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cgil CGIL - Camera del Lavoro di Brescia

PILLOLE DI CARTA

Oggi al direttivo Cgil la data dello sciopero generale. Manovra e pensioni, cresce il senso di ingiustizia. Segnalazioni dai quotidiani nazionali di mercoledì 12 novembre


Questa mattina a Roma, nella sede nazionale della Cgil, il Direttivo deciderà le prossime tappe e i modi della mobilitazione contro la manovra e il Jobs Act compresa la data dello sciopero generale. Il dialogo è aperto anche con la Cisl e la Uil, che dopo il cambio di guardia al vertice tra Angeletti e Barbagallo chiede tempo per decidere, mentre anche nella Cisl crescono i dubbi e l’insoddisfazione sulle misure economiche messe in campo dal governo. Sciopera intanto la Fiom. Venerdì la manifestazione dei metalmeccanici a Milano. In queste ore il Parlamento è alle prese con la Legge di stabilità: sono stati tagliati drasticamente gli emendamenti. Saltano anche quelli sugli sconti fiscali sul trasferimento del Tfr in busta paga. Grandi manovre intorno al Jobs Act, mentre il governo cerca di correggere gli effetti negativi dell’andamento del Pil sul calcolo dei rendimenti previdenziali. Sulla delega sul lavoro il governo cerca in qualche modo di evitare il ricorso alla fiducia con l’intenzione di chiudere comunque entro la fine dell’anno, anche se la minoranza del Pd cerca di frenare: il Jobs Act non va approvato subito, serve più tempo per cambiare. Possibile accordo sulla riforma elettorale. Per oggi è previsto il faccia a faccia decisivo (è l’ottavo) tra il premier Matteo Renzi e Silvio Berlusconi. In serata si riunirà la direzione del Pd. La Cgil condanna l’aggressione contro la riunione degli inquilini del Sunia a Milano. Tanti danni e morti per il maltempo.e il governo annuncia lo stanziamento di risorse per intervenire sul dissesto idrogeologico, mentre si esclude il ricorso a nuovi condoni edilizi che hanno caratterizzato i venti anni di governo berlusconiano.

Analisi e commenti sulla manovra economica e il Jobs Act

Sulla Stampa e sul Corriere della Sera si fa il punto sulla drastica riduzione degli emendamenti alla Legge di stabilità. Sul Corriere scrive Mario Sensini, “Tfr in busta, niente sconti”: Tagliati 1600 emendamenti, nessuno sconto fiscale per il Tfr in busta paga (p.11). Dell’emendamento sul Tfr si parla anche su altri quotidiani, tra cui l’Avvenire (p.8). Sul Sole 24 ore Marco Fortis firma un commento sulla drammatica incapacità delle politiche attuate finora di creare lavoro per far ripartire il Paese. “Soltanto dal lavoro verrà la ripresa” è il titolo del commento che parte della prima pagina del Sole nel quale si analizzano i dati sull’andamento dell’occupazione e si lega direttamente la creazione di lavoro alla ripresa. Il quadro è molto preoccupante, ma non tutto fosco: “Incrociando i segnali disaggregati dei dati trimestrali, scrive Fortis, possiamo dedurre che qualcosa di positivo sta effettivamente accadendo. E cioè che dopo l’industria e l’agricoltura qualche altro macrosettore (i servizi?, le costruzioni?) probabilmente si è ripreso nel terzo trimestre di quest’anno e che forse l’emorragia di posti di lavoro nel Mezzogiorno si è arrestata o è, quantomeno diminuita”. Ma queste sono finora solo impressioni. Si dovranno verificare nei prossimi mesi. Quello che però è sicuro è che per far ripartire davvero il Paese sono necessari due ingredienti: la ripresa di fiducia delle famiglie e imprese e gli investimenti in macchinari. Sempre dal Sole 24 da segnalare l’intervista al Sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Graziano Delrio: “Crediamo nella riunificazione del Sud” a proposito della programmazione dei Fondi europei che, secondo Delrio, deve essere orientata alla crescita inclusiva, intelligente e sostenibile” (p.15). Sugli effetti dell’operazione Tfr in busta paga scrive oggi sul Manifesto, Felice Roberto Pizzuti: “Se il Tfr in busta si mangia gli 80 euro”. Invece di dare la possibilità ai lavoratori di utilizzare da subito il Tfr, sarebbe più opportuno, secondo Pizzuti, dare la possibilità di scegliere di indirizzare il Tfr invece che ai fondi pensione verso il sistema previdenziale pubblico per aumentare la pensione pubblica finale. Una scelta che d’altra parte è già prevista dalla legislazione vigente. Pizzuti sostiene anche che le risorse che così si produrrebbero potrebbero essere utilizzate nel frattempo per gli investimenti produttivi, mentre ora il risparmio dei fondi pensione viene indirizzato quasi sempre sui mercati finanziari esteri. Sul Jobs Act, da segnalare il pezzo di Giovanna Casadio su Repubblicasulla battaglia della minoranza interna al Pd:
“Jobs Act, altro fronte nel Pd. La minoranza insiste, non va approvato subito” (p. 3).

Pensioni: Cgil, ogni giorno di più la legge Fornero si rivela un'ingiustizia

“Ogni giorno di più la legge Fornero si rivela un'ingiustizia a danno dei pensionati, dei lavoratori dipendenti, delle casse dello stato. Persino quegli elementi di parziale equità che sembrava vi fossero contenuti, sono stati cancellati”. Così la Cgil ha commentato il caso, denunciato da Gian Antonio Stella sul Corriere della Sera, della cancellazione del comma che prevedeva un tetto massimo di valutazione alle pensioni più alte e che produce l'effetto di favorire 160 mila persone che usufruendo della provvidenziale cancellazione potranno avere una pensione superiore del 15/20% l'ultimo stipendio. “Una regalia ‘furbetta’ a una ristretta cerchia di privilegiati - prosegue il sindacato di Corso d’Italia - che viene nascosta nel linguaggio burocratese di una legge complessa e che rischia di costare alle casse dello stato oltre 2 miliardi di euro nel prossimo decennio. Tutto ciò mentre si verifica un generale impoverimento di tutte le pensioni, e soprattutto di quelle future dei giovani, anche per effetto della svalutazione dei montanti contributivi, che il governo deve a tutti i costi evitare”. “Il governo ha ora il dovere di intervenire, non solo per cancellare l’ennesimo regalo ai pochi privilegiati che vengono gratificati, ma per restituire equità e giustizia al sistema previdenziale. È giunto quindi il momento - conclude la Cgil - di aprire un serio confronto con i sindacati per modificare profondamente, sulla base della piattaforma unitaria decisa con Cisl e Uil, le troppe storture della legge Fornero”. E oggi sul tema delle pensioni interviene Il Messaggero con un pezzo di Michele Di Branco sulle intenzioni del governo di varare le contromisure per evitare un taglio delle pensioni dovuto al crollo del Pil (il meccanismo introdotto dalla riforma Dini che lega appunto il calcolo dei trattamenti previdenziali all’andamento del Pil). “Pensioni, la crisi si mangia l’assegno, ma il governo vara le contromisure”: Secondo la ricostruzione di Di Branco, Palazzo Chigi ha intenzione di neutralizzare gli effetti della caduta del Pil che incidono appunto sul calcolo del trattamento previdenziale. (Messaggero, p.6)

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