presidi in tutte le province. A Roma lo scontro sulla presenza di stranieri nel quartiere di Tor Sapienza finisce con il trasferimento
degli immigrati e la chiusura del centro per i rifugiati.

Camusso: abbiamo la responsabilità di convogliare il disagio diffuso

"Abbiamo una straordinaria responsabilità di agire come convogliatori delle forme di disagio sempre più diffuse nel Paese". Lo ha detto ieri il segretario generale della Cgil Susanna Camussointervenendo a Bologna al direttivo regionale della Cgil Emilia Romagna. Servirebbero "politiche che determinano la crescita del lavoro" ha spiegato Camusso, ma "non si possono ripetere le ricette precedenti e per creare lavoro non puoi affidarti alla libertà d'impresa". In Italia, "il tema del lavoro sta diventando una questione sempre più discussa" e anche la più grande organizzazione sindacale in Italia si sta interrogando su come "allargare il consenso, unificare il lavoro, far diventare visibili e rappresentare i lavoratori precari, i più o meno falsi lavoratori autonomi". Camusso ha quindi confermato che oltre alla proclamazione dello sciopero generale del 5 dicembre in tutti i settori pubblici e privati, visto che i sindacati dei comparti pubblici avevano già proclamato lo sciopero generale unitario, per la stessa data vi saranno 4 ore di sciopero articolato nei territori, nelle quali prevedere iniziative di mobilitazione, nei luoghi di lavoro, in forme "tradizionali e non".

Titoli e commenti sulla nuova versione del Jobs Act

Il Sole 24 ore apre oggi con il titolo sulle modifiche al testo del Jobs Act proposte dal governo sulla base del documento approvato dalla direzione del Pd. “Jobs Act, modifiche sull’articolo 18”. Intesa nel Pd, scrive il Sole, sulle modifiche alla legge delega dove saràprevisto l’inserimento del testo della direzione del Pd che prevde il reintegro sul posto di lavoro anche in alcuni casi di licenziamento disciplinare. Per Renzi si tratta di un grandissimo passo avanti, ma ora la partita è chiusa. Insorge invece il nuovo centro destra, Ncd, che chiede un nuovo vertice di maggioranza escluso però dal ministro Boschi. Così, come una coperta corta, il Jobs Act scopre le contraddizioni della maggioranza, è il commento di Fabrizio Forquet, secondo il quale è evidente che è molto difficile mettere d’accordo Maurizio Sacconi con Cesare Damiano. Ma per il Sole 24 e per Forquet a questo punto non si possono accettare stop o retromarce. Titolo in taglio medio anche sul Corriere della Sera: “Patto nel Pd sul Jobs Act, ma Ncd: serve un vertice”. “Così cambierà il Jobs Act, accordo nel Pd” è il titolo di apertura di Repubblica (che ha pubblicato da ieri sera la notizia sul sito online). L’articolo 18 resta per i licenziamenti disciplinari, ma Ncd non accetta le modifiche e Civati va in trincea. Sul manifesto, che sceglie il titolo di prima pagina per le tute blu a Milano, con Camusso sul palco con Landini, si parla di accordo bidone perché nonostante la modifica del testo del Jobs Act tutelerà solo in pochi casi. Per la Cgil la protesta deve andare avanti. Uno degli effetti della mossa del governo, sempre secondo il manifesto, è la spaccatura della sinistra Dem: ne parla Daniela Preziosi a pagina 2. La Stampa di Torino sceglie di aprire con una intervista di Federico Geremicca al premier Renzi: “Jobs Act, pronti alla fiducia”, è il titolo di apertura. “Ad Alfano dico che il prossimo vertice si farà a fine estate o nell’autunno del 2017. Con la nuova legge elettorale smetteremo di pedalare in salita col rapporto sbagliato”.  Sul Messaggero il titolo sulla posizione del Nuovo centro destra è ancora più netto visto che si parla addirittura di “governo a rischio”, mentre il Fatto Quotidianosi parla di “accordicchi”.  Sul Sole 24 ore l’intervista sulla nuova versione del Jobs Act al ministro Giuliano Poletti, “Per le imprese le nuove regole da gennaio. Decisivo il fattore tempo perché le assunzioni possano  beneficiare degli incentivi della legge di stabilità. (p.2). Sempre sul Sole 24 ore l’intervista di Giovanni Minolial neosegretario della Cisl,  Anna Maria Furlan, mentre sull’Avvenire parla Marco Bentivogli.

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